16

ULISSE
di
James Joyce


Traduzione di Giulio De Angelis

versione originale inglese e note


***

16° episodio EUMEO

lavori in corso sulle note, quelle presenti per ora rimandano a Joyce Project


mp3 scaricabili (10 files)

lettura ad alta voce 1

 Come premessa a ogni altra cosa Bloom liberò Stephen dalla maggior parte dei trucioli e gli porse cappello e bastone e in genere lo rimise in piedi alla maniera del buon Samaritano, del quale servigio egli era in grande necessità. La sua mente (di Stephen) non era proprio quel che si dice annebbiata, ma un tantino malferma e in base a sua espressa richiesta di bere alcunché Mr Bloom, vista e considerata l'ora e il fatto che non vi erano a portata di mano nessuna pompa di acqua Vartry da usare per le loro abluzioni, e meno che mai a scopo potabile, ricorse all'espediente di suggerire, sui due piedi, l'appropriatezza del rifugio del vetturino, come lo si chiamava, appena a un tiro di fucile nei pressi del ponte Butt, dove potevano usufruire di qualche bibita e nella fattispecie di latte con acqua di seltz o di acqua minerale. Ma come arrivarci, lì stava l'ostacolo. Una volta tanto egli rimase piuttosto imbarazzato ma dappoiché gli si imponeva chiaramente il dovere di prendere qualche misura al riguardo egli prese a considerare gli acconci sistemi e il modo, nel quale frattempo Stephen sbadigliò ripetutamente. Per quel ch'egli poteva vedere era alquanto pallido in volto cosicché parvegli altamente consigliabile usufruire di un qualsiasi mezzo di locomozione che rispondesse alle loro esigenze presenti, essendo tutti e due fuori squadra, e particolarmente Stephen, sempre nel caso che un tal mezzo fosse reperibile. Ordunque, dopo alcuni brevi preliminari, come spazzolarsi, ad onta dell'aver egli dimenticato di raccogliere il proprio fazzoletto alquanto saponificato dopo il valido servizio reso in materia di sbarbatura, un ulteriore spazzolamento, ambedue si incamminarono lungo Beaver street o, più propriamente, vicolo Beaver, fino all'altezza del maniscalco e nell'atmosfera particolarmente fetida delle scuderie all'angolo di Montgomery street di dove s'incamminarono a mano manca sboccando in Amiens street all'angolo di Dan Bergin.  Tuttavia, cosa di cui egli era certo fin da prima, non v'era traccia alcuna d'automedonti in cerca di clientela se si eccettua un legno, probabilmente impegnato da alcuni gozzovigliatori adunati nell'interno del locale, davanti al North Star Hotel, ed esso non dava menomamente a divedere di volersi muovere un quarto di pollice allorché Bloom, il quale era tutto meno che un fischiatore di professione, intraprese a chiamarlo emettendo una sorta di fischio, con le braccia arcuate sopra la testa, due volte. 
  Era un bel pasticcio, ma, chi volesse invocare il buon senso, non c'era evidentemente altro che fare buon viso a cattiva sorte e andare alla pedona, il che di conseguenza fecero. Così, girando dalla parte di Mullet della Signal House, che raggiunsero in breve tempo, fu loro giocoforza proseguire in direzione della stazione ferroviaria di Amiens street, essendo Mr Bloom ostacolato dalla circostanza che uno dei bottoni posteriori dei suoi pantaloni aveva, se si vuol variare il venerando adagio, subito la sorte di tutti i bottoni, per quanto, entrando completamente nello spirito della cosa, egli eroicamente se ne fosse fatto una ragione. Così, dato che nessuno dei due era particolarmente a corto di tempo, come si dava il caso, ed essendosi rinfrescata la temperatura con la schiarita subentrata alla recente visitazione di Giove Pluvio, essi s'avviarono lemme lemme per la strada sorpassando il veicolo vuoto che attendeva senza cliente né fiaccheraio. Capitò poi che una vettura di servizio della Dublin United Tramways Company tornasse al deposito passando di là e il più anziano dei due prese a parlare al suo compagno à propos dell'incidente relativo al modo veramente miracoloso in cui l'aveva poc'anzi scampata. Passarono dinanzi all'ingresso principale della stazione ferroviaria Great Northern, donde si parte per Belfast e dove naturalmente tutto il traffico era sospeso data l'ora tarda, e oltrepassando la porta posteriore dell'obitorio (luogo poco attraente per non dire estremamente tetro, specie di notte), giunsero da ultimo alla Dock Tavern e a tempo debito voltarono in Store street, famosa per il suo posto di polizia sezione C. Tra questi luoghi e gli alti, presentemente oscuri, magazzini di Beresford place, Stephen intraprese a pensare a Ibsen, per una sua personale associazione di idee con Baird, il marmista di Talbot place, prima svolta a destra, mentre l'altro che gli fungeva da fidus Achates inalava con intima voluttà l'odore del forno cittadino di James Rourke, sito proprio vicino al luogo dove si trovavano, l'aroma invero appetentissimo del nostro pane quotidiano, di tutti i beni di consumo il primo e più degli altri indispensabile. Pane, sostegno della vita, guadagnatevi il pane.  Ditemi, orsù, chi ha il pan di fantasia? Da Rourke il fornaio, dicono. 
  En route, al suo taciturno, e, per non sottolineare troppo la cosa, non perfettamente lucido compagno, Mr Bloom, che in ogni caso era nel pieno possesso dellesue facoltà, anzi mai più di allora, in effetti, disgustosamente lucido, profferì alcuni consigli di prudenza riguardo ai pericoli inerenti al frequentare il quartiere dei bordelli, le donne di malaffare e i delinquenti di alto bordo, il che, appena scusabile una volta ogni tanto, non però come pratica ordinaria, finiva per essere una vera e propria trappola ferale per giovani della sua età, particolarmente ove questi avessero acquistato l'abito del bere sotto l'influsso del liquore, a meno di conoscere un po' di jujutsu per qualsiasi evenienza, poiché anche con le spalle a terra uno ti può somministrare un vigoroso calcio se non tieni gli occhi aperti. Veramente provvidenziale era stata la comparsa sulla scena di Corny Kelleher mentre Stephen si trovava in stato di beata incoscienza, e, non fosse stato per quell'uomo balzato nella breccia all'undicesima ora, la conclusione di tutto avrebbe potuto essere che egli fosse un candidato per il pronto soccorso, o, in mancanza di ciò, per la guardina, e susseguente comparsa in tribunale il giorno dopo davanti a Mr Tobias, o, essendo egli procuratore piuttosto, davanti al vecchio Wall, voleva dire, o a Mahony, e questo significava la morte civile per un individuo, se la cosa si risapeva. La ragione per cui toccava l'argomento era che un sacco di quei questurini a lui cordialmente antipatici, erano risaputamente privi di scrupoli nel servizio della Corona, e come si esprimeva Mr Bloom, rievocando un caso o due della sezione A di Clanbrassil street, prontissimi a giurare che la notte è giorno e viceversa. Mai dove ce ne sarebbe stato bisogno, ma nei quartieri più tranquilli della città, Pembroke Road per esempio, li si vedeva bene, i tutori della legge, imperocché ovviamente erano pagati per proteggere le classi abbienti. Un'altra cosa di cui discusse fu dell'opportunità di fornire o meno ai soldati armi da fuoco o armi bianche di ogni sorta, sempre suscettibili di lasciar partire il colpo, il che equivaleva ad aizzarli contro i borghesi ogni qual volta nascesse tra di loro un malinteso. Si sprecava il tempo, egli sostenne con molto buon senso, e ci si rovinava la salute e anche la reputazione, e poi era un buttare i soldi dalla finestra proseguiva, in quanto le donnine allegre del demimonde se ne scappavano con dei bei bigliettoni per soprammercato, e il pericolo più grave stava poi nell'ubriacarsi e con chi lo si faceva, benché volendo affrontare la questione molto discussa degli stimolanti, lui gustasse un buon bicchiere di vino vecchio se se ne presentava l'occasione, in quanto è nutriente e tonificante e dotato di virtù lassative (specie un buon bicchiere di borgogna nel quale egli credeva fermamente), pure mai oltre a un certo limite, arrivato al quale egli tracciava la linea di confine perché oltrepassandola ci si esponeva a ogni sorta di guai, per non dir nulla del ridursi praticamente alla mercé di altri. Più di tutto commentò con riprovazione l'abbandono di Stephen da dei suoi confrères di ribotta, tutti salvo uno, clamoroso esempio di squagliamento da parte dei suoi confratelli medici date le circostanze.
  Quello poi era Giuda, disse Stephen che fino allora non aveva profferito motto.
 Discutendo di questi e analoghi argomenti traversarono in linea retta dietro la Dogana e stavano passando sotto il cavalcavia della linea di Circonvallazione quando un braciere di carbone che bruciava di fronte a una garitta, o qualcosa di molto simile, attrasse i loro passi alquanto stracchi. Stephen di sua iniziativa si fermò senza nessuna ragione particolare a guardare il mucchio di pietre da lastrico scabre, e alla luce che emanava dal braciere poté appena distinguere la sagoma del guardiano municipale ancor più scura, in fondo all'oscurità della garitta. Cominciava a ricordare che ciò era accaduto, o avevano detto che era accaduto, prima, ma gli costò non poco sforzo il ricordarsi di riconoscere nella sentinella un ex amico di suo padre, Gumley. Per evitare l'incontro si accostò ai pilastri del cavalcavia della ferrovia.
 - Qualcuno l'ha salutata, disse Mr Bloom.
 Una sagoma di media statura, evidentemente all'erta, sotto gli archi, salutò di nuovo, gridando: Sera! Stephen, naturalmente, ebbe un soprassalto piuttosto vacillante e si fermò per restituire il complimento. Mr Bloom ispirandosi ai sensi di quella delicatezza che gli era propria, in quantoché egli sosteneva si dovesse sempre badare ai fatti propri, si scostò un poco, cionondimeno rimase sul chi vive con una punta d'ansia, sebbene senza neanche tanto così di fifa. Per quanto insolito nella zona di Dublino, sapeva non esser del tutto inaudito che dei desperados i quali non avevano praticamente nulla di cui vivere andassero in giro ad appostarsi o in genere a spaventare pacifici pedoni, puntando loro una pistola alla testa in qualche località appartata fuori dell'area cittadina, vagabondi famelici come quelli che dormono sulla riva del Tamigi potevano aggirarsi nei pressi o semplicemente grassatori pronti a battersela con quel bottino che in un lampo riuscissero ad aggranfiare con un colpo mancino, la borsa o la vita, lasciandoti là a servire da lezione, imbavagliato e legato.
  Stephen, e precisamente quando il sopravvenuto fu a portata di mano, benché anche lui non fosse precisamente quello che si dice lucido, riconobbe l'alito di Corley che olezzava di succo di frumento fermentato. Lord John Corley lo chiamavano alcuni, e la sua genealogia poteva descriversi in questa guisa. Era il figlio primogenito dell'ispettore Corley della sezione G, defunto di recente, che aveva sposato una certa Katherine Brophy, figlia di un agricoltore di Louth. Suo nonno, Patrick Michael Corley, di New Ross, aveva sposato la vedova di un taverniere del luogo il cui nome da ragazza era Katherine (anch'essa) Talbot. Si buccinava, per quanto senza prove, che costei discendesse dalla casata dei signori Talbot de Malahide nella magione dei quali, invero un  bell'edificio nel suo genere, e incontestabilmente degno di essere visto, la di lei madre o sua zia o comunque una parente, donna, si diceva in giro, di estrema bellezza, aveva goduto del privilegio di servire nell'acquaio. Orbene, questa era la ragion per cui l'uomo ancor relativamente giovane per quanto già incallito nel vizio che ora si rivolgeva a Stephen era definito da taluni inclini alla facezia Lord John Corley.  
 Prendendo Stephen da parte egli aveva la solita pietosa istoria da raccontare. Neppure un soldino per pagarsi da dormire. Tutti i suoi amici l'avevano abbandonato. Per di più, aveva avuto una bega con Lenehan che egli definì, parlando con Stephen, un taccagno porco fottuto con altri non richiesti epiteti. Era senza lavoro e implorò Stephen di dirgli dove in questa terra di Dio poteva trovare qualche cosa, qualunque cosa da fare. No, era la figlia della madre sguattera ad essere sorella di latte dell'erede del nome, o comunque erano apparentati per parte di madre in qualche modo, dandosi i due casi allo stesso tempo, a meno che tutta la storia non fosse inventata di sana pianta. Comunque era nei guai fino al collo.
  - Non mi rivolgerei a lei, solo, proseguì, che sono a terra, glielo giuro su quel che ho di più caro e Dio lo sa.
  - Ci sarà un lavoro domani o dopodomani, gli disse Stephen, in una scuola maschile di Dalkey, come istitutore. Mr Garrett Deasy. Provi là. Faccia pure il mio nome.
  - Ah, Signore Iddio, rispose Corley, amico mio, non sono tagliato per insegnare a scuola. Non sono mai stato uno di quelli brillanti, aggiunse con una mezza risatina. M'hanno bollato due volte agli esami per il diploma medio dai Fratelli Cristiani.
  - Nemmeno io ho un posto dove dormire, lo informò Stephen.
 Corley, di primo acchito, fu incline a sospettare che il nostro Stephen l'avessero cacciato fuor dall'ovile per averci portato una sgualdrinella trovata per la strada. C'era una casa dove affittavano camere in Marlborough street, da Mrs Maloney, ma era solo un buco da quattro soldi e pieno di indesiderabili ma M'Conachie gli aveva detto che si poteva trovare una sistemazione decente alla Testa di Bronzo in Winetavern street (nome che ricordò vagamente fra Bacon al suo interlocutore) per uno scellino. Moriva anche lui di fame per quanto non ne avesse fatto parola.
 Per quanto la cosa si andasse ripetendo sera sì sera no o giù di li, pure Stephen si lasciò in un certo senso trasportare dal sentimento per quanto sapesse che la filastrocca nuova di zecca di Corley, né più né meno delle precedenti, non meritava certo molto credito. Cionondimeno, haud ignarus malorum miseris succurrere disco etcetera come rileva il poeta latino, specie ora che la sorte voleva che gli fosse pagata la sua spettanza alla metà del mese cioè il sedici, data odierna, il che era incontestabile, benché egli avesse dilapidato un bel po' del conquibus. Ma il più bello era che nessuno avrebbe cavato dalla testa di Corley che lui nuotasse nell'oro e non avesse altro da fare che aiutare i bisognosi. Laddove invece. Si mise comunque la mano in tasca, non con l'idea di trovarci qualcosa da mangiare, ma pensando di potergli prestar qualcosa in quella vece fino a uno scellino o due, dimodoché potesse comunque tentare di procurarsi di che mangiare a sufficienza. Ma il risultato fu negativo, poiché, con sua grande costernazione, trovò che gli spiccioli non c'erano più. Qualche pezzetto di biscotto fu il magro resultato della sua indagine. Fece del suo meglio per ricordare sul momento se li aveva perduti, come poteva benissimo essere, o lasciati da qualche parte, poiché l'evenienza non era una piacevole prospettiva, tutto il contrario, anzi. Era troppo sfinito per procedere ad una ricerca sistematica eppure cercò di rammentar qualcosa. Di quei biscotti gli balenò un vago ricordo. Chi dunque glieli aveva dati, precisamente, dov'era stato, o forse li aveva comprati? Comunque, in un'altra tasca gli avvenne di trovar ciò che egli, all'oscuro, suppose essere pennies, erroneamente, però, come fu palese in seguito.
   - Sono mezze corone, amico mio, lo corresse Corley.
   E tali in effetti risultarono. Stephen gliene prestò una.
   - Grazie, rispose Corley. Lei è un signore. Glieli restituirò una volta o l'altra. Chi è quello insieme a lei? L'ho visto qualche volta al Bleeding Horse in Camden street, con Boylan l'attacchino. Lei ci potrebbe mettere una buona parola perché mi prendessero là. Lo farei volentieri, l'uomo sandwich, solo che la ragazza dell'ufficio mi ha detto che erano al completo per altre tre settimane, amico mio. Signore Iddio, c'è da prenotarsi, amico mio, come per le operette quando c'è la compagnia Carl Rosa. Io mi infischio di tutto comunque, purché trovi un posto anche da spazzino.
   Susseguentemente, non essendo più le sue acque tanto basse dopo quei due scellini e sei pence che aveva buscato, parlò a Stephen di un tale a nome Bags Comisky che, diceva lui, Stephen conosceva benissimo, contabile da Fullam, il fornitore della Marina, che capitava spesso nel locale riservato da Nagle insieme con O'Mara e un omarino che balbettava, a nome Tighe. Comunque, l'avevano pizzicato l'altra notte e gli avevano appioppato una multa di dieci scellini per ubriachezza e schiamazzi notturni e resistenza alla forza pubblica.

   Mr Bloom nel frattempo seguitava a gironzare nelle vicinanze lungo le pietre presso il braciere di carbone davanti alla garitta del guardiano comunale, il quale, scoppiando evidentemente dalla voglia di lavorare, a quel che gliene sembrò, schiacciava un bel sonnellino a tutti gli effetti per proprio conto, mentre Dublino dormiva. Lanciava però di quando in quando un'occhiata all'interlocutore, dall'abito tutt'altro che immacolato, di Stephen, come se avesse già visto quel nobile messere in un qualche posto per quanto il dove non fosse in grado di precisarlo con esattezza, né avesse la più lontana idea del quando. Essendo una persona con la testa sulle spalle che poteva dar dei punti a molta gente in fatto di acute osservazioni, egli notò inoltre il cappello sconquassatissimo e gli articoli di vestiario uno più scalcinato dell'altro, testimonianza di impecuniosità cronica. Palesemente era uno scroccone ma quanto a questo, è solo questione che ognuno sfrutta il suo vicino e questi qualcun altro, al peggio per dirla tutta, non c'è mai fine, e quanto a questo se l'uomo della strada venisse a trovarsi sul banco degli accusati, i lavori forzati, con o senza l'opzione dell'ammenda, sarebbero invero una rara avis. In ogni caso doveva avere un bel po' di improntitudine a interferire col prossimo suo a quell'ora della notte o della mattina. Bella faccia tosta quella, davvero.
  La coppia si separò e Stephen raggiunse Mr Bloom che, col suo occhio esercitato, non poté fare a meno di rilevare com'egli fosse soggiaciuto alla blandiloquenza di quell'altro parassita. Alludendo all'incontro, egli disse, con una risata, cioè a dire Stephen:
  - Si trova un po' a mal partito. Mi ha domandato di domandarle di domandare a qualcuno di nome Boylan, un attacchino, di dargli un posto di uomo sandwich.
  A questa informazione, che risvegliò apparentemente in lui scarso interesse, Mr Bloom rivolse distrattamente lo sguardo per un mezzo secondo circa in direzione di una draga, che si fregiava dell'inclito nome di Eblana, attraccata alla Riva della Dogana e assai probabilmente avariata, dopo di che osservò evasivamente: 
   - Ognuno ha la sua porzione di fortuna, si dice. Ora che lo dice, il suo volto mi era familiare. Ma a parte questo per il momento, di quanto l'ha alleggerito, indagò, se non sono troppo indiscreto?
   - Mezza corona, ribatté Stephen. Credo che ne abbia bisogno per andare a dormire da qualche parte.
  - Ne ha bisogno, sentenziò Mr Bloom, senza palesare la minima sorpresa per quell'informazione, son pronto a prestar fede a quest'asserzione e mi rendo garante che si trova invariabilmente in queste condizioni. Ognuno secondo le sue necessità o ciascuno secondo le sue azioni. Ma per parlare più in generale, dove, aggiunse con un sorriso, intende dormire lei? Andare a piedi fino a Sandycove è fuori questione e, anche supponendo che lo facesse, non potrebbe entrare dopo quanto le è occorso alla stazione di Westland Row. Si prenderebbe una stancata per niente. Non ho certo la presunzione di dettarle legge, ma perché ha lasciato la casa di suo padre?
   - Per cercare sfortuna, fu la risposta di Stephen.
   - Ho incontrato il suo riverito signor padre di recente, rispose diplomaticamente Mr Bloom. Oggi, in effetti, o a voler essere più precisamente rigorosi, ieri. Dove abita al momento? Mi è sembrato di capire nel corso di una conversazione che egli ha traslocato.
   - Credo che sia a Dublino, da qualche parte, rispose distrattamente Stephen. Perché?
   - Un uomo pieno di qualità, disse Mr Bloom alludendo a Mr Dedalus senior, per più di un rispetto, e raconteur nato se mai uno ve ne fu. È molto orgoglioso, e a buon diritto, di lei. Potrebbe tornare a casa, forse, arrischiò, col pensiero sempre rivolto alla spiacevolissima scena della stazione di Westland Row, allorché fu del tutto evidente che gli altri due, cioè Mulligan e quel turista inglese suo amico, che alla fine dettero scacco matto al loro terzo compagno, cercavano palesemente, come se quella stazione fosse loro dominio, di seminar per la strada Stephen nella calca, il che essi fecero. 
   Non si udì risposta alcuna al suggerimento, tuttavia, qual che si fosse, essendo l'occhio dello spirito di Stephen troppo occupato a raffigurarsi il quadro del focolare domestico, l'ultima volta che l'aveva visto, con sua sorella Dilly seduta accanto al fuoco, i capelli sciolti, in attesa che l'infuso molto allungato di cacao di Trinidad bollisse nel bricco nero di fuliggine sì da poterlo ambedue bere con brodo d'avena a mo' di latte, dopo le aringhe del venerdì che avevano già mangiate, due un penny, con un uovo a testa per Maggy, Boody e Katey, mentre il gatto nel frattempo sotto lo strizzatore divorava una pappa di gusci d'uovo e teste e lische di pesce abbrustolite su un quadratino di carta da imballaggio in ossequio al terzo precetto della chiesa di digiunare e fare astinenza nei giorni comandati, dato che erano le Tempora, o se non quelle, i giorni di cenere o qualcosa di simile.
    - No, ripeté ancora Mr Bloom, io personalmente non nutrirei  eccessiva fiducia in quel suo compagno di ribotte che brilla per l'umorismo, e cioè il Dr Mulligan, come guida, filosofo e amico, se fossi nelle sue scarpe. Sa benissimo far gli affari suoi, per quanto con ogni probabilità non si sia dovuto fino a oggi render conto di cosa significhi stringere la cintola. È naturale che lei non abbia osservato quanto ho osservato io ma non mi causerebbe la minima sorpresa l'apprendere che un pizzico di tabacco o un qualche narcotico è stato messo nel suo bicchiere per qualche scopo recondito. 
   Gli risultava, comunque, da quanto aveva sentito, che il Dr Mulligan era un versatile uomo di infinito talento, per niente affatto limitato al campo della medicina, che si faceva già avanti tra le prime fila nel suo campo e, se era vero quel che si affermava, non era lungi dal godere di una fiorente clientela in un futuro non troppo lontano, in qualità di medico di un certo tono che ricavi un discreto guadagno per i suoi servizi, in aggiunta al quale stato professionale, il salvataggio di quell'uomo da morte certa per annegamento mediante la respirazione artificiale e le cosiddette misure di pronto soccorso, a Skerries, oppure a Malahide?, era stato, doveva ammetterlo, un'azione da persona di gran fegato, che non si sarebbe mai potuta lodare abbastanza, cosicché lui francamente non riusciva a scandagliare la ragione di quel comportamento, se non attribuendolo a mera perversità o gelosia pura e semplice.
   - A meno che il tutto si riduca a una sola cosa e cioè che lui le ruba tutte le idee, egli si azzardò a gettar là.
   L'occhiata guardinga, metà sollecitudine, metà curiosità, con in più l'atteggiamento amichevole, che egli lanciò verso l'espressione fattasi ora tetra dei lineamenti di Stephen non gettò molta luce, anzi non ne gettò per niente, sul problema se egli si fosse lasciato malamente corbellare, a giudicare da due o tre manifestazioni di depressione che gli erano sfuggite, oppure se, al contrario, egli ci avesse visto ben chiaro, e, per una ragione o per un'altra, nota a lui soltanto, avesse permesso che le cose seguissero più o meno il loro. La povertà più nera sortiva appunto quell'effetto ed era quasi certo che, sebbene fornito di grandi capacità pedagogiche, egli trovasse non poche difficoltà per sbarcare il lunario.
  Adiacente all'orinatoio pubblico per uomini egli scorse un carretto di gelataio attorno a cui un gruppo presumibilmente di italiani nel calore di un alterco dava la stura a certe volubili espressioni del loro vivace linguaggio in un modo particolarmente animato essendo sorte tra i singoli alcune lievi divergenze.
    - Puttana madonna, che ci dia i quattrini! Ho ragione? Culo rotto!
    - Intendiamoci. Mezzo sovrano più...
    - Dice lui, però.
    - Farabutto! Mortacci sui!
    - Ma ascolta! Cinque la testa più...
    Mr Bloom e Stephen entrarono nel rifugio del vetturino, una struttura di legno senza pretese, dove, in precedenza, egli aveva raramente, se pur mai, messo piede; avendo l'uno precedentemente sussurrato all'altro qualche accenno riguardo al tenutario del luogo, che si diceva essere l'un tempo famoso Scorticacapre, Fitzharris l'invincibile, per quanto egli non potesse rispondere della realtà dei fatti, in cui poteva darsi non fosse rinvenibile il minimo vestigio di verità. Alcuni momenti dopo, ecco i nostri due nottambuli tranquillamente a sedere in un angolino discreto, sotto il fuoco degli sguardi d'una raccolta decisamente miscellanea di derelitti e vagabondi e altri inqualificabili esemplari del genere homo, già ivi occupati a mangiare e bere, caratterizzati dal vario discorrere, e per i quali essi apparentemente costituivano oggetto della più viva curiosità.
   - Oltre a una buona tazza di caffè, Mr Bloom si azzardò a suggerire plausibilmente per rompere il ghiaccio, mi sembra opportuno che lei debba consumare anche qualcosa di solido come, a mo' d'esempio, un maritozzo.
   In conseguenza il suo primo passo fu quello di ordinare tranquillamente col suo caratteristico sangfroid queste vettovaglie. Gli hoi pollòi rappresentati da fiaccherai o scaricatori, o quali ch'essi fossero, dopo un sommario esame, distolsero gli occhi altrove, evidentemente insoddisfatti, sennonché un individuo alticcio dalla barba rossa, parte dei cui capelli erano grigiastri, probabilmente un marinaio, continuò a fissarli per un notevole lasso di tempo, prima di trasferire al pavimento la sua attenzione estatica.
   Mr Bloom, avvalendosi della libertà di parola, dato anche che conosceva di saluto alla lontana la lingua dei disputanti per quanto, a dire il vero, alquanto nell'imbarazzo circa la parola voglio, fece rilevare al suo protégé in un tono di voce più che udibile, à propos della battaglia campale che ancora infuriava terribilmente nella strada:
    - Una bella lingua. Per cantare voglio dire. Perché non scrive la sua poesia in quella lingua lì? Bella Poetria! È così melodiosa e così piena. Belladonna. Voglio.
   Stephen, che stava facendo del suo meglio per sbadigliare se ci riusciva, soffrendo d'una stanchezza diffusa, rispose:
   - Roba da spaccare i timpani a un'elefantessa. Si stavano leticando per una faccenda di soldi.
  - Davvero? chiese Mr Bloom. Ma si capisce, soggiunse pensoso, riflettendo tra sé che tanto per cominciare c'eran più lingue di quanto non fosse assolutamente necessario, forse è solo quel fascino meridionale di cui è circondata.
  Il tenutario del rifugio interruppe questo tête-à-tête mettendo sul tavolo una tazza ribollente e ricolma d'una scelta pozione denominata caffè e un esemplare di maritozzo pressoché antidiluviano, o almeno tale ne era l'aspetto, dopodiché batté in ritirata verso il banco, Mr Bloom essendo deciso a squadrarlo ben bene più tardi ma a non aver l'aria di... Per la qual ragione incoraggiò Stephen a procedere, con un'occhiata, mentre faceva gli onori spingendo surrettiziamente la tazza di quello che provvisoriamente si stimava fosse caffè, gradualmente più vicino a lui.
   - I suoni sono delle imposture, disse Stephen dopo una pausa di un qualche tempo. Come i nomi, Cicerone, Podmore, Napoleone, Mr Goodbody. Gesù, Mr Doyle. Gli Shakespeare erano comunissimi, come i Murphy. Cosa c'è in un nome?
   - Sì, è verissimo, convenne Mr Bloom con naturalezza. Si capisce. Anche il nostro nome è stato cambiato, aggiunse, spingendo il cosiddetto maritozzo.
   Il marinaio dalla barba rossa, che fissava il suo occhio clinico sui nuovi venuti, abbordò Stephen, che aveva prescelto come oggetto particolare della sua attenzione, domandandogli senza ambagi:
     - E il suo nome qual è, se è lecito?
    All'ultima ora Mr Bloom toccò la scarpa del compagno, ma Stephen trascurando evidentemente quella calda pressione che gli giungeva inattesa, rispose:
    - Dedalus.
    Il marinaio non gli staccava di dosso lo sguardo degli occhi sonnolenti dalle grosse borse, piuttosto tumefatti da generose libagioni, a preferenza di quel buon vecchio Holland e acqua.
    - Lei conosce Simon Dedalus? chiese alfine.
    - Ne ho sentito parlare, disse Stephen.
    Mr Bloom si vide per un momento in alto mare, accorgendosi che tutti gli altri tendevano palesemente l'orecchio.
    - È un irlandese, affermò il prode uomo di mare, sempre con lo stesso sguardo negli occhi e annuendo. Tutto irlandese.
    - Troppo irlandese, ribatté Stephen.
   Quanto a Mr Bloom non ci vedeva né capo né coda in tutta quella questione, e si stava appunto chiedendo quale eventuale rapporto quando il marinaio, di sua iniziativa, si volse agli altri avventori del rifugio con quest'osservazione:
    - L'ho visto far saltar via due uova di sopra a due bottiglie a cinquanta yarde di distanza tirando di sopra alla spalla. Una sinistra infallibile.
    Per quanto impedito da una lieve balbuzie intermittente e da una certa goffaggine nel gestire tuttavia faceva del suo meglio per farsi capire.
   - Diciamo che la bottiglia sia là. Si misurarono cinquanta yarde. Uova sulle bottiglie. Alza il fucile al di sopra della spalla. Mira.
    Si voltò a metà, chiuse completamente l'occhio destro, poi contorse di sbieco i lineamenti e fulminò la notte con lo sguardo, atteggiando il volto a un'espressione quanto mai sgradevole.
    - Pam, gridò quindi una prima volta.
    Il pubblico intero attendeva, preparandosi a una detonazione addizionale, essendo rimasto un altro uovo.
    - Pam, gridò per la seconda volta.
    Evidentemente annientato anche l'uovo numero due, scosse la testa e strizzò l'occhio, aggiungendo con un'aria sitibonda di sangue:
    - Buffalo Bill tira e fa centro.
    Mai sbagliò, né mai sbaglierà. 
    Seguì un intervallo di silenzio finché a Mr Bloom per un bisogno di cortesia venne in mente di chiedergli se era successo a un campionato di tiro come il Bisley.
    - Come dice? fece il marinaio.
    - Molto tempo fa? proseguì Mr Bloom senza deflettere di un millimetro.
    - Be', rispose il marinaio, ammorbidito fino a un certo punto dal magico influsso del diamante che solo taglia un altro diamante, potrebbero essere un dieci anni. Faceva il giro del mondo con il Circo Reale Hengler. Gliel'ho visto fare a Stoccolma.  
 - Coincidenza curiosa, confidò Mr Bloom a Stephen sottovoce.
 - Mi chiamo Murphy, continuò il marinaio, D. B. Murphy di Carrigaloe. Sapete dov'è?
    - Porto di Queenstown, rispose Stephen.
    - Giusto, disse il marinaio. Forte Camden e Forte Carlisle. È di là che vengo. Sono di là. La mia mogliettina sta laggiù. È là che m'aspetta, lo so. Per l'Inghilterra, la casa e la beltà. È la mia legittima sposa, e sono già sette anni che non la vedo, andando sempre per mare.
   

   Mr Bloom poteva benissimo raffigurarsi il suo ingresso in scena, il ritorno al misero casolare, lungo la strada, del marinaio che l'ha fatta in barba a Papà Nettuno in una notte di pioggia e senza luna. In giro per il mondo per una donna. C'era tutta una serie di storie su quel particolare argomento di Alice Ben Bolt, Enoch Arden e Rip van Winkle e c'è qualcuno tra i presenti che si ricordi di Caoc O'Leary, un cavallo di battaglia, per altro non troppo facile da declamare, sia detto tra parentesi, del povero John Casey, e un brano di pura poesia pur nei suoi limiti? Non si tratta mai d'una moglie scappata di casa che ritorni, per quanto affezionatissima al caro assente. Il volto alla finestra! Pensate un po' al suo stupore quando finalmente tagliò il traguardo e l'atroce verità balenò in lui nei riguardi della sua dolce metà, naufragio d'ogni suo affetto. Non mi aspettavi davvero, ma son tornato per rimanere e ricominceremo la nostra vita. Essa siede là, la vedova di paglia, a quell'istesso focolare. Mi crede morto. In corpo ai pesci. E là c'è lo zio Chubb o Tomkin a seconda dei casi, il taverniere della Corona ed Ancora, in maniche di camicia, che mangia la sua bistecca con cipolle. Per ll babbo niente seggiole. Buuu! Il vento! L'ultimo arrivato è sulle sue ginocchia, figlio post mortem. Con un bel trallalà! Ed un buon trallalà! Ed un gran trallallera, trallalera trallalà! Inchinarsi al fatto compiuto. Sorridere e sopportare. Abbiatemi come sempre per il vostro affezionatissimo e desolato marito, D.B. Murphy. 
    Il marinaio, che non aveva certo l'aspetto di uno che abitasse a Dublino, si volse a uno dei fiaccherai con la domanda:
    - Non avrebbe mica per caso qualcosa come una cicca d'avanzo?
    Il fiaccheraio consultato così si dava il caso non ne aveva, ma il tenutario prese un grosso dado di tabacco nella sua giacchetta appesa a un chiodo, e l'oggetto agognato passò di mano in mano.
    - Grazie, disse il marinaio. 
  Si depositò il malloppo nel gargarozzo e, masticando e con lenta balbuzie, procedette:
    - Siamo a terra da stamani alle undici. Il tre alberi Rosevean di Bridgwater con un carico di mattoni. Mi sono imbarcato per la traversata.  Riscosso tutto, questo pomeriggio. Ecco il foglio di congedo. Vede? D.B. Murphy, marinaio qualificato.
    A conferma della quale dichiarazione districò dalla tasca interna e porse al vicino un documento dall'aspetto non molto pulito, piegato in due.
    - Lei deve aver visto un bel po' di mondo, osservò il tenutario, chinandosi sul banco.
    - Eh sì, rispose il marinaio pensandoci su, ho fatto un bel po' di circumnavigazione da quando sono salito a bordo. Sono stato nel Mar Rosso. Sono stato in Cina e nel Nord America e nel Sud America. Una volta ci dettero la caccia i pirati. Ho visto icebergs in quantità, di quelli che fanno fracasso. Sono stato a Stoccolma e nel Mar Nero, ai Dardanelli, sotto il capitano Dalton, il più grand'uomo che abbia mai mandato a picco la sua nave. Visto la Russia. Gospodi pomilyou. I russi pregano così.
    - Ne avete visti di posti strambi, dite la verità, fece un fiaccheraio.
    - Be', disse il marinaio cambiando di posto alla sua cicca semimasticata, ne ho viste anche di cose strambe, su e giù. Ho visto un coccodrillo mordere l'uncino di un'ancora come fo io con questo malloppo che ho in bocca.
    Si cavò di bocca il malloppo molliccio e, mettendoselo sotto i denti, lo morse ferocemente.
    - Aum! Così. E ho visto i cannibali nel Perù che si mangiano cadaveri e fegati di cavallo. Guardate qua. Eccoli. Me l'ha mandata un amico mio.
    Brancicò e cavò una cartolina illustrata dalla tasca interna che aveva tutta l'aria di essere una cambusa, quindi la spinse attraverso il tavolo. Stampato sopra leggevasi: Choza de Indios. Beni, Bolivia. 
   Tutti concentrarono l'attenzione sulla scena esibita loro, un gruppo di donne selvagge coi perizomi a strisce, accoccolate, ammiccanti, allattanti, accigliate, addormentate, in mezzo a uno sciame di fantoli (ce ne doveva essere una buona ventina) davanti ad alcune primitive capanne di giunchi.
    - Masticano coca tutto il  santo giorno, aggiunse il loquace lupo di mare. Stomachi come grattuge.  Si tagliano le tettine quando non possono più avere bambini. Guardateli qua  questi cosi coi coglioni allo scoperto a mangiar fegato crudo di cavalli  morti.
    La sua cartolina si trovò a essere un centro d'attrazione per i signori novellini, alcuni minuti, e forse più.
    - E lo sapete come si fa per tenerli alla larga? indagò guardandosi intorno. Poiché nessuno si faceva avanti, egli ammiccò e disse:
    - Vetro. E questo che li scombussola. Vetro.
   Mr Bloom, senza palesare la minima sorpresa, rivoltò in maniera casuale la cartolina per esaminare compiutamente l'indirizzo e il timbro parzialmente obliterati. Suonavano nel modo seguente: Tarjeta Postal. Senor A. Boudin, Galeria Becche, Santiago, Cile. Non v'era testo evidentemente, come subito egli particolarmente notò. Per quanto non credesse  implicitamente all'atroce racconto di poc'anzi, (né tampoco all'impresa delle uova-bersaglio malgrado Guglielmo Tell e l'incidente Lazarillo-don Cesare de Bazan descritto in Maritana dove la palla del primo perforò il cappello del secondo) avendo tuttavia rilevato una discrepanza tra il nome di colui (concedendo ch'egli fosse chi asseriva di essere e non navigasse sotto falsa bandiera dopo aver voltato gabbana da qualche parte alla chetichella) e il destinatario fittizio della missiva, la qual discrepanza lo portava a nutrir legittime suspicioni circa la bona fides del nostro amico, ciò non di meno la cosa gli richiamò in certo qual modo a mente un progetto da tempo accarezzato che egli aveva in animo di realizzare un giorno, mercoledì o sabato che fosse, di far cioè un viaggio a Londra via mare, non già che egli avesse mai viaggiato molto e fino a lontani lidi, però egli era nel profondo del cuore un avventuriero nato per quanto, per una beffa del fato, fosse rimasto costantemente animale terragno, se non si considerava un viaggio a Holyhead che fu il suo più lungo. Martin Cunningham aveva spesso detto che gli avrebbe procurato un biglietto gratuito da parte di Egan, ma c'era sempre un qualche dannato impedimento con l'unico risultato che il progetto falliva miseramente. Ma anche supponendo di dover arrivare ad allentare i cordoni della borsa e spezzar quindi il cuore di Boyd non era poi una spesa folle, borsa permettendolo, questione di qualche ghinea al massimo, considerando che il tragitto fino a Mullingar dove contava di arrivare era di cinque scellini e sei pence andata e ritorno. Il viaggetto avrebbe giovato alla salute per via dell'ozono tonificante e sarebbe stato in ogni senso una fonte di piacere, specie per uno il cui fegato non era del tutto a posto, poter vedere le varie località lungo la rotta, Plymouth, Falmouth, Southampton e via di seguito, il tutto culminando in una visita istruttiva a tutti i monumenti della grande metropoli, e nello spettacolo della nostra moderna Babilonia dove indubbiamente avrebbe visto i più grandi miglioramenti e rinnovato la conoscenza con la torre, l'abbazia, gli splendori di Park lane. Un'altra idea poi gli venne che non era per niente cattiva e cioè che avrebbe potuto dare un'occhiata in giro sulla piazza e cercar di prendere accordi per una tournée estiva musicale di concerti che comprendesse i più rinomati luoghi di villeggiatura, Margate con i bagni per uomini e donne e terme di primo ordine e le acque, Eastbourne, Scarborough, Margate e via di seguito, la  bella Bournemouth, le isole anglo-normanne e simili gioielli della costa la qual cosa avrebbe potuto rivelarsi altamente remunerativa. Non naturalmente con una compagnia di cani raccogliticci o con dilettanti locali tipo Mrs C. P. M'Coy mi presti la valigia e le manderò un biglietto. No, qualcosa d'extra, una troupe di stelle irlandesi, la compagnia d'Opera Tweedy-Flower, con la sua legittima sposa in qualità di prima donna, a mo' di contrappeso agli Elster Grimes e ai Moody-Manners, questione di un'aurea semplicità, ed egli già s'imbaldanziva del successo, purché qualche imbonitore con un briciolo di slancio sapesse tirare i fili giusti e assicurare sui giornali locali i soffietti, così da unire l'utile al dilettevole. Ma dov'era l'uomo adatto? Quello era l'ostacolo.
    Orbene, senza averne l'assoluta certezza, fu colpito dal fatto che un vasto campo si apriva quanto ad apertura di nuove strade per tenere il passo coi tempi, à propos della strada Fishguard-Rosslare, la quale, si buccinava, tornava sul tapis nei dipartimenti della circonlocuzione con la dose consueta di pratiche e temporeggiamenti da parte di burocrati evirati e dell'imperante balordaggine. C'erano veramente grandi possibilità per uno spirito d'iniziativa che volesse far fronte alle esigenze del pubblico viaggiante, dell'uomo medio cioè, Brown, Robinson e C.
   Era invero deplorevole nonché esteriormente assurdo, e non piccola colpa della nostra tanto lodata società, il fatto che l'uomo della strada qualora il suo organismo abbisogni veramente di un tonico, per una questione di due o tre misere sterline sia privato della possibilità di vedere un po' più di quel mondo in cui quotidianamene vive, invece di rimaner chiuso nella stia, da quando quel vecchio pulcino nella stoppa m'ha preso in moglie. Dopo tutto, accidenti, ne avevano avuto undici mesi e più di quella noia forzata e meritavano un cambiamento radicale di venue dopo il logorio della vita cittadina nei mesi estivi, di preferenza quando Madre Natura è nella sua miglior forma spettacolare, essendo questa per loro una vera e propria nuova erogazione di vita. C'erano per i villeggianti possibilità di eguale eccellenza nella nostra bella isola, deliziosi siti silvani da farti ringiovanire, che offrivano gran copia di attrazioni nonché un tonico  vigoroso per l'organismo, in Dublino e nei suoi pittoreschi dintorni, Pulafuca, perfino, alla quale portava un tram a vapore ma anche oltre, ancor più lungi dalla folla che impazza nel Wicklow, giustamente denominata il giardino d'Irlanda, zona ideale per velocipedisti maturi, fino a quando non vada a rotoli, e le lande selvagge del Donegal dove, se risponde a verità quanto si dice, il coup d'oeil è particolarmente grandioso, per quanto l'anzidetta località non sia facilmente raggiungibile, cosicché l'afflusso dei visitatori non è ancor quello che potrebbe essere, chi consideri i benefici capitali che se ne possono trarre, mentre Howth con le sue storiche memorie e altre varie, Thomas il Piaggiatore, Grace O'Malley, Giorgio IV, rododendri parecchie centinaia di piedi al di sopra del livello del mare, era una meta prediletta per persone d'ogni sorta e condizione, specie in primavera quando i bei vent'anni, per quanto il luogo già da tempo esigesse il suo pedaggio di morti per cadute premeditate o accidentali dalle scogliere di gente che di solito cade, sia detto per incidenza, sul piede sinistro, a solo tre quarti d'ora circa dalla colonna. Perché è naturale che il turismo moderno sia ancora nella sua infanzia, per così dire, e le comodità lascino ancora molto da desiderare. Interessante problema da approfondire, almeno a lui sembrava, per un motivo di pura e semplice curiosità, era il fatto se fosse il traffico a creare la strada o viceversa o in effetti le due cose insieme. Rivoltò la cartolina illustrata e la passò a Stephen.
   - Visto un cinese una volta, raccontava il gagliardo narratore, che aveva delle pillole piccoline, come di mastice, e le metteva nell'acqua e si aprivano, e ogni pillola diventava qualcosa di diverso. Una era una nave e un'altra era una casa, un'altra era un fiore. E coi topi poi, il cinesino ci fa la minestra, aggiunse ghiottamente.
   Scorgendo probabilmente un'espressione di dubbio sui loro volti, il giramondo non si staccava più dal tema delle sue avventure.
   - Visto anche un uomo ammazzato a Trieste da un italiano. Coltello nella schiena. Un coltello così.
   Nel parlare esibì un coltello a serramanico d'aspetto pericoloso, del tutto in carattere con la sua persona e lo impugnò con piglio aggressivo. Fu in un casino per via d'una storia tra due contrabbandieri. Uno nascosto dietro la porta, salta fuori alle spalle dell'altro. Così. Di' le tue pregbiere, fa quello. Trac! gli entrò nella schiena fino al manico.
   Il suo sguardo cupo vagava sonnolento sui volti degli astanti, quasi a sfidare ulteriori domande se ne pungesse loro vaghezza. È un bel pezzo d'acciaio, ripeteva, esaminando il suo formidabile stiletto.
   Dopo questo agghiacciante dénouement sufficiente a far basire i più tetragoni, richiuse la lama con uno scatto e ripose l'arma in questione in quella sua camera degli orrori di cui sopra, cioè in tasca.
    - Hanno una fissazione per le armi bianche, disse nell'interesse di tutti qualcuno che era evidentemente all'oscuro. Per questo si credette che gli omicidi del parco commessi dagli Invincibili, fossero opera di stranieri, per via che avevano adoperato coltelli.
   A tale osservazione formulata evidentemente nello spirito della più beata ignoranza, Mr B. e Stephen, ciascuno a suo modo, entrambi istintivamente si scambiarono sguardi pregni di significato, in un religioso  silenzio del classico tipo entre nous, e li diressero laddove Scorticacapre, alias il tenutario, senza batter ciglio traeva getti di liquido dal suo ordigno bollitore. Il suo volto imperscrutabile, che era una vera opera d'arte, uno studio in se stesso, di là da ogni descrizione, autorizzava a inferire che egli non capisse un'acca di quanto veniva detto. Buffo, molto.
  
 lettura ad alta voce 4

  Indi seguì un silenzio alquanto prolungato. Un uomo leggeva a pezzi e bocconi un giornale della sera macchiato di caffè; un altro la cartolina con gli indigeni choza de; un altro, il foglio di congedo del marinaio. Mr Bloom, per quanto lo riguardava personalmente, stava meditando in un accesso di pensierosità. Si sovveniva nel modo più vivace, come fosse ieri, di quando quasi una ventina di anni prima aveva avuto luogo l'evenienza cui s'era alluso, quando ai giorni delle sommosse dei contadini la cosa era piombata come un fulmine, parlando per immagini, sul mondo civile, attorno all'ottanta, per essere più precisi, l'ottantuno, quando aveva appena quindici anni.
    - Dico, capo, interloquì il marinaio. Mi renda un po' quei fogli.
    Accontentato che fu, egli aggranfiò i fogli con una zampata.
    - Ha visto la rocca di Gibilterra? sinformò Mr Bloom.
    Il marinaio fece una smorfia, nel masticare, in un modo che si  poteva interpretare come sì, certo, oppure no.
    - Ah, avete fatto scalo anche lì, disse Mr Bloom, punta d'Europa, supponendo che così fosse, nella speranza che quel pirata potesse grazie a qualche reminiscenza, ma non ne cavò nulla, limitandosi quello a lanciare un getto di saliva nella segatuta, e a scuotere la testa con una sorta di pigro disprezzo.
    - E in che anno circa? interpellò Mr Bloom. Si ricorda delle navi?
    Il nostro soi-disant marinaio seguitò a masticare gravemente, famelicamente, prima di dar risposta.
   - Sono stanco di tutte 'ste rocce in mezzo al mare, disse, e di navi e di battelli. Carne salata dal primo giorno all'ultimo.
  Evidentemente stanco, tacque. L'interrogante, ben vedendo che non avrebbe ricavato gran che da quella vecchia volpe, si dette a fare una serie di vaghe considerazioni sulle enormi dimensioni della superficie acquea del globo terrestre. Basti dire che, come lo dimostrava uno sguardo fuggevole alla carta, essa ne copriva ben tre quarti ed egli si rendeva ben conto di che cosa significasse essere i dominatori delle onde. In più d'una occasione, una dozzina al minimo, vicino al North Bull a Dollymount egli aveva notato un annoso lupo di mare, evidentemente derelitto, abitualmente seduto vicino al mare tutt'altro che aulente nei pressi del muraglione, in  contemplazione del mare che lo contemplava a sua volta, sognando di altri boschi e nuovi pascoli come canta quel tale da qualche parte. E ciò lo portava a domandarsi il perché. Probabilmente egli aveva cercato di svelare l'arcano per suo conto, sballottato da un antipodo all'altro per non parlare del resto e su e giù - beh, non proprio esattamente giù - tentando il destino. E le probabilità erano venti contro zero che la cosa non fosse affatto un arcano. Cionondimeno, senza entrare nelle minutiae della questione, restava, eloquente, il fatto che il mare era là in tutta la sua gloria, e che nel corso naturale degli eventi qualcuno doveva pur veleggiarvi sopra e gettare il guanto alla provvidenza per quanto il tutto si risolvesse nel dimostrare che la gente fa in modo di appioppare altrui gli oneri di quel genere come l'idea dell'inferno, le lotterie e le assicurazioni che venivano trattate esattamente allo stesso modo, così che per questa ragione, se non per altre, la domenica del soccorso marittimo era una nobilissima istituzione alla quale il pubblico in generale, non importa di dove, dell'interno o delle coste, a seconda del caso, messo così a giorno della cosa, dovrebbe estendere la sua riconoscenza e parimenti ai comandanti di porto e ai guardacoste che devono issare le vele e prendere il mare in mezzo alla furia degli elementi, qual che si sia la stagione, quando il dovere chiama l'Irlanda si attende che ognuno con quel che segue, e qualche volta se la vedevano proprio brutta nella stagione invernale, per non parlare delle boe luminose, Kish e le altre, esposte al pericolo di capovolgersi in qualunque momento, virando attorno a una delle quali una volta, lui e sua figlia erano incorsi in un mare notevolmente agitato, per non dire addirittura tempestoso.
  - C'era un tale imbarcato con me sul Giramondo, proseguì il vecchio lupo, giramondo anch'egli che tornato sulla terraferma si è trovato un posticino tranquillo come cameriere di un signore a sei sterline al mese. Sono suoi questi pantaloni e m'ha dato anche un impermeabile e quel coltello. Mi piacerebbe quel lavoro, barba e capelli. Non mi va di andare in giro per il mondo. Ora c'è mio figlio, Danny, che ha tagliato la corda per imbarcarsi e sua madre l'aveva fatto assumere da un merciaio a Cork dove avrebbe potuto fare i soldi facile.
   - Quanti anni ha adesso? fece un uditore che, sia detto per incidenza, visto di lato assomigliava lontanamente a Henry Campbell, il segretario comunale, lontano dalle aspre cure del suo ufficio, naturalmente non lavato di fresco, con un abbigliamento misero e un forte sospetto di coloritura all'appendice nasale.
   - Beh, rispose il marinaio con eloquio lento e perplesso. Mio figlio Danny? Ne dovrebbe avete circa diciotto, se ben ricordo.
    Al che il padre di famiglia di Skibbereen si spalancò con ambe le mani la camicia grigia o comunque non linda e prese a grattarsi  furiosamente il petto su cui potevasi vedere un'immagine tatuata in inchiostro di china azzurro, intesa a rappresentare un'ancora.
    - C'erano dei gran pidocchi in quella cuccetta a Bridgwater, rilevò. C'erano eccome. Bisogna che mi dia una bella lavata, uno di questi giorni. Ce l'ho con quelli neri io. Non li posso sopportare, quei fottuti. Ti succhiano il sangue ti succhiano.
    Vedendo che tutti gli guardavano il petto compiacentemente spalancò di più la camicia, cosicché, al di sopra del riveritissimo simbolo della speme e del riposo di un marinaio, essi ebbero agio di vedere il numero e un profilo di giovanotto dall'aspetto piuttosto accigliato.
    - Tatuaggio, spiegò l'esibente. Me lo sono fatto fare quando la bonaccia ci aveva bloccati al largo di Odessa nel Mar Nero sotto il capitano Dalton. L'autore è un tale che si chiamava Antonio. C'è anche lui, guardate, un greco.
    - Hai sentito molto male mentre te lo facevano? chiese uno al marinaio.
  Ma il brav'uomo era affaccendato a dare la caccia intorno al suo Vattelapesca. Strizzando oppure...
    - Guardate qua, disse, indicando Antonio. Eccolo che manda al diavolo il capitano in seconda. Ed eccolo adesso, aggiunse. Sempre lui, tirando la pelle con le dita, un trucco speciale evidentemente, che ride mentre gli raccontano qualche storia.
   Effettivamente non si poteva negare che il volto livido del giovanotto a nome Antonio avesse proprio l'aria di chi è forzato a ridere e il curioso effetto risvegliò l'ammirazione incondizionata di tutti, incluso Scorticacapre che questa volta s'era sporto in avanti.
    - Eh sì, eh sì, sospirò il marinaio, abbassando lo sguardo sul suo petto virile. Anche lui se n'è andato. Se lo son mangiato i pescicani. Eh, sì.
    Lasciò andare la pelle dimodoché il profilo riprese la normale espressione di prima.
    - Bel lavorino davvero, disse il portuale numero uno.
    - E il numero che ci sta a fare? s'informò lo sfaccendato numero due.
    - Mangiato vivo? chiese un terzo al marinaio.
    - Eh sì, eh sì, sospirò di nuovo quest'ultimo messere, più allegramente questa volta, con una sorta di sorriso abbozzato, ma di breve durata, in direzione dell'interrogante circa il numero. Mangiato. Era un greco.
    E poi aggiunse, con un umorismo piuttosto da forca, ove si consideri la presunta tragica fine:
    - È peggiore del vecchio Antonio.
    Mi ha lasciato nel guaionio. 
   Il volto d'una passeggiatrice, vitreo e smarrito sotto un cappello di paglia nero, sbirciò di sbieco dalla porta del rifugio, nel palese intento di fare una  piccola ricognizione a suo beneficio e tirar altra acqua al suo mulino. Mr Bloom, non sapendo più da qual parte guardare, si volse all'istante, scombussolato ma esteriormente calmo, e raccogliendo dalla tavola il foglio rosa dell'organo di Abbey street che il fiaccheraio, se tale egli era, aveva messo da parte, lo prese e guardò il rosa del foglio, ma perché poi rosa? La ragione del gesto era che aveva riconosciuto all'istante dietro la porta il volto di cui aveva colto una visione fugace quel pomeriggio sulla riva Ormond, cioè a dire la femmina parzialmente idiota del vicolo, la quale sapeva che la signora dal vestito marrone sta con te (Mrs B.) e le chiedeva se le faceva fare il bucato. Perché poi bucato, che era termine alquanto vago. Il bucato. Però, la sincerità l'obbligava ad ammettere di aver lui stesso lavato la biancheria intima sporca di sua moglie al tempo di Holles street e le donne dicevano di volerlo fare e lo facevano in verità per gli analoghi indumenti maschili con le iniziali in inchiostro di Bewley & Draper (quelli di lei, vogliamo dire) naturalmente se lo amavano, è sottinteso. Chi mi ama,  ama anche la mia camicia sporca. Pertanto, per il momento, essendo sui carboni ardenti, egli agognava più di qualsiasi altra cosa di non averla davanti agli occhi, ed ebbe a sentirsi veramente sollevato allorché il  tenutario con un rozzo cenno fece intendere alla donna di dover recarsi altrove. Di sopra all'Evening Telegraph egli colse appena una visione fugace del suo volto di là della porta con una specie di vitreo ghigno  demente che dimostrava come la donna non fosse del tutto in sé, mentre considerava evidentemente divertita il guppo degli spettatori attorno al petto nautico di padron Murphy, e poi scomparve.
    - La cannoniera, disse il tenutario.
    - È al di sopra della mia comprensione, confidò Mr Bloom a Stephen, dal punto di vista medico, s'intende, il capire come una miserabile creatura come quella là, che esce di quarantena, trasudante infezione, possa avere la faccia di sollecitare altrui o che un uomo, il quale non abbia perso il ben dell'intelletto, se ha un po' a cuore la sua salute. Infelice creatura! Naturalmente, suppongo che in ultima analisi sia un uomo il responsabile del suo stato odierno. Però, quale che sia la causa...
    Stephen non l'aveva osservata e si strinse nelle spalle, limitandosi a rilevare:
   - In questo paese la gente vende ben più di quello che abbia mai posseduto e fa affari d'oro. Non paventate di coloro che vendono il corpo ma non hanno il potere di comprare l'anima. Quella è una cattiva commerciante. Compra caro e rivende a basso prezzo.
   Il più anziano, che pur non era per niente una zitellona o una fanciulla pudibonda, disse che era poco meno di uno scandalo sfacciato, al quale dovrebbesi por fine instanter, il vedere che donne di quello stampo (lungi da noi ogni schizzinosaggine zitellesca in proposito), un male d'altronde necessario, non fossero fornite di licenza, e soggette a controllo medico delle autorità competenti, misura di cui egli poteva veracemente asserire essere stato, in qualità di paterfamilias, irriducibile sostenitore fin da principio. Chiunque imprendesse a sostenere una politica del genere, diceva, e sottomettesse compiutamente la cosa alla pubblica opinione sarebbe per l'eternità un benefattore di tutti gli interessati.
  

   - Lei, come buon cattolico, egli osservò, a proposito del corpo e dell'anima, certo crede nell'anima. Oppure la intende come l'intelligenza, la forza del cervello in quanto tale, distinta da ogni altro oggetto esterno, il tavolo, poniamo, o quella tazza? Anch'io ci credo perché la cosa è stata spiegata da persone competenti con le circonvoluzioni della materia grigia. Altrimenti non avremmo mai avute invenzioni, come, ad esempio, i raggi X. Non crede?
   Messo così con le spalle al muro, Stephen dovette fare un sovrumano sforzo di memoria per tentare di concentrarsi e ricordare prima di poter dire:
   - Mi si dice da fonte autorevolissima che è una sostanza semplice e pertanto incorruttibile. Sarebbe immortale, mi risulta, se si eccettua la possibilità di un suo annientamento da parte della sua Causa Prima, la Quale, per quanto possa saperne, è in grado di aggiunger questo al numero di tutti gli altri Suoi scherzi di cattivo genere, la corruptio per sé e la corruptio per accidens essendo entrambe escluse dall'etichetta di corte.
    Mr Bloom convenne completamente con il succo del ragionamento per quanto la finesse mistica in esso implicita fosse un tantino al di là della sua comprensione sublunare e tuttavia non poté a meno di avanzare un'obiezione al riguardo di quel "semplice", soggiungendo prontamente:
    - Semplice? Non  oserei dire che sia la parola più appropriata. Naturalmente, ne convengo, per farle una concessione, ci s'imbatte in un'anima semplice una volta ogni morte di papa. Ma ciò a cui mi tarda d'arrivare è questo, una cosa è, per esempio, inventare quei raggi come Röntgen, o il telescopio come Edison per quanto mi pare sia stato uno prima di lui, Galileo volevo dire e lo stesso vale per le leggi, per esempio, di un fenomeno naturale di vasta portata quale l'elettricità, ma è tutto un altro par di maniche il dire che si crede nell'esistenza di un Dio soprannaturale.
   - Ma questo, ribatté animatamente Stephen, è stato definitivamente provato dai brani più noti delle Sacre Scritture, per tacere delle prove circostanziali.
    Su questo punto spinoso, le opinioni della coppia, essendo essi agli antipodi, sia quanto a preparazione culturale sia per ogni altra cosa, con l'aggiunta della notevole differenza delle loro rispettive età, vennero a cozzare.
   - Provato? obiettò il più ricco d'esperienza dei due, mantenendosi sulle sue posizioni. Con un sorriso di incredulità. Non ne son poi tanto sicuro. È questione d'opinione individuale e, senza mettermi da un punto di vista settario, mi permetto di differire in toto da lei sulla questione. Il mio pensiero in merito, per dirle tutta la verità, è che quei suoi frammenti sono con ogni probabilità degli autentici falsi inseriti tutti quanti dai monaci, altrimenti si torna alla gran questione del nostro poeta nazionale, chi esattamente ne è l'autore, come Amleto e Bacone, ma ella conosce certo il suo Shakespeare meglio di me, e non è certo il caso che le insegni io. Perché non prende il caffè a proposito? Glielo rimescolo io, lei prenda un pezzo di quel maritozzo. È una specie di galletta da marinai, travestita. Però uno non può dare più di quel che ha. Ne assaggi un pezzetto.
    - Non mi va, arrivò ad articolare Stephen, rifiutandosi i suoi organi mentali, per il momento, di reggere ulteriormente.
   Il criticare essendo proverbialmente una magra speculazione, Mr Bloom pensò bene di rimescolare, o almeno tentar di farlo, lo zucchero aggrumato sul fondo e rifletté non senza un'ombra di acrimonia alla Casa del Caffè e alla sua iniziativa di temperanza (e di lucro). Per certo l'intento era legittimo e senza possibilità di contestazione era stato fatto un monte di bene. Rifugi come il presente venivano organizzati con spirito antialcoolico, per nottambuli, nonché concerti, rappresentazioni di filodrammatici, conferenze istruttive (ingresso libero) tenute da persone qualificate a uso delle classi inferiori. D'altra parte, aveva un distinto e doloroso ricordo di una modestissima remunerazione corrisposta a sua moglie, la signora Marion Tweedy che ne era stata viva parte per qualche tempo, per le sue prestazioni al pianoforte. L'idea, come era fortemente incline a credere, era quella di far del bene e d'impinguare la cassa, non essendoci concorrenza degna del nome. Era stato trovato del veleno di solfato di rame, SO4 o qualcosa del genere, ricordava di aver letto, in un piatto di piselli secchi in una trattoria a buon mercato da qualche parte ma non si ricordava né quando né come. Comunque il controllo, controllo medico, di tutti i commestibili, gli sembrava più che mai necessario, il che era un probabile motivo della voga del Vi-Cacao del Dr Tibble per via dell'acclusa analisi medica.
  - Ne butti giù un sorso adesso, s'arrischiò a dire alludendo al caffè, dopo la rimescolatura.
  In quel modo sollecitato a comunque gustarne, Stephen sollevò per il manico il pesante recipiente, staccandolo con uno schiocco dalla pozzanghera bruna e sorbì un sorso del repellente beveraggio.
   - Comunque è qualcosa di solido, insisté il suo buon genio, io son sempre stato sostenitore del cibo solido, la sua sola ed unica ragione essendo non già la soddisfazione della ghiottoneria ma la consumazione di pasti regolari come premessa sine qua non di ogni normale lavoro mentale o manuale. Ella dovrebbe mangiare un po' di più di alimenti solidi. Si sentirebbe un altro.
   - I liquidi, sì, mi vanno, disse Stephen. Ma voglia usarmi la cortesia di levare quel coltello. Non sopporto la vista della punta. Mi ricorda la storia romana.
  Mr Bloom fece prontamente come suggeritogli e rimosse l'arnese incriminato, un comune coltello smussato col manico di corno con niente assolutamente di romano o di antico per un occhio profano, rilevando che la punta era il punto meno evidente di esso.
  - Le storie del nostro comune amico sono proprio come lui apropos di coltelli, osservò Mr Bloom al suo confidante sotto voce. Crede ella che siano autentiche? Potrebbe sfornarne per ore ed ore tutta la notte e sballarne di grosse. Lo guardi un po'.
   Eppure, nonostante i suoi occhi fossero ispessiti dal sonno e dall'aria di mare, la vita era sempre piena d'una legione di cose e di coincidenze di natura terribile, e non esorbitava affatto dai limiti della possibilità il fatto che tutto ciò non fosse inventato di sana pianta, per quanto di primo acchito non ci fossero probabilità intrinseche che tutta quella filza di baggianate che andava ventilando fosse esattamente verità di vangelo.
    Nel frattempo egli era venuto facendo un inventario vero e proprio dell'individuo a lui di fronte e Sherlockholmizzandolo fin dal primo momento che gli era capitato sotto gli occhi. Per quanto uomo ben conservato di eccezionale vigoria, seppur lievemente incline alla calvizie, c'era qualcosa di spurio nel suo aspetto che suggeriva il suo essere uscito di gattabuia e non ci voleva certo un gran volo di fantasia per associare quel sinistro campione con la confraternita del pane e acqua e del sole a scacchi.  Fors'anche era stato lui a far fuori il suo uomo, supponendo fosse suo il caso di cui aveva parlato, come spesso si fa attribuendolo ad altri, e cioè, che lo avesse ucciso lui stesso e si fosse fatto i suoi quattro o cinque begli anni al fresco per tacere del personaggio rispondente al nome di Antonio (nessun rapporto col personaggio drammatico suo omonimo uscito dalla penna del nostro poeta nazionale) che aveva espiato i suoi crimini nella maniera drammatica anzidetta. D'altra parte poteva anche darsi che egli le sballasse grosse, debolezza comprensibile, perché l'incontrare classici babbei, cittadini di Dublino, come quei fiaccherai assetati di notizie dall'estero, indurrebbe in tentazione qualsiasi vecchio marinaio che corra gli oceani a raccontarne di belle circa la goletta Hesperus eccetera. E si dica pure quel che si vuole, le bugie che uno può dire di sé non sono probabilmente degne neppure di legare i lacci delle proverbiali scarpe alle balle enormi che gli altri coniano su di lui.
    - E badi, non dico che sia tutto pura invenzione, disse riprendendo il discorso. Ci si imbatte di quando in quando, se non proprio di sovente, in scene analoghe. I giganti però, ce ne vuole per incontrarne uno una volta ogni tanto. Marcella, la nana regina. A quel museo delle cere in Henry street ho visto coi miei occhi degli Aztechi, come li chiamano, seduti con le gambe incrociate. Non avrebbero potuto stenderle neanche a pagarli perché i muscoli qui, vede, proseguì tracciando il contorno sul suo compagno, i tendini, li chiami come vuole, dietro il ginocchio destro si erano del tutto atrofizzati a forza di rimaner così contratti in quella posizione, mentre li adoravano come dèi. Ecco un altro esempio di anime semplici.
   Comunque, per tornare all'amico Sinbad e alle sue orrifiche avventure (che gli richiamavano un po' a mente Ludwig, alias Ledwidge, quando calcava il palcoscenico del Gaiety, quando Michael Gunn era uno degli impresari con l'Olandese Volante, un successo formidabile, e il suo stuolo di ammiratori correva a frotte, tutti affollandosi per sentirlo, per quanto i vascelli, fantasmi o meno, di solito siano un disastro sulla scena come i treni del resto) non c'era poi niente di assolutamente incredibile, lo ammetteva. Al contrario quella stilettata nella schiena faceva molto italiano, per quanto a voler essere sinceri egli fosse dispostissimo ad ammettere che quei gelatieri e friggitori di pescheria, per tacere poi di quei friggitori di patatine ecc., nella piccola Italia di quassù, vicino a Coombe, erano persone sobrie, parche e lavoratrici forse un po' troppo dediti alla persecuzione notturna dell'altrui necessario ma innocuo animale della specie felina onde ricavarne una buona succolenta mangiata con l'aglio de rigueur il giorno dopo, alla chetichella e aggiunse, a buon mercato.
   - Gli spagnoli, per esempio, continuò, di temperamento passionale come sono, impetuosi come il diavolo in persona, sono inclini a farsi giustizia da sé e ti saldano i conti per direttissima con quei pugnali che portano, nella pancia. Dipende dal gran calore, il  clima in generale. Mia moglie è, per così dire spagnola, a metà, per meglio dire. In effetti potrebbe benissimo richiedere la nazionalità spagnola se volesse, essendo nata (tecnicamente) in Spagna, ossia a Gibilterra. Ha il tipo spagnolo. Piuttosto scura, una vera bruna, nera di capelli. Io, per quel che mi riguarda, sono fermamente convinto che il carattere dipende dal clima. Ecco perché le ho chiesto se scriveva le sue poesie in italiano.
    - I temperamenti che abbiamo trovato alla porta, si intromise Stephen, erano molto appassionati per via di dieci scellini. Roberto ruba roba sua.
    - Perfettamente, fece eco Mr Bloom.
   - E poi disse Stephen, con lo sguardo fisso e divagando per sé o qualche altro ascoltatore ignoto, abbiamo l'impetuosità di Dante e quel triangolo isoscele, Miss Portinari, di cui egli s'innamorò e Leonardo e San Tommaso Mastino.
    - Ce l'hanno nel sangue, acconsentì immediatamente Mr Bloom. Son tutti  lavati nel sangue del sole. Una coincidenza, son capitato proprio oggi al Museo di Kildare street, poco prima del nostro incontro, se così posso chiamarlo, e stavo dando un'occhiata a quelle statue antiche che ci sono. Proporzioni meravigliose delle anche, del petto. Qui non le capita mai d'imbattersi in donne come quelle. Un'eccezione di quando in quando. Di belle sì, anche di graziose se si vuole, se ne trovano, ma quel che intendo io è la forma femminile. E poi han così poco gusto nel vestire, la maggior parte, il che dona molto alla bellezza naturale della donna, non c'è che dire. Le calze cadenti poi, e sarà, lo è forse senz'altro, una mia fissazione, sono una cosa che non posso assolutamente sopportare.
   L'interesse, pertanto, cominciava un tantino a languire tutto intorno e gli altri presero a parlare di incidenti marittimi, navi sperdute nella nebbia, collisioni con icebergs, e via dicendo. Mollalancora, naturalmente, aveva da dire la sua. Aveva doppiato il Capo diverse volte e si era sorbito un monsone, una specie di vento, nei mari della Cina e attraverso a tutti i pericoli del mare c'era una cosa, dichiarava, che non lo aveva mai tradito, o qualcosa del genere, una sua pia medaglia che lo aveva sempre salvato.
    In tal modo, dopo di ciò, finirono sul naufragio della roccia di Daunt, il naufragio di quella disgraziata imbarcazione norvegese, a nessuno veniva in mente il nome per il momento, finché il fiaccheraio che veramente assomigliava un po' a Henry Campbell lo ricordò, Palme, sulla spiaggia di Booterstown, ne parlò tutta la città quell'anno  (Albert William Quill compose un bel brano in versi originali di notevole merito sull'argomento per l'Irish Times irlandes) cavalloni che la spazzavano e centinaia e centinaia di persone sulla spiaggia impietrite dall'orrore. Poi qualcuno disse qualcosa sul caso della nave a vela Lady Cairns di Swansea, speronata dalla Mona che veniva dalla direzione opposta, con un tempo piuttosto brumoso, e colata a picco con tutta la ciurma sul ponte. Non si poté darle alcun aiuto. Il suo comandante, quello della Mona, disse che aveva avuto paura per i compartimenti stagni nella collisione. Ma non aveva acqua nella stiva, almeno pare.

lettura ad alta voce 6

   A questo stadio sopravvenne un incidente. Essendogli venuta la necessità di spiegare un terzaruolo, il marinaio abbandonò il suo posto.
   - Lasciate che vi doppi a prua, compare, disse al vicino, che si stava giusto abbandonando a un pacifico sonnellino.
    Lento e pesante, con certo qual grave incedere, si mosse in direzione della porta, scese pesantemente lo scalino che portava fuori del rifugio e poggiò a sinistra. Mentre faceva il punto sulla sua posizione, Mr Bloom, il quale aveva osservato che al momento di alzarsi aveva due bottigliette presumibilmente di rum sporgenti ognuna da una tasca, per uso privato delle sue aride interiora, gli vide estrarre una bottiglia e stapparla o svitarla e, applicandone il collo alle labbra, sorbirsene un buon sorso con gran gusto e un certo gorgoglìo. L'incorreggibile Bloom il quale inoltre sospettava perspicacemente che il vecchio malvone fosse uscito per una manovra connessa alla controattrazione di quella femmina che, comunque, risultava sparita a tutti gli effetti, poté, con un certo sforzo scorgerlo appena quando, debitamente rinforzato da quella impresa del poncino al rum, guardava a bocca aperta i piloni e le travature della linea di circonvallazione, con aria di non capirci nulla, poiché naturalmente era tutto cambiato di sana pianta dal tempo della sua ultima visita e di gran lunga migliorato. Una o più persone invisibili gli indicarono il vespasiano per uomini, all'uopo eretto sul posto a cura dell'Ufficio d'Igiene, ma, dopo breve lasso di tempo  durante il quale regnò il silenzio, il marinaio passando evidentemente al largo, si scaricò lì più vicino, percependosi il rumore dell'acqua della sua stiva sul selciato, qualche tempo dopo, la qual cosa svegliò evidentemente un cavallo del vicino posteggio.
   Uno zoccolo, comunque, batté in terra in cerca d'una nuova posizione dopo il sonno e una cavezza tintinnò. Leggermente disturbato nella sua garitta presso il braciere di carbone ardente, il custode municipale, il quale benché già al mal passo e vicino a finir male, non era altri nella cruda realtà che l'anzidetto Gumley ormai praticamente mantenuto a spese della parrocchia, debitore di quella posizione temporanea a Pat Tobin, secondo ogni probabilità e verosimiglianza, in conseguenza dei suoi principii di umanità, poiché l'aveva conosciuto in passato - si voltò e si agitò nella garitta prima di ricomporre le membra in seno a Morfeo. Un esempio veramente impressionante di miseria nera nella sua forma più virulenta abbattutasi su un infelice di ottima famiglia e abituato fin dalla più tenera infanzia ai conforti d'una casa decente cui erano toccate ben 100 sterline all'anno di rendita che quell'asino calzato e vestito aveva prontamente seminato di qua e di là. Ed eccolo là che non sapeva dove batter la testa, dopo avere sollevato parecchio scalpore in città, senza il becco di un quattrino. Egli beveva, non c'è bisogno di dirlo, e la cosa poteva ancora una volta servire da lezione poiché oggi egli avrebbe tranquillamente potuto avere una bella posizione se - un grosso se, però - avesse mai procacciato di guarirsi di quella sua particolare inclinazione.
  Tutti, nel contempo stavano lamentando rumorosamente la decadenza del tonnellaggio irlandese sia di piccolo cabotaggio, sia di lungo corso che era parte integrante dello stesso problema. Una nave di Palgrave Murphy era stata messa in mare al Bacino Alexandra, il solo varo di quell'anno. anche vero che i porti non mancavano, solo che le navi non ci si fermavano.
    C'erano anche naufragi su naufragi, diceva il tenutario, che era evidentemente au fait.
    Quello che voleva accertare era perché quella nave fosse andata a sbattere contro l'unica roccia della Baia di Galway, quando il piano del porto di Galway era stato messo in discussione da un certo Mr Worthington o qualcosa di simile, eh? Andatelo a chiedere al capitano di allora, suggerì loro, quanto si è fatto ungere il palmo della mano dal Governo inglese per il lavoro di quel giorno. Il capitano John Lever della Lever Line.
   - Ho ragione, comandante? chiese al marinaio che tornava ora, dopo la sua libagione privata e le operazioni successive.
    Quel degno uomo, cogliendo a volo la coda della canzone o piuttosto delle parole, cominciò a ringhiare quella che avrebbe voluto esser musica, ma con grande vigoria, una qualche specie di canto marinaro a seconde o a terze. Le orecchie acute di Mr Bloom gli udirono espettorare probabilmente il tabacco (ed era proprio così), dal che era da inferire che lo aveva provvisoriamente tenuto in mano mentre attendeva a bere e a fare acqua, e che lo aveva trovato un tantino acido dopo il fuoco liquido in questione. Comunque barcollò dentro dopo la sua felice libagione-cum-potagione, introducendo con la sua persona un'atmosfera d'osteria nella soirée, cantando baldanzosamente, come un vero figlio di cambusiere:
    - Biscotti duri come sassi
    Carne salata come il culo della moglie di Lot. 
    Oh, Johnny Lever! 
    Johnny Lever, oh!   
   Dopo questa effusione il temibile campione rientrò tranquillamente in scena e, riguadagnando il suo posto, affondò, più che non si sedesse, pesantemente sul banco all'uopo fornito. Scorticacapre, ammettendo che fosse lui, perseguendo evidentemente qualche suo fine particolare, stava esalando tutte le sue lagnanze in una enfaticolamentosa filippica riguardo alle risorse naturali dell'Irlanda, o qualcosa del genere, che egli descrisse nella sua prolissa dissertazione come il paese più ricco, nessuno escluso, della faccia del globo, di gran lunga superiore all'Inghilterra, con carbone in grande quantità, esportazioni annuali di carne di maiale per un ammontare di sei milioni di sterline, dieci milioni tra burro e uova, e tutte le ricchezze pompate dall'Inghilterra con i gravami imposti alla povera gente che veniva continuamente salassata, e la carne migliore sul mercato se l'ingozzavano loro, e un sacco d'altre cose, sempre con la stessa veemenza. La loro conversazione di conseguenza diventò generale e tutti concordavano che era un fatto. Si poteva far crescere qualsiasi cosa sul suolo dell'Irlanda, egli affermò, e c'era quel colonnello Everard laggiù a Navan, a coltivar tabacco. E dove me lo trovate del lardo come quello irlandese? Ma il dì della resa dei conti, affermò in crescendo con voce ben ferma, monopolizzando interamente tutta la conversazione, non era lontano ormai per la possente Inghilterra, ad onta del potere del suo oro dovuto ai suoi crimini. Ci sarebbe stata una caduta e la caduta più spaventosa della storia. I tedeschi e i musi gialli avrebbero pur detto la loro, egli affermò. I Boeri erano il principio della fine. L'Inghilterra di princisbecco già barcollava, e l'Irlanda sarebbe stata la sua rovina, il suo tallone d'Achille il che egli spiegò loro come punto vulnerabile di Achille, l'eroe greco, un punto che i suoi uditori afferrarono all'istante dato che egli s'impadronì completamente della loro attenzione mostrando il tendine in questione sulla sua scarpa. Il consiglio a tutti gli irlandesi era: rimanete nella terra dove siete nati e lavorate per l'Irlanda e vivete per l'Irlanda. L'Irlanda, ha detto Parnell, non può fare a meno di uno solo dei suoi figli.
   Gran silenzio all'intorno sottolineò la conclusione del suo finale. L'impervio navigatore accolse impavido queste tetre novelle.
    - Bisogna darci ben dentro per far questo, padrone, ribatté il rozzo individuo dal cuor gentile, palesemente un po' irritato, in risposta al truismo or ora esposto.
    Alla qual doccia fredda, in riferimento al crollo e al resto, il tenutario concorse pur restando fermo sulle sue convinzioni.
  - Quali sono le migliori truppe nell'esercito? interrogò irosamente il vecchio veterano brizzolato. E i migliori saltatori e corridori? E i migliori ammiragli e generali che abbiamo? Ditemi un po'!
  - Gli irlandesi, se si ha da scegliere, ritorse il fiaccheraio che assomigliava a Campbell, eccettuate le chiazze facciali.
    - Giusto, incalzò con forza il vecchio lupo di mare. Il contadino cattolico irlandese. È la spina dorsale del nostro impero. Conoscete Jem Mullins?
    Pur rendendogli atto delle sue opinioni, come a chiunque, il tenutario aggiunse che non gli importava nulla di qualsiasi impero, il nostro o il suo, e che reputava qualsiasi irlandese il quale servisse quell'impero indegno perfino del nome. Poi cominciarono a volar tra di loro parole irate, e quando l'aria cominciò a scaldarsi, ambedue, inutile dirlo, s'appellarono agli ascoltatori che seguivano quella tenzone con interesse purché non si perdesse tempo in recriminazioni e non si arrivasse a vie di fatto.
   In base a informazioni privatissime raccolte durante un certo numero di anni Mr Bloom era piuttosto incline a relegare quell'opinione nel campo delle solenni balordaggini poiché, in attesa di quella final consumazione da essere o non essere devotamente desiderata, egli era pienamente a giorno del fatto che i loro vicini d'oltre canale, ammenoché non fossero molto più sciocchi di quanto egli non credesse, tendevano piuttosto a celare la loro forza che non il contrario. La cosa faceva degnamente il paio con l'idea donchisciottesca da certuni sostenuta, che tra cento milioni d'anni la vena carbonifera dell'isola gemella sarebbe esaurita e se, col passare del tempo, questa ciambella fosse riuscita col buco, tutto quello che lui poteva dire personalmente al riguardo si era che, dacché una miriade di circostanze egualmente interessanti il risultato definitivo poteva verificarsi prima, era sommamente consigliabile nel frattempo tentar di cavare il più possibile dai due paesi, per quanto agli antipodi. Un'altra cosa abbastanza interessante, e cioè gli amori delle puttane e dei marmittoni, per dirla senza peli sulla lingua, gli richiamava a mente che i soldati irlandesi avevano combattuto per l'Inghilterra tante volte quanto contro di essa, e forse di più in effetti. Ditemi un po', perché? Perciò la scena tra i due, il tenutario autorizzato del posto, del quale si buccinava essere o esser stato Fitzharris, il famoso Invincibile, e quell'altro, ovviamente fasullo, a lui osservatore, studioso dell'animo umano se mai uno ve ne fu, essendo gli altri meno a giorno del giochetto, richiamava forzosamente alla mente la solita storia dei due compari, supposto cioè, che la cosa fosse predisposta. Quanto poi al gerente o tenutario, che probabilmente non era affatto quell'altra persona, egli (Bloom) non poteva non sentire, e a buon diritto, che era meglio tenersi alla larga da gente come quella, a meno di essere un autentico citrullo, e rifiutarsi d'avere a che fare con loro e i loro sozii come regola aurea di vita privata, essendoci sempre la probabilità che capitasse un tizio a testimoniare per l'accusa del procuratore della regina o meglio del re, in questo momento come Denis o Peter Carey, idea da cui egli decisamente aborriva. D'altra parte poi, non aveva per principio nessuna simpatia per quella vita di violenza e di delitto. Pure, anche se queste inclinazioni criminose non avevano albergato nel suo petto sotto qualsiasi specie o forma, egli di certo provava, non poteva negarlo, (pur rimanendo interiormente qual era), una certa quale ammirazione per un uomo che si era trovato a brandire un coltello, freddo acciaio, col coraggio delle sue convinzioni politiche, ancorché personalmente egli non si sarebbe mai potuto associare a un'azione del genere, roba dello stesso tipo di quelle vendette d'amore del sud, averla o farmi impiccare per lei, quando spesso si dava che il marito dopo alcune parole volate tra i due riguardo alla relazione di lei con quell'altro felice mortale  (avendo lui fatto sorvegliare la coppia), infliggesse ferite mortali alla sua adorata quale risultato d'una liaison postnuziale superaddita, affondando in lei il coltello, finché non lo colpì il fatto che Fitz, soprannominato Scorticacapre, si era limitato a guidare la vettura degli effettivi autori del crimine e quindi non era stato, se le sue informazioni provenivano da buona fonte, complice effettivo in quell'imboscata e questo, d'altronde, fu l'argomento principe con cui un certo luminare del foro gli salvò la pelle. In ogni caso questa era veramente acqua passata ormai e quanto al nostro amico, lo pseudo Scorticaeccetera egli era molto evidentemente ormai persona la cui sopravvivenza non era più gradita. Avrebbe dovuto morire o di morte naturale o sia pure sul patibolo. Come le attrici, sempre serate d'addio - ultima definitiva comparsa sulle scene e poi ti ricompaiono tutte sorridenti. Generose fino all'assurdo, naturalmente, piene di temperamento, neanche la minima idea di cosa voglia dire fare economia, sempre lasciare il certo per l'incerto. Similmente aveva un vivo sospetto che Mr Johnny Lever si fosse alleggerito di qualche quattrinello nel corso delle sue deambulazioni lungo i docks, nell'atmosfera congeniale della taverna Old Ireland, torna a Erin e così via. E poi, quanto agli altri, non era molto che aveva sentito gli stessi identici discorsi nello stesso gergo, e raccontò a Stephen come aveva messo semplicemente ma efficacemente a tacere il responsabile.
    - Aveva preso ombra per qualcosa, dichiarò quella molto offesa ma tutto sommato equilibrata persona, che m'ero lasciato sfuggire. Mi aveva chiamato ebreo, e con molta veemenza, in modo offensivo. Allora io, senza staccarmi minimamente dalla realtà dei fatti, gli ho detto che il suo Dio, intendo Cristo, era ebreo anche lui, e tutta la sua famiglia, come me, per quanto in realtà io non lo sia. Gli ho tappato la bocca. Una risposta calma fa sbollire l'ira. Non trovò più nulla da ribattere come tutti poterono vedere. Non ho ragione forse?
    Rivolse a Stephen un lungo sguardo d'orgoglio cupo e timoroso, che intendeva "sei dalla parte del torto" per la mite accusa che lanciava, con in più un'occhiata supplichevole perché egli sembrava intuire in certo qual modo che non fosse tutto esattamente...
   - Ex quibus, borbottò Stephen in tono poco impegnativo, mentre i loro occhi conversavano uno a uno o due a due, Christus o Bloom è il nome suo, oppure, se vogliamo, qualunque altro, secundum carnem.
    - Si capisce, proseguì patteggiando Mr Bloom, bisogna considerare le due facce della medaglia. Non è troppo facile stabilire regole rigide o preordinate riguardo alla ragione e al torto ma c'è  sicuramente posto per miglioramenti, benché ogni paese, si dice, inclusa la sventurata patria nostra, abbia il governo che si merita. Ma con un po' di buona volontà da ambo le parti. È molto bello vantarsi di una reciproca superiorità ma perché non parlare dell'uguaglianza reciproca? Aborro dalla violenza e dall'intolleranza sotto qualsiasi specie o forma. Non arriva mai a nulla né impedisce mai nulla. La rivoluzione deve avvenire a rate. È una palese assurdità e tale da saltare agli occhi, odiare della gente solo perché abita dietro l'angolo e parla un altro vernacolo, per così dire.
    - Quella memorabile fottuta battaglia del ponte e la guerra dei sette minuti, assentì Stephen, tra Skinner's alley e il mercato di Ormond.
   - Sì, acconsentì senz'altro Mr Bloom avallando completamente l'osservazione, la cosa era giusta e stragiusta e tutto il mondo era strapieno di cose del genere.
  - Mi ha levato le parole di bocca, disse. Un guazzabuglio di testimonianze contraddittorie che sinceramente non si potrebbero neppur lontanamente...
   - Tutte quelle meschine dispute, a suo modesto avviso, che facevano fare cattivo sangue dovute alla bozza della combattività o una qualche ghiandola, mentre erroneamente si supponevano motivate da un punto d'onore o da una bandiera erano in gran parte la solita questione di denaro, che stava alla base di tutto, avidità e gelosia, non sapendo mai la gente quando ci si deve fermare.
  - Lanciano accuse - osservò ad alta voce. Si volse via dagli altri, che probabilmente... e parlò più da vicino, in modo che gli altri... nel caso che...
    - Gli ebrei, soffiò in una parte all'orecchio di Stephen, sono accusati di provocare rovine. Neanche l'ombra della verità, lo posso ben affermare. La storia - la sorprende il sentirlo dire? - prova in maniera lampante che la Spagna decadde quando l'Inquisizione scacciò gli ebrei e che l'Inghilterra prosperò quando Cromwell, un farabutto singolarmente in gamba, che, sotto molti altri aspetti, ha diverse cose sulla coscienza, li importò. Perché? Perché sono imbevuti dello spirito giusto. Sono pratici ed è cosa dimostrata. Non voglio indulgere in... perché ella certo conosce i classici sull'argomento, e poi, ortodosso come ella è... Ma nel campo, per non toccare quello religioso, economico, prete è sinonimo di povertà. La Spagna poi, l'ha visto durante la guerra, in confronto con la progressiva America. I Turchi, è una questione di dogma. Perché se non credessero che si va dritti filati in cielo dopo morti cercherebbero di vivere un po' meglio almeno, così penso. Sono i giochi di mano che servono ai preti per farsi il gruzzolo con delle scuse. Io sono, riprese con forza drammatica, un buon irlandese, almeno quanto quel rozzo individuo, di cui le dicevo poc'anzi, e voglio vedere tutti, concluse, di ogni fede e qualsiasi classe, godere pro rata di una bella rendita ragionevole, senza taccagnerie, qualcosa che s'avvicini a 300 sterline annue. È questa una questione vitale da risolvere e una cosa fattibile e tale da cagionare un più amichevole commercio tra uomo e uomo. È la mia idea, se non altro, valga quel che vale. Per patriottismo è questo che intendo. Ubi patria, anche noi abbiamo la nostra infarinatura dei bei giorni dell'Alma Mater, vita bene. Dove si può viver bene, questo è il senso, se si lavora.
    Al di sopra della sua tazza di imbevibile sostituto di caffè, ascoltando questa sinossi di tutte le cose in generale, Stephen non fissava niente in particolare. Poteva udire, naturalmente, ogni sorta di parole cambiar colore come quei granchiolini a Ringsend di mattina, che frugavano furiosamente in tutti i colori di differenti specie della stessa sabbia dove avevano una casa laggiù in qualche posto o almeno pareva. Poi guardò in su e vide gli occhi che dicevano o non dicevano le parole che la voce da lui udita aveva detto - se si lavora.
    - Me non mi ci conti, riuscì a dire, alludendo al lavoro.
    Gli occhi si stupirono di quest'osservazione, perché come lui,  la persona che ne era pro tem. il proprietario, osservò, o piuttosto fu la sua voce a farlo:
    - Tutti bisogna che lavorino insieme, è il loro dovere. Voglio dire, naturalmente, si affrettò ad affermare l'altro, lavorare nel senso più vasto del termine. Anche il lavoro letterario, non per la sola gloria. Scrivere per i giornali che è la via più battuta d'oggi. È un lavoro anche quello. Lavoro importante. Dopo tutto, per quel poco che posso sapere di lei, con tutto il denaro speso per la sua istruzione, lei ha tutto il diritto di rivalersi e di stabilire il suo prezzo. Lei ha esattamente lo stesso diritto di vivere della sua penna perseguendo la sua filosofia quanto ne ha il contadino. E che! Appartenete tutti e due all'Irlanda, cervello e muscoli. Tutti e due ugualmente importanti.
    - Lei sospetta, ribatté Stephen con una sorta di mezzo sorriso, che io possa essere importante perché appartengo al faubourg Saint Patrice detto per brevità Irlanda.
    - Io andrei anche più in là, insinuò Mr Bloom.
    - Ma io sospetto, interruppe Stephen, che l'Irlanda debba essere importante perché appartiene a me.
    - Che cosa appartiene? chiese Mr Bloom, chinandosi,  credendo forse d'avere mal compreso. Mi scusi. Disgraziatamente non ho afferrato l'ultima parte. Che cos'era che lei?...
    Stephen, palesemente di malumore, ripeté e spinse da parte il recipiente del caffè, o comunque lo si voglia chiamare, aggiungendo, senza eccessi di cortesia:
    - Non possiamo cambiare patria. Allora cambiamo argomento.


    A questo pertinente suggerimento Mr Bloom, per cambiare argomento, abbassò gli occhi, ma imbarazzato, in quanto non sapeva come interpretare quell'appartiene che sembrava venire da chissà dove. Il rimbrotto era più chiaro di tutto il resto del discorso. Inutile dirlo, i fumi della sua orgia recente parlavano in lui con una certa asprezza e una curiosa amarezza, aliena al suo stato normale. Probabilmente, la vita domestica, alla quale Mr Bloom annetteva la massima importanza, non era stata per lui quello che avrebbe dovuto essere, oppure egli non aveva frequentato persone come si deve. Con un vago senso d'inquietudine per il giovane che gli era a lato, che egli scrutava furtivamente con una certa costernazione ricordando come fosse appena tornato da Parigi, gli occhi più specialmente gli ricordavano molto il padre e la sorella, e non arrivando comunque a far molta luce sulla questione, richiamò a mente vari esempi di persone colte che promettevano brillanti risultati, inaridite poi nel boccio da una prematura decadenza, e la colpa era solamente loro. Per esempio c'era il caso di O'Callaghan, per dirne uno, il farfallone pazzoide, di buona famiglia, per quanto senza mezzi adeguati, con tutte le sue eccentricità e fra le altre sue follie quando era ormai finito e si era reso insopportabile a chiunque, aveva anche l'abitudine di andare in giro ostentatamente con un vestito di carta da pacchi (è un fatto accertato). E poi il solito dénouement dopo che lo scherzo aveva raggiunto il limite e trovò che il terreno gli scottava sotto i piedi e alcuni amici dovettero farlo sparire, dopo un avvertimento molto chiaro a quelle orecchie da mercante da parte di John Mallon del Governo locale, affinché non andasse a cadere sotto l'articolo due dell'Emendamento della Legge Penale, certi nomi di persone citati in giudizio essendo stati comunicati ma non divulgati, per ragioni che appariranno chiare a chi abbia un po' di sale in zucca. In breve, tirando le somme, quel sei sedici, che aveva fatto finta ostentatamente di non sentire, Antonio e compagni, fantini ed esteti e il tatuaggio che erano in gran voga nel settanta o giù di lì, perfino alla Camera dei Lords, perché all'inizio della sua vita l'attuale occupante del trono, allora erede presunto, gli altri membri dell'alta aristocrazia e altri gran personaggi non facendo che seguir le orme del capo dello stato, egli rifletteva sugli errori dei notabili e delle teste coronate che battevano in breccia la morale come nel caso Cornwall di qualche anno prima sotto quella tal loro patina, in un modo non del tutto ossequiente ai fini della natura, cosa severissimamente condannata dalla morale borghese secondo la legislazione in vigore, ma non per la ragione che loro probabilmente pensavano, qualunque essa si fosse, eccetto le donne soprattutto che più o meno stavano sempre lì a tagliarsi i panni addosso tra loro, essendo anzitutto una questione d'abbigliamento e di annessi e connessi. Le signore a cui piace uno stile personale di biancheria intima devono, come d'altronde ogni uomo che ami la buona sartoria, pur cercando di allargare con allusioni l'abisso che li separa e di dare un sapore piccante agli atti indecenti tra i due sessi, lei gli sbottonò il e allora lui le aprì la, attento allo spillo, laddove i selvaggi delle isole dei cannibali, poniamo, novanta gradi all'ombra, non se ne fanno né più in qua ne più in là. Comunque, per tornare a bomba, ci sono stati d'altra parte altri che sono arrivati molto in alto partendo dal nulla, lavorando di gomiti. Pura forza di genio naturale, questo. Col cervello, signori miei.
   Per queste ed ulteriori ragioni egli sentiva essere non solo suo interesse ma suo dovere perseverare e approfittare di quell'occasione inattesa, per quanto il perché non sapesse dirlo con precisione, essendosi già, come stavan le cose, alleggerito di diversi scellini, e lui stesso a vero dire responsabile della cosa. Pure, il coltivare la conoscenza d'una persona di calibro non comune che poteva fornire abbondante materia di riflessione avrebbe ripagato ampiamente una qualsiasi piccola... Lo stimolo intellettuale come tale era, a suo divedere, di tanto in tanto, un tonico di prim'ordine per lo spirito. A ciò era da aggiungere la coincidenza dell'incontro, la discussione, il ballo, la baruffa, il vecchio lupo di mare, del classico tipo che oggi è qua e domani là, gli sfaccendati notturni, tutta la costellazione degli eventi, tutto concorreva a formare una vera miniatura del mondo in cui viviamo, specialmente in quanto la vita di quel decimo che vive sotterra, e cioè minatori, palombari, operai delle fognature, ecc., era da qualche tempo tenuta continuamente sotto il microscopio. Al fine di ricavare il più possibile da quella fulgida ora, si chiedeva se non gli sarebbe capitato qualcosa che incontrasse il favore dimostrato a Mr Philip Beaufoy, una volta messo per iscritto. Supponiamo che egli avesse a vergare qualcosa del tutto fuori del comune (come egli intendeva fermamente fare) in ragione d'una ghinea a colonna, Le mie esperienze, vogliam dire, in un rifugio del vetturino. 
    L'edizione rosa, quella sportiva del Telegraph, il telegrafo delle bugie, era là, così si dava il caso, proprio vicino al suo gomito, e mentre si stava di nuovo scervellando, tutt'altro che soddisfatto, sopra quel rebus del paese che apparteneva a lui e sul precedente, la nave veniva da Bridgwater e la cartolina era indirizzata a A. Boudin, trovare l'età del capitano, i suoi occhi scorrevano distrattamente sulle relative testate che erano della sua partita particolare, l'onnicomprendente dacci oggi la nostra stampa quotidiana. Dapprima ebbe come una scossa, poi risultò trattarsi solamente di un certo H. du Boyes, rappresentante di macchine da scrivere o articoli del genere. Grande battaglia Tokio. Tresca in Irlanda, 200 sterline di danni. Gordon Bennett. La truffa dell'emigrazione. Lettera di Sua Grazia William  †. L'Ascot Throwaway ricorda il Derby del '92 quando il cavallo ignoto, proprietario il capitano Marshall, Sir Hugo si assicurò il nastro azzurro contro tutte le previsioni. Il disastro di New York, mille vite perdute. Afta epizootica. Esequie del fu Mr Patrick Dignam.
    Così per cambiare argomento lesse quanto si diceva di Dignam R. I. P. il che, egli rifletté, non era certo un allegro avvio.
   - Questa mattina (è di Hynes, naturalmente) i resti mortali del fu Mr Patrick Dignam sono stati rimossi dalla sua abitazione al n. 9 di Newbridge Avenue, Sandymount, per l'inumazione che ha avuto luogo a Glasnevin. Il defunto era una persona molto amata e popolare in tutta la città, e il suo decesso dopo breve malattia è stato un grave colpo per i cittadini d'ogni classe nei quali egli lascia un profondo rimpianto. Le esequie, alle quali hanno partecipato molti amici del defunto, erano a cura (certamente qui c'è lo zampino di Corny) dell'impresa H. J. O'Neill Figlio, 164 North Strand road. Si notavano tra i presenti: Patk. Dignam (figlio), Bernard Corrigan (cognato), John Henry Menton, procur., Martin Cunningham, John Power mangidph 1/8 ador dorador douradura (dev'essere quando lui ha chiamato Monks, il cronista, per quell'inserzione di Keyes), Thomas Kernan, Simon Dedalus, Stephen Dedalus, B.A., Edward J. Lambert, Cornelius Kelleher, Joseph M'C. Hynes, L. Boom, C.P. M'Coy, - M'Intosh e molti altri. 
    Irritato e non poco da quel L. Boom (come erroneamente  scritto) e da quella riga di stampa impasticciata, ma simultaneamente divertito al massimo da C.P. M'Coy e Stephen Dedalus, B. A., che avevano brillato, inutile dirlo, per la loro totale assenza (per non dir nulla poi di M'Intosh), L. Boom fece rilevare la cosa al suo compagno B. A., occupato a soffocare un altro sbadiglio, fatto per metà di nervosismo, senza trascurare la solita messe di refusi idioti.
   - C'è anche quella prima epistola agli Ebrei? chiese l'altro, non appena glielo permise la sua mascella inferiore. Testo: apri la bocca e mettici dentro il piede.
  Ma certo. C'è, disse Mr Bloom (pur credendo a tutta prima che alludesse all'arcivescovo, ma dal momento che parlò anche del piede e della bocca, ossia dell'afta epizootica, non c'era alcun possibile rapporto), contento come una pasqua di mettersi l'animo in pace e un po' esterrefatto perché Myles Crawford alla fin fine ci aveva pensato lui.  Ecco.
    Mentre l'altro stava leggendola a pagina due Boom (designamolo per il momento con il nuovo pseudonimo) ammazzò quei pochi istanti di tranquillità a pezzi e bocconi con un resoconto della terza corsa di Ascot in terza pagina, 1000 sovs. a rendere, con 3000 sovs. in specie, per puledri interi e puledre. 1, Buttavia di Mr F. Alexander, f.b., da Rigtaway e Thrale, 5 anni, 9 st. 4 lbs, (W. Lane) 2, Zinfandel (M. Cannon) di Lord Howard de Walden. 3, Sceptre di Mr W. Bass. Tot.:  5 a 4 su Zinfandel, 20 a 1 Buttavia (Fuori). Sceptre un più di peso, 5 a 4 su Zinfandel, 20 a 1 Buttavia (Fuori). Buttavia e Zinfandel conducevano collo a collo. Campo aperto, poi l'outsider si fece avanti e prese il comando del gruppo, di lontano, battendo il roano di Lord Howard de Walden e la puledra baia Sceptre di Mr W. Bass su un percorso di 2 miglia e mezzo. Vincitore allenato da Braine cosìcché la versione di Lenehan era completamente fasulla. Assicuratasi la vittoria per una lunghezza. 1000 sovs. con 3000 sovs. in specie. Non piazzato Maximum II (il cavallo francese di cui s'informava ansiosamente Bantam Lyons non ancora arrivato ma atteso di minuto in minuto) di J. de Bremond. Varie maniere di far riuscire un colpo. Danni del far l'amore. Però quel fissato di Lyons è schizzato via per la tangente nella furia di rimaner fuori. Si capisce, il gioco si presta per sua natura a cose del genere però da come è andata a finire quel povero sciocco non aveva davvero di che rallegrarsi del la sua scelta, la speranza derelitta. In fondo tutto si riduceva a tirare a indovinare.
    - Tutto lasciava supporre che si dovesse arrivare a questo, disse lui, Bloom.
    - Chi? disse l'altro, che si era fatto, a proposito, male alla mano.
  - Una mattina si aprirà il giornale, affermò il vetturino, e si leggerà: Parnell è tornato. Ci scommetteva quello che volevano. Una sera capitò in quel rifugio uno dei Dublin Fusiliers e disse d'averlo visto nel sud Africa. È l'orgoglio che l'ha ucciso. Avrebbe dovuto togliersi di mezzo lui stesso o sparire dalla circolazione per un qualche tempo dopo la storia della 15a commissione finché non fosse ridivenuto quello d'un tempo e nessuno potesse mostrarlo a dito.  Allora tutti, fino all'ultimo uomo, l'avrebbero pregato in ginocchio di tornare quando avesse ritrovato il senno. Morto, non era. Semplicemente imboscato da qualche parte. La bara che hanno riportato era piena di sassi. Ha cambiato il nome in quello di de Wet, il generale boero. Ha fatto uno sbaglio a mettersi contro i preti. E via di questo passo.
  Pur tuttavia Bloom (tale è il suo vero nome) era alquanto sorpreso della loro memoria perché in nove casi su dieci si trattava di serpenti di mare, e non uno ma mille, e poi l'oblio più assoluto, dato che la cosa risaliva a oltre vent'anni addietro. Assolutamente improbabile poi, che ci fosse sia pure un'ombra di verità in quelle storie e, anche a supporre di sì, egli stimava altamente sconsigliabile un ritorno, tutto considerato. Nella sua morte c'era evidentemente qualcosa che li indispettiva. Sia perché lui si fosse spento troppo tranquillamente per una polmonite proprio quando le sue più svariate manovre politiche erano quasi in porto o perché fosse trapelato come la sua morte fosse dovuta alla trascuratezza nel cambiarsi scarpe e vestiti dopo una bagnata con la conseguenza di un'infreddatura, e alla mancata consultazione di uno specialista, essendo egli confinato nella stanza finché non ebbe a morirne in mezzo al più vivo rimpianto prima che scadessero quindici giorni, oppure era possibilissimo che fossero desolati di vederselo levare di tra le mani. Certo, non essendo nessuno al corrente dei suoi movimenti neanche prima, non c'era nessuna indicazione di dove si trovasse, era proprio una storia come quella di Alice, ove sei tu anche prima che cominciasse a nascondersi sotto falsi nomi come Fox e Stewart, cosìcché l'osservazione dell'amico fiaccheraio non esulava dal campo delle possibilità. Naturale che tutto ciò fosse diventato una spina nel cuore per lui quale condottiero nato, il che senza dubbio era, e una figura imponente per giunta, sei piedi buoni o almeno cinque e dieci o undici pollici, senza scarpe, mentre certi altri messeri, che non valevano uno sputo di quell'uomo, rimasero a fare i galli nel pollaio anche dopo, per quanto non fossero precisamente persone raccomandabili. Certo era una lezione, l'idolo dai piedi di argilla, e poi settantadue dei suoi fidatissimi tirapiedi a rivoltarglisi contro e a gettarsi fango addosso l'un l'altro. Tale e quale gli assassini. Bisogna che uno torni. È come una specie di ossessione nostalgica che ti trascina. Per far vedere alla controfigura come si fa la parte principale. Lui l'aveva visto una volta in quella felice occasione in cui spezzarono i piombi dell'Insuppressible o forse dell'United Ireland, privilegio cui fu estremamente sensibile e, a vero dire, fu lui a porgergli il cappello duro quando glielo fecero volar di testa, e lui gli disse grazie, eccitato com'era indubbiamente sotto quella sua frigida espressione, malgrado quella piccola disavventura capitatagli tra il lusco e il brusco: segno che ce l'aveva nel sangue. Pure, per quel che riguarda il ritorno. Ne hai di fortuna quando non ti sguinzagliano contro il terrier non appena ti ripresenti. Poi di solito c'è un sacco di tira e molla. Tizio è pro e Caio e Sempronio son contro. E poi in primis, ti sei messo contro chi tiene il coltello dalla parte del manico e dovevi presentare le tue credenziali come il pretendente all'eredità Tichborne, Roger Charles Tichborne, Bella era il nome dell'imbarcazione, a quanto ricordava nella quale lui, l'erede, era annegato, come lo provavano le testimonianze, e c'era anche un tatuaggio in inchiostro di china, Lord Bellew, vero? Non gli sarebbe stato difficile poi raccogliere particolari da qualche compagno di bordo e quindi, messosi su in modo da corrispondere alla descrizione, presentarsi con un Mi scusi, io sono il Tal dei Tali, un qualche luogo comune del genere. Un modo di agire più prudente, come disse Mr Bloom al non troppo espansivo signore accanto a lui, simile in questo al distinto personaggio in discussione, sarebbe stato quello di tastar prima il terreno.
   È stata quella vacca, quella puttana d'una inglese, la colpa è sua, commentò il proprietario della gargotta. È lei che gli ha fatto mettere il piede nella tomba.
   - Bel pezzo di donna, però, osservò il soi-disant segretario comunale, Henry Campbell, e abbondante. Ho visto il suo ritratto dal barbiere. Suo marito era un capitano o un ufficiale.
    - Certo, aggiunse faceto Scorticacapre. Lo era, cannoniere con le balle di cotone.
       

  Il contributo gratuito di quel tipo pieno di spirito causò un bel po' di riso nell'entourage. Quanto a Bloom, egli, senza l'ombra d'un sorriso, guardava semplicemente in direzione della porta e rifletteva sulla storica storia che aveva destato uno straordinario interesse a suo tempo, quando i fatti, ad aggravar la cosa, furono resi di pubblica ragione con le consuete lettere amorose, che erano state scambiate fra i due, piene di dolci nonnulla. Dapprima era stata una cosa rigorosamente platonica, finché la natura non fece sentire la sua voce e un vivo attaccamento ebbe a svilupparsi tra di loro, finché a poco a poco le cose giunsero all'acme e la cosa correva su tutte le bocche fino a che arrivò il colpo di grazia che fu accolto con gioia da diversi maldisposti decisi a favorire il suo crollo, per quanto la faccenda fosse di dominio pubblico già da tempo ma non nella misura sensazionale cui infine pervenne. Poiché però i loro nomi erano accomunati e poiché, pertanto, egli era il suo favorito dichiarato, dov'era la necessità di proclamarlo ai quattro venti al colto e all'inclita, il fatto cioè che egli avesse diviso il letto secolei come venne a galla sul banco dei testimoni, sotto vincolo di giuramento, quando corse un brivido nell'aula piena zeppa, letteralmente elettrizzando tutti, sotto forma di testimonianze, attestanti di averlo visto nel tale e nel talaltro giorno nell'atto di sgattaiolare da un appartamento al pian di sopra con l'aiuto d'una scala e succintamente vestito, essendovi penetrato in condizioni analoghe, un fatto da cui i settimanali, un poco appassionati al lubrico, ricavarono palate di quattrini. Mentre tutto l'affare si limitava poi a questo, che era solo questione di un marito il quale non era all'altezza e non c'era in comune tra di loro altro che il nome e poi era comparso sulla scena un vero uomo, forte fin quasi ad arrivare a esser debole, e vittima delle malie di quella sirena fino a obliare i legami familiari. Il solito seguito, bearsi del sorriso della donna amata. L'eterna questione della vita coniugale, inutile il dirlo, s'impose di nuovo. Può il vero amore, supponendo che ci sia in ballo un terzo individuo, esistere tra marito e moglie? Domanda difficile. Pertanto la cosa non li riguardava minimamente se egli pur trasportato da un'ondata di follia, le serbava affetto. Egli era invero un magnifico esemplare di virilità, con in più doni evidenti di ordine  superiore, se confrontato con l'altro, quella comparsa in uniforme (che era proprio il classico tipo di tutti i giorni, addio, mio bel capitano, il solito cavalleggero, 18° ussari per esser più precisi), e un vero fiammifero senza dubbio (il condottiero caduto, cioè, non l'altro) in quel modo tutto suo di cui essa naturalmente, donna qual era, si avvide subito giudicando esser egli atto ad arrivare molto lontano, il che egli prometteva di fare, finché i preti e in genere i ministri del vangelo, i suoi fedelissimi d'un tempo e i suoi adorati fittavoli sfrattati che egli aveva validamente servito nelle province rurali del paese strenuamente battendosi per loro in un modo che superava ogni loro più ottimista aspettazione, gli combinarono un bel pasticcio coniugale, dandogli la croce addosso all'usato modo del calcio dell'asino di cui narra la favola. Chi si volgesse ora a guardare il fatto in una sorta di inquadratura retrospettiva, appariva tutto come un sogno. E il ritorno sarebbe la cosa peggiore da fare perché, manco a dirlo, ti farebbero sentire come un pesce fuor d'acqua, in un mondo che continua a cambiare col cambiar dei tempi. Infatti, rifletté, Irishtown Strand, località in cui non era più stato da parecchi anni, era un tantino cambiata, da quando, come accadde, egli era andato a risiedere dal lato nord. Nord o sud che si fosse era  sempre la solita storia di una passione frenetica, pura e semplice, che manda tutto a carte quarantotto, e ciò veniva a confermare quel che aveva detto, dato che anche lei era una spagnola o una mezza spagnola, tipi che non fanno mai le cose a metà, il focoso abbandono del sud, che butta all'aria ogni residuo di decenza.
    - Conferma in pieno quanto venivo dicendo, disse con ardore nel seno a Stephen, del sangue e del sole. E, se non mi sbaglio di grosso, era pure spagnola.
    - La figlia del re di Spagna, rispose Stephen, aggiungendo un qualcosa di molto imbrogliato circa arrivederci e addio cipolle spagnole e quella prima terra fu chiamata il Morto e da Ramhead a Scilly ce n'eran tante e tante...
    - Ma davvero? esclamò Bloom sorpreso, ma niente affatto attonito. Non mi è mai giunto all'orecchio. È possibile, tanto più che ci è vissuta, lì. Così la Spagna.
    Evitando con cura il libro che teneva in tasca, Dolcezze del, che gli richiamava alla mente tra l'altro quel libro non restituito alla biblioteca di Capel street, tirò fuori il portafoglio e, facendo un rapido inventario del suo contenuto, finalmente...
    - A proposito, non pensa lei, disse, trascegliendo con aria pensosa una foto che mise sul tavolo, che questo sia un tipo spagnolo?
    Stephen, ovviamente apostrofato, abbassò gli occhi su quella foto, in cui si vedeva una signora dalle forme abbondanti, con le sue carnose attrattive apertamente in evidenza, poiché era nel pieno fiore della sua femminilità, in un abito da sera ostentatamente scollato per l'occasione così da offrire una generosa esibizione del petto, con qualcosa più di una fuggevole visione dei due seni, le labbra carnose semiaperte e i denti perfetti, patentemente seria, accanto a un piano, sul cui leggìo stava Nella vecchia Madrid, una ballata, graziosa a suo modo, che era allora in gran voga. I suoi occhi (della signora), scuri, grandi, guardavano Stephen, presso a sorridere di qualche cosa degna d'ammirazione, essendo Lafayette di Westmoreland street, primo fotografo d'arte di Dublino, il responsabile dell'esecuzione estetica.
    - Msr Bloom, mia moglie la prima donna, Madam Marion Tweedy, sottolineò Bloom. Presa qualche anno fa. Nel '96 o giù di lì. Molto somigliante a quel tempo. 
    Accanto al giovanotto guardava anch'egli la foto della signora ora sua legittima sposa, la quale, egli asserì, era la dotata figlia del maggiore Brian Tweedy e aveva mostrato in tenera età mirabile disposizione per il canto avendo fatto il suo primo inchino al pubblico alla verde età dei bei sedici anni. Quanto al volto, era un'immagine parlante in fatto d'espressione, ma non rendeva giustizia alla sua figura che di solito era assai notata ma che non risaltava a suo pieno vantaggio in quella toilette. Avrebbe potuto senza difficoltà, disse, posare a figura intera, per sorvolare poi su certe curve opulente del... Lui non sorvolò, essendo un po' artista nei ritagli di tempo, sulle forme femminili in generale, dal punto di vista dello sviluppo, perché si dava il caso che, non più tardi di quel pomeriggio, avesse visto quelle statue greche, perfettamente sviluppate come opere d'arte, al Museo Nazionale. Il marmo sì rendeva l'originale, spalle, didietro, tutta la simmetria. Tutto il resto. Via, era puritanisme. Però, però la sovrana di S. Giuseppe alors (Bandez!) Figne toi trop... Laddove nessuna foto ci arriva perché non è arte, via, in una parola.
     Quasi invasato dall'argomento, gli sarebbe piaciuto molto seguire il buon esempio del lupo di mare e lasciar là l'immagine a parlar da sé col pretesto che lui... cosìcché l'altro potesse inebriarsi della bellezza, essendo la sua figura sulla scena, francamente, un vero spettacolo in sé e per sé a cui la macchina fotografica non poteva rendere giustizia. Ma ciò non era conforme all'etichetta professionale, per quanto fosse invero una bella notte tiepida e pur  mirabilmente fresca data la stagione, perché dopo la pioggia viene il bel tempo... E lui sentiva davvero lì per lì per il bisogno di far quello che aveva pensato come una voce interiore e soddisfare un'eventuale necessità facendo un po' di moto. Nondimeno rimase fermo a sedere, guardando la foto lievemente sporca solcata da curve opulente, niente peggio per l'uso, comunque, e poi distolse lo sguardo soprappensiero, con l'intenzione di non accrescere ulteriormente l'eventuale imbarazzo dell'altro intento a calibrare la palpitante carne opulenta di lei. In effetti, la lieve sporcatura era solo un'attrattiva di più come nel caso della biancheria lievemente sporca, che è come nuova, anzi meglio in effetti, scomparso l'amido. E se non fosse stata in casa quando lui?... Ho cercato quel lume che mi ha detto, gli venne in mente, ma solo come una vaga idea fuggevole perché allora si ricordò del letto cosparso di cose la mattina eccetera e quel libro su Ruby col metti in che cosa (sic) che certo era caduto appropriatamente accanto al vaso da notte familiare con mille scuse a Lindley Murray.
    La propinquità del giovanotto non gli era certo discara, colto com'era, distingué, e impulsivo per soprammercato, di gran lunga il meglio di tutto il mazzo, per quanto non si potesse forse dire che in lui ci fosse... ma sì via, si poteva. E poi diceva che il ritratto era bello, il che, si dica quel che si vuole, era vero, per quanto attualmente ella fosse decisamente più grossa. E perché no? Si davano a bere un sacco di storie per cose di quel genere che t'infangavano una persona per tutta una vita con il consueto paginone sensazionale sul consueto pasticcio matrimoniale, implicandosi una relazione illecita con un giocatore di golf o la nuova rivelazione del palcoscenico, invece di trattare tutta la cosa con onestà e distacco. Come fosse destino che dovessero incontrarsi e un vivo attaccamento avesse a manifestarsi tra i due cosìcché i due nomi fossero accomunati agli occhi del pubblico, ciò fu esposto in tribunale con le lettere contenenti le consuete espressioni melense e compromettenti, senza possibilità di scappatoie, dimostrando che essi coabitavano apertamente, due o tre volte alla settimana, in un noto albergo sulla costa e che i loro rapporti, seguendo il normale corso degli eventi, erano divenuti a suo tempo intimi. Quindi la sentenza interlocutoria, l'intimazione del Procuratore del Re e non avendo egli fatto opposizione, la sentenza era divenuta definitiva. Ma, quanto a quella, i due trovati in colpa, largamente assorbiti com'erano l'uno dell'altro, potevano tranquillamente permettersi di ignorarla il che fecero largamente finché la cosa non fu messa in mano a un legale, che a tempo debito sporse querela per conto della parte lesa. Egli Bloom, aveva goduto del privilegio di essere vicino al re non incoronato di Erin in carne ed ossa quando capitò la cosa in quello storico fracas in cui i fidi satelliti del condottiero caduto che non abbandonò il posto di combattimento come è risaputo, e resistette fino all'ultima goccia del suo sangue, pur ricoperto del manto dell'adulterio, i fidi satelliti del condottiero (dicevamo) in numero di dieci o dodici o fors'anche più, penetrarono nella stamperia dell'Insuppressible che dico mai dell'United Ireland (appellativo, incidentalmente, niente affatto appropriato) e fracassarono i caratteri con martelli o arnesi analoghi, il tutto per via di qualche scurrile effusione delle facili penne degli scribacchini O'Brienisti pronti come al solito a gettar fango addosso agli altri, e riferentisi alla morale privata dell'ex tribuno. Per quanto palesemente un uomo cambiato, egli era pur sempre una figura imponente, sebbene trascurato nel vestire come al solito, con quello sguardo di ferma e tranquilla decisione che faceva tanto effetto sulle pappe fredde finché non scoprirono con gran disdoro che il loro idolo aveva i piedi di argilla, dopo che l'avevano messo sul piedistallo, del che ella fu comunque la prima ad avvedersi. Poiché quelli erano tempi particolarmente tempestosi, nel tafferuglio generale Bloom ebbe a soffrire lieve danno da una punzonata di un qualche gomito in mezzo alla folla naturalmente ivi accorsa, in un punto attorno alla bocca dello stomaco, fortunatamente cosa non grave. Il suo cappello (di Parnell, cioè), fu fatto inavvertitamente volar via, e, come fatto di interesse strettamente storico, Bloom fu colui che lo raccolse nella calca dopo essere stato testimone dell'accaduto nell'intento di renderlo (il che infatti fece con la massima sollecitudine), all'uomo che ansimante e scoperto con la mente lontana mille miglia dal cappello in quel momento, essendo purtattavia un gentiluomo di nascita con interessi nel paese, e che di fatto s'era imbarcato nell'impresa più per la sola gloria che per altro, buon sangue non mente, instillato in lui nell'infanzia sulle ginocchia della madre dove aveva appreso le buone maniere, e si manifestò immediatamente perché si voltò verso il donatore e lo ringraziò con un aplomb perfetto, dicendo: La ringrazio, signore, per quanto in un tono molto diverso da quello della voce dell'ornamento del foro, il cui copricapo Bloom pure aveva rimesso a posto in un periodo precedente della scorsa giornata, la storia che si ripete ma con qualche differenza, dopo l'inumazione di un amico comune, quando lo avevano lasciato solo nella sua gloria dopo la tetra incombenza di affidare i suoi resti mortali alla tomba.
    D'altra parte ciò che più profondamente provocava la sua collera erano i lazzi fragorosi dei vetturini e del resto della compagnia, che prendevano tutto in scherzo, ridendo smodatamente, fingendo di capire tutto, il perché e il percome, e in realtà non sapendo cosa pensavano, perché solo le due parti in causa erano al corrente di tutto ammenoché in seguito anche il legittimo sposo ne venisse a parte in conseguenza di qualche lettera anonima del solito Jones, che era capitato loro tra i piedi come per caso al momento cruciale della positura amorosa, stretti l'uno nelle braccia dell'altra, attirando l'attenzione sul loro illecito procedere e provocando un putiferio domestico e la bella colpevole a chiedere il perdono del suo sposo e signore in ginocchio e a promettere di troncare la relazione e di non ricevere più le sue visite se il marito oltraggiato vorrà solo lasciar correre e metterci una pietra sopra, con le lacrime agli occhi e le dita incrociate forse, al tempo stesso, perché probabilmente ce n'erano degli altri e parecchi. Lui personalmente, essendo incline allo scetticismo, credeva e non si faceva scrupolo di dirlo che un uomo, o degli uomini al plurale, stessero sempre lì attorno a una bella donna ad aspettare in fila, anche supponendo per amor della discussione che lei fosse la migliore moglie del mondo e i due andassero d'amore e d'accordo, fino al momento in cui, negligendo i propri doveri, a lei sembrasse bene stancarsi della vita coniugale e concedersi il brivido di una elegante depravazione, e attirare allora su di sé la loro attenzione con fini inconfessabili, il risultato finale essendo che il suo affetto si spostasse su un altro, causa questa di molte liaisons tra donne sposate ancora attraenti sulla quarantina e uomini di loro più giovani, come senza dubbio parecchi casi famosi di infatuazione femminile provavano in maniera lampante.

    Era proprio un vero peccato che un giovine così ricco di doni intellettuali, qual era ovviamente il suo vicino, dovesse perdere il suo tempo prezioso con donne di facili costumi, che potevano fargli uno di quei regalini che poi durano tutta una vita. Per quanto riguarda il beato stato del celibato giorno verrà in cui egli si accaserà allorché comparirà in scena la donna del sogno, ma nel frattempo la compagnia femminile era una conditio sine qua non, per quanto nutrisse i più atroci dubbi, senza voler minimamente che Stephen si sbottonasse a proposito di Miss Ferguson (che era con tutta probabilità la calamita che l'aveva attirato a Irishtown così di buon mattino) circa il fatto se egli potesse mai bearsi o trovar molta soddisfazione nell'idea dell'amore con le mani in mano e nella compagnia di smorfiosette senza il becco di un quattrino, due o tre volte alla settimana, col trantran preliminare e ortodosso dei complimenti e delle passeggiatine che sfociano nelle moine degli innamorati e nei fiori e nei cioccolatini. Il pensiero che era senza casa e senza famiglia, alla mercé di qualche padrona di casa, peggiore di qualsiasi matrigna, era veramente un guaio alla sua età. Le cose strane e inaspettate che egli sbottava a dire attraevano il più anziano dei due, il quale lo era di parecchi anni o come suo padre. Ma qualcosa di sostanzioso doveva pur mangiarlo, magari solo uno zabaione fatto con l'alimento materno non adulterato oppure, in mancanza di questo, un bel cocco sodo.
  - A che ora ha pranzato? s'informò dall'esile figura e dal volto stanco ma ciò nonpertanto immune da rughe.
    - Ieri a una qualche ora, disse Stephen.
    - Ieri, esclamò Bloom, ma a un tratto si ricordò che era già domani, venerdì. Ah, lei vuol dire che è già mezzanotte passata!
    - Avantieri, disse Stephen, correggendosi.
   Letteralmente sconvolto da una siffatta rivelazione, Bloom rifletteva. Per quanto non concordassero in tutto e per tutto, c'era comunque una certa analogia, come se i loro spiriti viaggiassero, per così dire, su binari paralleli. Alla sua età quando anche lui pasticciava alla bell'e meglio in politica, una ventina d'anni prima, quando era stato un semiaspirante ad onori parlamentari ai tempi di Buckshot Foster, anch'egli, ricordava risalendo nel tempo (cosa già di per sé fonte di profonda soddisfazione) di aver avuto una furtiva predilezione per quelle stesse idee un po' spinte. Per esempio quando la questione dei  fittavoli sfrattati, allora in sul nascere, s'impose massiccia agli occhi di tutti per quanto, non c'è bisogno di dirlo, senza tirar fuori neppure un soldo né accettare come articoli di fede quei dettami, alcuni dei quali non stavano né in cielo né in terra, egli, all'inizio e in teoria per lo meno, era del tutto favorevole al diritto dei contadini al possesso delle terre, seguendo in questo la tendenza dell'opinione più aggiornata, faziosità dalla quale, comunque, accortosi dell'errore, in seguito parzialmente guarì, e gli fu anche mosso rimprovero di essere andato ancor più in là di Michael Davitt in quelle audaci teorie da lui un tempo preconizzate in favore di un ritorno alla terra, e fu questa una delle ragioni per cui si era mostrato assai sensibile all'insinuazione così maldestra e grossolana mossagli al raduno dei clan da Barney Kiernan cosìcché egli, per quanto spesso considerevolmente incompreso e il meno pugnace dei mortali, non lo si ripeterà mai abbastanza, si era dipartito dalle sue consuetudini abituali per dargli (metaforicamente) il fatto suo, benché in fatto di politica fosse purtroppo cosciente delle perdite e dei danni che invariabilmente risultano dalla propaganda e dagli sfoggi di animosità reciproca e l'infelicità e sofferenze che essa comporta come conseguenza inevitabile per la bella gioventù, soprattutto, la distruzione dei migliori, in una parola.
    Comunque, pesati i pro e i contro, dato che ci si avvicinava alla una, era ormai ora di ritirarsi per la notte. La spina della questione era che era un po' rischioso portarlo a casa sua perché non si sapeva che cosa potesse nascerne (c'era qualcuno che aveva un suo caratterino un po' infiammabile, a volte) e magari poteva succedere un patatrac come quella notte che sconsigliatamente aveva portato a casa un cane (razza sconosciuta) zoppo di una zampa, non che i due casi fossero identici né del tutto l'opposto, per quanto anche lui si fosse fatto male a una mano, a Ontario Terrace, come distintamente ricordava, essendoci stato già una volta, per così dire. D'altra parte era ormai di gran lunga passata l'ora per pensare a Sandymount o Sandycove così era un po' perplesso circa le due alternative... Tutto concorreva a suggerirgli essere sommamente acconcio che egli si avvalesse al massimo dell'occaslone, tutto considerato. La sua impressione iniziale era stata che egli fosse un tantino altezzoso e non troppo espansivo ma in un certo senso l'idea lo persuadeva sempre più. Ad esempio, egli poteva non fare dei salti alti così, come si dice, a quell'idea, una volta esposta l'offerta, e ciò che più lo preoccupava era il non sapere come arrivarci o come precisamente formularla, supponendo che prendesse in considerazione la proposta, e gli avrebbe fatto un grandissimo piacere se volesse permettergli di aiutarlo a trovare un po' di soldi e un po' di vestiario, se c'era qualcosa che andasse bene. Per lo meno, finì col concludere eludendo per una volta i convenevoli d'uso, una tazza di cacao Epps e un giaciglio per la notte oltre all'uso di una coperta o due e di un soprabito ripiegato a mo' di guanciale. Almeno sarebbe stato in buone mani e al calduccio come un ragno nel buco. Non arrivava a vedere che ci potessero essere inconvenienti, a patto che non facesse nascere un parapiglia. Una qualche mossa bisognava pur farla perché quel burlettone, il vedovo allegro che sembrava incollato alla sedia, non sembrava davvero avesse una gran furia di muovere il passo verso casa nell'adorata Queenstown ed era altamente probabile che le tracce della residenza di quell'equivoco messere, per i giorni a venire, si potessero meglio ritrovare in qualche bordello di stretta clausura di Sheriff street inferiore, ora ferendo la loro sensibilità (di quelle sirene) con storie di revolver a sei colpi, ambientate ai tropici e intese a ghiacciare il sangue nelle altrui vene e ora mantrugiando le loro attrattive straripanti, di quando in quando, con un gusto un po'  grossolano e violento, innaffiato da abbondanti libagioni di whisky irlandese e le solite panzane sul proprio conto, perché quanto a chi egli veramente fosse diciamo che il mio nome e indirizzo sono uguali a X come la signora Algebra passim dimostra. Al tempo istesso ridacchiava dentro di sé ripensando alla botta che aveva tirato a quell'eroe dei suoi stivali sul suo Dio che era ebreo. La gente poteva anche passar sopra un morso di lupo ma un morso di pecora faceva girare le scatole, via. Era anche il punto più vulnerabile del tenero Achille, il tuo Dio era ebreo, perché la maggior parte sembrava che si figurasse fosse originario di Carrick-on-Shannon o di qualche posto nella contea di Sligo.
    - Io propongo, suggerì infine il nostro eroe, dopo matura riflessione nell'intascare prudentemente la foto, poiché qui manca un poco l'aria, che lei venga con me a far due chiacchiere. La mia tana e a due passi di qui. Quella roba li, non si può berla. Aspetti. Pago tutto io.
   Il miglior piano essendo chiaramente quello di squagliarsela, e dopo la cosa sarebbe andata avanti da sé, egli fece un cenno, nell'intascare prudentemente la foto, al tenutario della bicocca che non pareva si fosse . . .
   - Sì, è meglio così, assicurò a Stephen, per il quale, quanto a quello, o la Testa di Bronzo o casa Bloom o un altro posto era più o meno...
  Ogni sorta di piani utopistici balenavano nel suo (di Bloom) febbrile cervello. Istruzione (quella autentica), letteratura, giornalismo, racconti a premio, pubblicità all'ultima moda, tournées di concerti in stazioni balneari inglesi piene zeppe di luoghi di cure e  teatri,tutto esaurito, duetti in italiano con l'accento assolutamente fedele al naturale, e un sacco di altre cose, nessun bisogno, si intende, di andarlo a gridare ai quattro venti, solo un po' di fortuna. Bastava gli dessero una chance. Perché egli fortemente sospettava che lui avesse la voce di suo padre su cui fondare le sue speranze e c'eran buone probabilità che fosse così e quindi si poteva benissimo, niente di male del resto, orientare il discorso su quella tal pista...
   Il fiaccheraio lesse sul giornale di cui s'era impossessato che l'ex viceré, il conte Cadogan, aveva presieduto il banchetto dell'associazione dei vetturini a Londra, non si sapeva bene dove. Un gran silenzio con uno o due sbadigli accompagnò l'emozionante annuncio. Poi quel vecchio arnese nell'angolo, che pareva avere ancora in sé qualche scintilla di vitalità lesse ad alta voce che Sir Anthony MacDonnell era partito da Euston per raggiungere la residenza del capogabinetto o qualcosa di molto simile. A tale affascinante informazione, l'eco rispose perché.
   - Fammi dare un po' un'occhiata, nonno, s'intromise l'antico marinaio, manifestando una qualche naturale impazienza.
    - Ma certo, serviti, rispose l'anziano messere in tal modo apostrofato.
   Il marinaio cavò da un astuccio che aveva un paio di occhialoni verdi che inforcò lentissimamente sul naso e sulle orecchie.
   - La vista non va? chiese quel caritatevole personaggio che somigliava al segretario comunale.
    - Beh, rispose il navigante con la barba di tartan, che apparentemente era anche lui un intellettuale nel suo piccolo, guardando da quegli oblò verde mare,  come ben si potevano definire, li uso per leggere. È stata la sabbia del Mar Rosso. Un tempo leggevo anche al buio, per modo di dire. Le Mille e una notte erano la mia passione, e Rossa come una rosa.
    Al che squadernò il giornale e si sprofondò a legger Dio sa che cosa, un caso d'annegamento o le prodezze del re del cricket, Iremonger della squadra del Nottinghamshire che aveva fatto cento e più punti al secondo wicket, e ancora non aveva finito, e in tutto quel tempo il tenutario (cui non caleva di Ire) era intensamente occupato a sciogliere le stringhe d'una scarpa apparentemente nuova o magari di seconda mano che palesemente gli stava stretta, poiché egli borbottava contro chi gliel'aveva venduta, mentre quelli tra di loro che erano abbastanza svegli da essere riconosciuti alle loro espressioni facciali, come suol dirsi, o si limitavano a guardare a muso duro o buttavano là qualche osservazione a caso.
    Per farla breve, Bloom, afferrando la situazione, fu il primo ad alzarsi dal suo posto per non metterci le radici, dopo avere innanzitutto, essendo uomo di parola e avendo detto che si sarebbe accollato il conto per quella volta, preso la saggia precauzione di fare un cenno quasi impercettibile al nostro oste, come mossa finale, in un momento in cui gli altri non guardavano così da dargli a divedere che la somma dovutagli era a sua disposizione, la quale poi ammontava a un totale complessivo di quattro pence (e depose senza averne l'aria tale ammontare sul tavolo sotto forma di quattro monete di rame, proprio le ultime dei Moicani) avendo precedentemente controllato sul listino dei prezzi stampato e messo in mostra per chiunque capitasse, lì davanti a lui, in cifre indiscutibili, caffè 2d., maritozzo idem, e onestamente le consumazioni valevano almeno il doppio, una volta tanto, come soleva dire Wetherup.
    - Venga, consigliò, per togliere la séance.
    Vedendo che il trucco funzionava e che la costa era sgombra, lasciarono insieme il rifugio o baracca e quella élite, il lupo di mare e compagnia bella che solo un terremoto avrebbe potuto scuotere dal loro dolce far niente. Stephen, che confessava di sentirsi tutt'ora sconquassato, si fermò alla, un momento... alla porta...
    - Una cosa non ho mai capito, disse, per far l'originale lì per là, perché rivoltano i tavoli la sera voglio dire le sedie rivoltate sui tavoli nei caffè.
   A questa estemporanea uscita l'infallibile Bloom dette risposta senza esitare un istante, dicendo di filato:
    - Per spazzare l'impiantito la mattina.
 Nel dir così saltellò  intorno, agilmente considerando, francamente  e contemporaneamente scusandosi, l'eventualità di passare a destra del compagno, una sua abitudine, sia detto per inciso, essendo la destra per citare un esempio classico, il suo tallone d'Achille.  L'aria della notte era veramente deliziosa a respirarsi ora per quanto Stephen non fosse troppo saldo sulle gambe.
   - Le farà (l'aria) bene, disse Bloom, alludendo anche al camminare, tra qualche minuto. Non c'è che da camminare un po' per sentirsi un'altra persona. Non è lontano. Si appoggi a me.
    In conseguenza passò il braccio sinistro sotto il destro di Stephen e lo fece andare avanti in conseguenza.
    - Sì, disse Stephen incerto, perché gli pareva di sentirsi toccare da una strana carne estranea, snervata, flaccida e così via.
   Comunque, passarono davanti alla garitta con le pietre, il braciere ecc., dove quell'avventizio municipale, l'ex Gumley, era ancora avvolto a tutti gli effetti tra le braccia di Morfeo, come suona l'antico adagio, sognando d'altri campi e nuovi pascoli. E apropos della bara piena di pietre, l'analogia non era del tutto fuori luogo, perché in effetti l'avevan proprio lapidato, quelle settantadue su ottanta e più circoscrizioni che voltarono gabbana al momento della scissione e soprattutto la decantata classe dei contadini, probabilmente gli stessi fittavoli sfrattati cui aveva fatto dare le terre.
     

    E quindi passarono a parlare di musica, una forma d'arte per cui Bloom in qualità di semplice dilettante era posseduto di grande amore, nell'incamminarsi a braccetto attraverso Beresford place. La musica di Wagner, grandiosa nel suo genere, bisognava riconoscerlo, era un po' troppo pesante per Bloom e difficile da seguire alle prime, ma per la musica degli Ugonotti di Mercadante, Le sette ultime parole di Cristo in Croce di Meyerbeer, e la Dodicesima Messa di Mozart, ne andava pazzo, il Gloria di quest'ultima essendo per lui l'acme della musica di prim'ordine in quanto tale, che tutto il resto non gli lega neppure i lacci delle scarpe. Preferiva infinitamente la musica sacra della chiesa cattolica a qualsiasi cosa avesse da offrire quell'altra bottega quanto ad articoli del genere come quegli inni di Moody e Sankey oppure Dimmi di vivere e vivrò protestante d'esser tuo. Egli poi non era secondo a nessuno nella sua ammirazione dello Stabat Mater di Rossini, opera veramente strabocchevole di pezzi immortali, in cui sua moglie, Madam Marion Tweedy, aveva fatto colpo, una vera sensazione, non arrossiva a dirlo, aggiungendo una fronda alla sua corona di lauro, e mettendo totalmente in ombra le rivali nella chiesa dei padri gesuiti in Gardiner street superiore, essendo il sacro edificio affollato fino alla porta, per sentirla, di virtuosos o piuttosto di virtuosi. Unanime fu il giudizio che nessuno le stesse a pari e, basti dire che pur in un luogo di culto e per musica di carattere sacro, unanime fu il desiderio universalmente espresso a gran voce di un bis. Tutto sommato, per quanto prediligesse nettamente l'opera leggera tipo il Don Giovanni, e la Martha, un gioiello nel suo genere, egli aveva un penchant, per quanto frutto d'una conoscenza solo superficiale, per la severa scuola classica come Mendelssohn. E già che siam dietro a parlarne, dando per certo che egli conosceva tutto di quelle vecchie arie celebri, egli mentovò par excellence l'aria di Lionello nella Martha, M'appari, che, abbastanza stranamente, egli aveva sentito, o sentito a metà, per esser più precisi, il giorno prima, fortunata coincidenza di cui vivamente si rallegrava, dalle labbra del riverito padre di Stephen, cantata alla perfezione, un'esecuzione invero magistrale, che dava la polvere a tutte le altre. Stephen, in risposta a una domanda cortesemente formulata, affermò di non conoscerla e si imbarcò a fare lodi sperticate delle canzoni di Shakespeare, aImeno di quelle del tempo o giù di li, il liutista Dowland che viveva in Fetter Lane accanto a Gerard il botanico, che, anno ludendo hausi Doulandus, strumento che aveva in animo di acquistare da Mr Arnold Dolmetsch, di cui Bloom non si  ricordava bene, per quanto il nome non gli suonasse certamente nuovo, per sessantacinque ghinee, e Farnaby e Figlio coi loro concetti su dux e comes e Byrd (William) che sonava i virginali egli disse, nella cappella della Regina e ogni dove ne trovasse uno e un certo Tomkins che faceva divertimenti o arie e John Bull.
    Sulla strada selciata cui si andavano avvicinando nel parlare, al di là della catena, un cavallo che trainava una scopatrice misurava il lastrico, spazzando un cumulo allungato di detriti cosìcché dal gran rumore Bloom non era del tutto certo d'aver compreso appieno l'allusione alle sessantacinque ghinee e a John Bull. S'informò se non fosse John Bull la notissima celebrità politica di quel nome, come l'idea lo colpiva, essendo i due nomi identici, per singolare coincidenza.
    Lungo la catena il cavallo lentamente dette di banda per voltare, il che vedendo, Bloom, che vegliava all'erta come il solito, tirò pian piano l'altro per la manica, osservando scherzosamente:
    - Le nostre vite sono in pericolo stanotte. Attenzione al rullo compressore.
   Al che si fermarono. Bloom guardava la testa di quel cavallo che non valeva davvero sessantacinque ghinee e che spiccò a un tratto nel buio a lui d'accanto, si da sembrare altra cosa, un diverso aggruppamento d'ossa e perfino di carne, perché era palesemente un quadrupedante, uno scuotiterga, un chiappenere, un dondolacoda, un ciondolatesta, che avanzava la zampa posteriore mentre il suo signore e creatore era appollaiato lassù a pensare ai casi suoi. Però una brava bestia dopo tutto, gli dispiaceva di non avere una zolletta di zucchero, ma, come saggiamente rifletté, non si può sempre esser pronti a ogni evenienza che dar si può. Era proprio un gran giuggiolone di cavallo nervoso, senza un sol pensiero al mondo. Ma anche un cane egli rifletté, per esempio quel bastardo da Barney Kiernan, se fosse delle stesse dimensioni, sarebbe un orrore a vedersi. Ma non era colpa di nessun animale in particolare se era costruito in quel modo, come il cammello, nave del deserto, che distilla l'uva in whisky irlandese nella groppa. Nove decimi se ne potevano mettere in gabbia o ammaestrare, nessuno che non fosse soggetto all'arte dell'uomo, se si eccettuano le api; la balena con l'arpone arpione, l'alligatore, fargli il pizzicorino alla coda e sta allo scherzo; traccia un cerchio in terra per il galletto; la tigre, il mio occhio d'aquila. Queste riflessioni di circostanza al riguardo degli animali del creato occupavano la sua mente, alquanto distratta dalle parole di Stephen, mentre la nave della strada stava facendo manovra e Stephen continuava a parlare di quelle interessantissime vecchie...
    - Cosa mai stavo dicendo? Ah, si! Mia moglie, dette a intendere piombando in medias res, sarebbe lietissima di far la sua conoscenza essendo appassionatissima d'ogni genere di musica.
    Riguardò di lato amichevolmente il profilo di Stephen, ritratto di sua madre, che non era affatto quel solito tipo di bel teppista dietro il quale, non c'è dubbio, corrono tutte in frotta e forse non c'era neppure tagliato.
    Pure, al supporlo dotato come il padre, ed era qualcosa più che un sospetto il suo, nuove prospettive gli si aprivano in mente, sul tipo di Lady Fingall e delle industrie irlandesi, del concerto del lunedì precedente, e dell'aristocrazia in generale.
    Si diffondeva ora sulle deliziose variazioni sull'aria Qui gioventù finisce di Jans Pieter Sweelinck, un olandese di Amsterdam, dove fanno le frau. Ancor più gli piaceva una vecchia canzone tedesca di Johannes Jeep sul mare limpido e le voci delle sirene dolci assassine d'uomini, che rese un po' perplesso Bloom: 

         Von der Sirenen Listigkeit
    Tun die Poeten dichten. 

    Queste battute d'apertura egli cantò e tradusse extempore. Bloom, annuendo, disse di aver perfettamente capito e lo pregò in tutti i modi di proseguire, il che egli fece.
    Una così bella voce di tenore, fenomenale, il più bel dono di natura, che Bloom apprezzò fin dalla prima nota udita, poteva benissimo, se affidata alle sapienti cure di qualche autorità riconosciuta in materia di canto, come Barraclough, e capace di leggere la musica per soprammercato, pretendere quel che voleva dove i baritoni erano a dieci un soldo e procurare al fortunato proprietario in un prossimo futuro una entrée nei salotti alla moda dei quartieri alti, dei magnati della finanza che fanno affari all'ingrosso e gente titolata dove, col suo diploma universitario di B. A. (un buon asso nella manica dopo tutto) e la sua aria distinta, tale da rinforzare ancora la buona impressione, egli certo si sarebbe assicurato un successo non comune, essendo ricco anche di doni intellettuali che avrebbero potuto essere utilizzati all'uopo in questo e altri casi, se qualcuno si fosse curato un po' del suo vestiario, in modo da poter meglio insinuarsi nelle loro grazie, poiché lui, recluta imberbe in fatto di sottigliezze sartoriali dell'alta società, non arrivava davvero a capire quanto una cosa così insignificante mal vi deponga contro. Era in effetti solo una questione di qualche mese e già gli sembrava di vederlo prender parte alle loro conversaziones artistiche e musicali durante Ie festività della stagione natalizia, a preferenza, provocando un lieve brivido nelle colombaie del gentil sesso ed essendo portato in palma di mano da signore a caccia di sensazioni, ed erano casi, quelli, di cui, ben lo sapeva, si serbava testimonianza - in effetti, senza voler vantarsi, anche lui, ai bei tempi, se avesse voluto, avrebbe potuto benissimo... A ciò si aggiunga naturalmente, l'emolumento pecuniario davanti a cui non bisogna torcere il naso, e insieme la remunerazione professionale. Non che, aggiunse a mo' di parentesi, per amor del vile metallo egli dovesse di necessità abbracciare la carriera di cantante come modus vivendi per molti anni a venire, quello era solo un passo nella giusta direzione, non c'era discussione, e sia da un punto di vista monetario sia mentale la cosa non influiva per nulla sulla sua dignità, e spesso cadeva enormemente acconcio ricevere un assegno al momento della necessità quando anche un nonnulla serviva. Inoltre, benché il gusto da ultimo si fosse notevolmente deteriorato, una musica originale, come quella differente dall'usata, sarebbe divenuta rapidamente di gran moda, e sarebbe stata certamente una novità per il mondo musicale di Dublino, dopo una serqua di tenori a effetto che Ivan St Austell e Hilton St Just e il loro genus omne avevano imposto a un pubblico accomodante. Si, senza ombra di dubbio, poteva benissimo riuscirci, con tutte quelle briscole in mano, e aveva una magnifica occasione di farsi un nome e conquistarsi un posto elevato nella considerazione dei concittadini dai quali poteva pretendere delle belle somme di danaro, e, su prenotazione, dare un gran concerto per i frequentatori della sala di King street, se trovava chi lo sosteneva, qualcuno che gli desse una mano ad arrampicarsi in alto, per così dire, c'era questo gran se, con un po' di slancio o la va o la spacca che compensasse l'inevitabile procrastinazione in cui spesso restano impigliati i ragazzi viziati dalla gloria e la cosa non avrebbe impedito il resto di un ette, poiché, essendo padrone di se stesso avrebbe avuto un sacco di tempo per coltivare la letteratura nei ritagli di tempo, quando gliene venisse voglia senza che ciò contrastasse la sua carriera canora o implicasse qualcosa di men che onesto poiché la faccenda riguardava lui solo. In effetti, non aveva che a stendere la mano ed era proprio questa la ragione per cui l'altro, che aveva un fiuto fenomenale peggio di un cane da tartufi, gli si era messo alle calcagna.
    Il cavallo proprio in quel momento... e più tardi, quando se ne desse l'occasione egli aveva in animo (Bloom, s'intende) senza voler per questo ficcare il naso nei suoi affari privati, sulla base del principio che gli sciocchi si avventurano là dove gli Angeli, di consigliarlo a romperla con un certo praticone in erba il quale, egli aveva notato, era incline a denigrarlo, e persino, fino a un certo punto, col pretesto di celiare, quando non era presente, a disprezzarlo, o comunque si voglia dire, il che a modesto avviso di Bloom, caratterizzava il carattere di quel signorino scusate il gioco di parole. Il cavallo non sapendo più dove batter la testa, per così dire, si fermò e sollevando il superbo pennacchio della coda, volle aggiungere il suo obolo lasciando cadere al suolo, che la scopatrice avrebbe presto ripulito e messo a nuovo, tre stronzi globosi e fumanti. Lentamente, tre volte, una dopo l'altra, giù dal grosso deretano, venne scacazzando. E umanamente il suo conducente attese finché lui (o lei) avesse finito, paziente nel suo carro falcato.
   Fianco a fianco Bloom, approfittando del contretemps, passò con Stephen attraverso il varco nelle catene, divise da un pilastrino, e, saltando sopra a un lago di lordura, s'incamminò verso Gardiner street inferiore mentre Stephen cantava più baldanzosamente, ma a voce più bassa, la fine della ballata: 

    Und alle Schiffe brücken. 

  Il conducente non fece motto né buono né cattivo né indifferente. Ma si limitò a osservare le due figure, rimanendo seduto sulla vetturetta, ambedue nere, una pingue l'altra esile che camminavano verso il ponte della ferrovia a farsi sposare da Padre Maher. Nel camminare a volte si fermavano e si riincamminavano continuando il loro tête-à-tête (dal quale, si capisce, egli era tagliato fuori), circa le sirene, nemiche della ragione umana, mescolando insieme diversi altri argomenti analoghi, gli usurpatori, i vari casi che la storia ci tramanda in quel campo, mentre l'uomo della scopatrice o tanto varrebbe dire sonnecchiatrice, che in ogni caso non poteva sentire perché erano troppo lontani, non faceva che rimanere sul suo sedile quasi in fondo a Gardiner street inferiore e con gli occhi seguia la vetturetta.

episodio precedente: Circe IV           home           episodio successivo: Itaca

2 commenti:

flora turini ha detto...

Ho ascoltato e letto i sottotitoli del 1° video, ora. Complimenti, lavoro davvero eccellente!

alkutraes ha detto...

Grazie molte, Flora ^_^
p.s. col tempo vorrei completare le didascalie di ogni video con il riassunto come avevo iniziato a fare con Rocce Vaganti e con qualche nota, ma verrà il giorno...!:)))