15 I

ULISSE
di
James Joyce


Traduzione di Giulio De Angelis

versione originale inglese e note


***

15° episodio CIRCE (I)

lavori in corso sulle note, quelle presenti per ora rimandano a Joyce Project
(L'ingresso del quartiere dei bordelli da Mabbot street davanti al quale si stende un binario morto disselciato con scheletri di rotaie, fuochi fatui rossi e verdi e segnali luminosi. File di case sporche con porte spalancate. Rare luci dai deboli schermi iridati. Attorno alla gondola del gelataio Rabaiotti uomini e donne rattrappitti leticano. Stringono in mano cialde tra le quali sono inseriti blocchi di neve color carbone e rame. Succhiando, si disperdono lentamente. Bambini. La cresta a collo di cigno della gondola, eretta, si spinge avanti nella penombra, bianca e azzurra sotto un faro. Fischi chiamano e rispondono.) 

I RICHIAMI

Aspetta, amor mio, e sarò da te.

LE RISPOSTE

Laggiù dietro la stalla. 

(Un idiota sordomuto con gli occhi sporgenti, la bocca senza forma sbavante, passa muovendosi a scatti, nella stretta del ballo di San Vito. Una catena di mani infantili lo imprigiona.)

I BAMBINI

Mancino! Fa il saluto!

L'IDIOTA

(Alza il braccio sinistro paralizzato e barbuglia.) Grhahuto!

BAMBINI

Dov'è la gran luce?

L'IDIOTA

(Facendo glo-glo.) Ghaghahest!

(Lo lasciano andare. Va via a strattoni. Una nanerottola dondola su una fune tesa tra due ringhiere, contando. Una sagoma distesa contro un bidone di spazzatura e riparata dal braccio e dal cappello si muove, geme, con uno stridore ringhioso di denti, e ricomincia a russare. Su uno scalino uno gnomo che raspa in un mucchio di spazzatura si accoscia per mettersi in spalla un sacco di cenci e rifiuti. Una vecchiaccia vicino a lui reggendo un lume a petrolio fumoso, caccia un'ultima bottiglia nel collo del suo sacco. Quello alza il suo bottino, s'infila di traverso il berretto a visiera e s'allontana zoppicando in silenzio. La vecchia si avvia alla sua tana dondolando il lume. Un bambino dalle gambe torte, acquattato sulla soglia con un volano di carta, le striscia dietro di sbieco a sbalzi, si attacca alla sottana, si tira su. Uno stradino ubriaco si aggrappa con tutte e due le mani alla ringhiera di un interrato, beccheggiando pesantemente. A un angolo due guardie notturne in mantellina, le mani sulla fondina dei manganelli, giganteggiano nell'ombra. Un piatto si rompe; una donna grida; un bambino geme. Bestemmie di un uomo ruggiscono, mormorano, si spengono. Figure vagano, si appiattano, sbirciano dalle loro garenne. In una stanza illuminata da una candela infilata in un collo di bottiglia una megera leva con un pettine le croste dai capelli di un bambino scrofoloso. La voce di Cissy Caffrey, ancora giovane, sale acuta da un vicolo.)

CISSY CAFFREY

A Molly l'ho pur dato
A quella mattacchiona,
Del gatto lo zampino,
Del gatto lo zampin.

(Il soldato Carr e il soldato Compton si voltano e controreplicano, le loro giubbe di vivido rosso sangue alla luce dei lampioni, le nere calotte dei berretti sulle zucche biondo rame. Stephen Dedalus e Lynch passano attraverso la folla vicino alle giubbe rosse.)

IL SOLDATO COMPTON

(Agita un dito.) Largo al parroco!

IL SOLDATO CARR

(Si volta e grida) Ehilà parroco!

CISSY CAFFREY

(A voce ancor più alta.)

L'ha preso, I'ha preso,
Ma dove l'ha messo,
Del gatto lo zampino.

(Stephen, brandendo in aria il bastone di frassino nella mano sinistra, salmodia l'introito dell'ufficio pasquale. Lynch, berretto da fantino basso sugli occhi, lo accompagna, col volto corrugato da un ghigno di disgusto.)

STEPHEN


(Le zanne affamate d'una vecchia ruffiana spuntano da una porta.)

LA RUFFIANA

(Sussurrando con voce roca.) Sst! Venite qua che vi devo parlare. Verginità all'interno. Sst.

STEPHEN


LA RUFFIANA

(Sputa dietro a loro il suo spruzzo di veleno.) Studenti in medicina di Trinity. Tromba di Falloppio. Tutti verga e manco un soldo. 

(Edy Boardman, stronfiando, accoccolata con Bertha Supple, si tira lo scialle sul naso.)

EDY BOARDMAN

(Litigiosa.) E dice lei: T'ho vista in Faithful place, col tuo scozzonatore, l'operaio della ferrovia, col suo cappello da vieni a letto. Davvero, dico io. Non sta a te dirlo, dico io. Mica m'hai vista a far pane con un montanaro sposato, dico io. È uno di quei tipi! Vipera che non è altro. Testarda come un mulo! E andare a spasso con due alla volta, Kilbride il macchinista e il soldato scelto Oliphant.

STEPHEN


(Fa roteare il bastone mandando in frantumi l'immagine della lampada, spargendo luce sul mondo. Uno spaniel bianco e rosso cupo in cerca di preda gli si infila alle calcagna, ringhiando. Lynch lo spaventa con un calcio.)

LYNCH

E allora?

STEPHEN

(Guarda indietro.) E quindi il gesto, non la musica e neppure l'odore, sarebbe un linguaggio universale, il dono delle lingue che rende visibile non il senso corrente bensì la prima entelechia, il ritmo stutturale.

LYNCH

Filoteologia pornosofica. Metafisica a Mecklenburgh street!

STEPHEN

Abbiamo Shakespeare con una moglie bisbetica e Socrate con una moglie megera. Anche il saggio dei saggi, lo Stagirita, subì il morso e la briglia e fu montato da una fraschetta.

LYNCH

Bah!

STEPHEN

Comunque, chi ha bisogno di due gesti per illustrare una pagnotta e una brocca? Questo movimento illustra la pagnotta e la brocca di pane e di vino in Omar. Tienimi il bastone.

LYNCH

Va' a farti friggere te e il tuo bastone. Dove si va?

STEPHEN

O lince lubrica, dalla belle dame sans merci, Georgina Johnson, ad deam qui laetificat iuventutem meam. 

(Stephen lo obbliga a prendere il bastone e tende lentamente le mani in avanti, tirando indietro il capo, finché le mani non sono distanti una spanna dal letto, le palme in basso in piani che s'intersecano, le dita in procinto di aprirsi, la sinistra più alta.)

LYNCH

Qual è la brocca di pane? Poco cale. Questo o la dogana. Piacciati d'illustrare. Prendi la gruccia e cammina. 

(Passano. Tommy Caffrey si dirige di corsa verso un lampione a gas, lo afferra e si arrampica con fatica. Arrivato alla sbarra in cima, scivola giù. Jacky Caffrey l'afferra per arrampicarsi. Lo stradino beccheggia contro il lampione. I gemelli sgattaiolano via nel buio. Lo stradino, ondeggiando, si schiaccia l'indice contro una pinna del naso e proietta dall'altra narice un lungo getto liquido di moccio. Mettendosi in spalle il lampione si allontana barcollando fra la folla con la sua torcia ardente. Serpi di nebbia fluviale strisciano lentamente. Da fogne, fessure, pozzi neri, mucchi d'immondizie, si alzano da ogni parte fumi stagnanti. Un chiarore balena a sud oltre la foce del fiume. Lo stradino barcollando fende la folla e beccheggia verso il binario morto. Dall'altro lato sotto il ponte ferroviario appare Bloom, rosso in viso, ansimante, ficcandosi pane e cioccolata in una tasca. Dalla vetrina di parrucchiere di Gillen un ritratto composito gli mostra l'immagine del prode Nelson. Uno specchio concavo a lato gli presenta il derelitto d'amore ormai perduto lugubre Booloohoom. Il Grave Gladstone lo guarda dritto negli occhi, Bloom per Bloom. Egli passa, colpito dallo sguardo del truculento Wellington, ma nello speccbio convesso sogghignano incolpiti gli occhi bonari e le gote a braciola rotondette di Poldacciuolo pollo tristanzuolo.       Alla porta di Antonio Rabaiotti Bloom si ferma sudato sotto la splendente lampada ad arco. Sparisce. Dopo un momento riappare e avanza in fretta.)

BLOOM 

Pesci e patatine. Niente buono. Ah! 

(Sparisce da Olhousen, il norcino, sotto la saracinesca calante. Pochi istanti dopo emerge da sotto la saracinesca Poldino sbuffante, Bloohoom soffiante. In ciascuna mano tiene un pacchetto, uno contenente un tepido zampetto di porco, l'altro un freddo zampino di pecora, cosparso di pepe grosso. Ansima, mettendosi ritto. Poi chinandosi da una parte si stringe un pacchetto contro una costola e geme.)

BLOOM

Fitta nel fianco. Perché mi son messo a correre? 

(Riprende fiato con attenzione e avanza lento verso il binario morto con le sue luci. Il chiarore balena di nuovo.)

BLOOM 

Cos'è? Un faro? Riflettore.

(Si ferma all'angolo di Cormack, a guardare.)

BLOOM

Aurora borealis o un altoforno? Ah, i pompieri, naturalmente. Comunque, a sud. Gran fiammata. Forse la casa di lui. La tana del lupo. Noi siamo fuori pericolo. (Canticchia allegramente.) Londra brucia! Londra brucia! Al fuoco, al fuoco! (Lo stradino che beccheggia attraverso la folla sull'altro lato di Talbot street attira la sua attenzione.) Finirò per non trovarlo. Correre. Svelto. Meglio traversare qui.

(Si slancia ad attraversare la strada. Urla di monelli.)

I MONELLI

Attenzione signore! 

(Due ciclisti, coi lumini di carta accesi ondeggianti, lo sfiorano toccandolo, campanelli scampanellanti.)

I CAMPANELLI

Stopdinstopdinstopdin.

BLOOM

(Si ferma, colpito da un crampo) Ahi. 

(Si guarda in giro, si slancia a un tratto in avanti. Attraverso la nebbia che si alza, un drago di vettura tranviaria di servizio, a passo prudente, striscia pesantemente verso di lui, il suo enorme fanale rosso ammiccante, la puleggia fischiante sul filo. Il manovratore fa risuonare il campanello a pedale.)

IL CAMPANELLO

Bang Bang Bla Bac Blad Bag Bloo. 

(Il freno geme violentemente. Bloom, alzando una mano guantata di bianco da poliziotto, arranca con le gambe irrigidite fuori del binario. Il manovratore, proiettato in avanti, col naso rincagnato, sul volante, urla, passando su catene e ingranaggi)

IL MANOVRATORE

Ehi, caca-a-letto, stai lì a fare il trucco del cappello? 

(Bloom saltabecca sul marciapiede e si ferma di nuovo. Si spazzola via una macchia di fango dalla gota con la mano pacchettosa)

BLOOM

Strada vietata. C'è mancato poco, ma ha guarito la fitta. Devo riprendere a fare gli esercizi di Sandow. Giù, sulle mani. E assicurarmi contro gli incidenti stradali anche. La Provvidenziale. (Si tocca la tasca dei pantaloni.) La panacea della povera mamma. Facile che un tacco rimanga in una rotaia o una stringa in una ruota. Quella volta che il furgone della polizia mi tolse la scarpa all'angolo di Leonard. La terza volta è quella buona. Il trucco della scarpa. Che insolente quel manovratore. Dovrei fargli un reclamo. È la tensione che li rende nervosi. Potrebbe anche essere quello che mi ha fregato stamani con quella specie di amazzone. Stesso genere di bellezza. Però è stato svelto. Passo rigido. La verità detta per gioco. Quel crampo spaventoso in Lad lane. Qualcosa di velenoso che avevo mangiato. Segno di fortuna. Perché? Probabilmente bestiame perduto. Il marchio della bestia. (Chiude gli occhi un istante.) Testa un po' svaporata. Storia di tutti i mesi oppure l'effetto di quell'altra. Cefalnebbialgia. Quel senso di stanchezza. Troppo per me ormai. Ahi! 

(Una figura sinistra si appoggia a gambe intrecciate al muro di O'Beirne, un volto ignoto, iniettato di cupo mercurio. Di sotto un sombrero ad ampia tesa la figura lo guarda di malocchio.)

BLOOM

Buenas noches, se orita Blanca, que calle es esta?

LA FIGURA

(Impassibile, alza un braccio a mo' di segnale.) Parola d'ordine. Sraid Mabbot.

BLOOM

Ah. Merci. Esperanto. Slan leath. (Brontola.) Spia della lega gaelica mandata da quel mangiafuoco. 

(Si fa avanti. Un cenciaiolo col sacco in spalla gli sbarra la strada. Si sposta a sinistra; il cenciosaccaiolo anche.)

BLOOM

Prego.

(Salta a destra, il cenciosaccaiolo anche.)

BLOOM

Prego.

(Si scosta, si sposta, si fa da parte, passa accanto e via.)

BLOOM

Tenere la destra, destra, destra. Se c'è un cartello indicatore del Touring Club a Fattidaparte, a chi si deve quel pubblico beneficio? A me che ho perso la strada e che ho collaborato alle colonne del Ciclista Irlandese con la lettera intitolata Nelle Tenebre di Fattidaparte. Tenere, tenere, tenere la destra. Cenciaiolo a mezzanotte. Un ricettatore, più probabilmente. Il primo posto dove vanno gli assassini. Lavare i suoi peccati del mondo. 

(Jacky Caffrey, con Tommy Caffrey alle calcagna, va a sbattere in pieno contro Bloom.) 

BLOOM

Oh!

(Colpito, fiacco di gambe, si ferma. Tommy e Jacky spariscono di qua, di là. Bloom con
mani  pacchettose palpa taschino dell'orologio, tasca del portafoglio, tasca del portamonete, dolcezze del peccato, sapone patata.)

BLOOM

Attenzione ai borsaioli. Vecchio espediente dei ladri. Ti urtano. Poi ti fregano il borsellino.

(Il cane da caccia si avvicina annusando, naso a terra. Una sagoma distesa a terra sternutisce. Una curva figura barbuta appare ammantata nel lungo caffettano degli anziani di Sion e berretto da casa con nappe color magenta. Occhiali di corno appesi alle pinne del naso. Striature di veleno giallo sul viso tirato.)

RUDOLPH

Seconda mezza corona sprecata oggi. Io detto non andare mai con ubriaco. Così non prendi soldi.

BLOOM

(Nasconde lo zampetto di porco e quello di pecora dietro la schiena e, scornato, palpa la carne pedestre calda e fredda.) Ja, ich weiss, papachi.

RUDOLPH

Che fai in quel posto? Non hai anima? (Con deboli artigli d'avvoltoio palpa il volto silenzioso di Bloom.) Non sei il mio figlio Leopold, nipote di Leopold? Non sei il mio caro figlio Leopold che abbandonò la casa del suo padre e abbandonò il dio dei suoi padri Abramo e Giacobbe?

BLOOM

(Cauto.) Credo di sì, babbo. Mosenthal. Tutto ciò che è rimasto di lui.

RUDOLPH

(Severamente.) Una sera portano te a casa ubriaco fradicio dopo speso buono denaro. Come si chiama quelli che corrono?

BLOOM

(Nell'elegante vestito blu Oxford dei giovani anni, con le mostrine bianche, spalle strette, un cappello da alpinista marrone, un orologio Waterbury da uomo, senza chiave, in argento garantito, e doppia catena Albert con sigillo pendente, un fianco impillaccherato di fango rappreso.) Maratoneti, babbo. Solo quella volta, però.

RUDOLPH

Solo quella volta! Fango dalla testa ai piedi. Mano tagliata. Tetano. Ti fanno Kaput quelli, Leopoldleben. Guàrdati da loro.

BLOOM

(Debolmente.) M'hanno sfidato alla corsa. C'era fango. Sono scivolato.

RUDOLPH

(Con disprezzo.) Goim nachez. Bello spettacolo per la tua povera mamma!

BLOOM

Mamma!

ELLEN BLOOM

(Con cuffietta a nastri da dama di pantomima, crinolina e sellino alla vedova Twankey, blusa con maniche a sboffi, abbottonata dietro, mezzi guanti grigi e spilla con cammeo, i capelli raccolti in una reticella, appare alla balaustra della scala, con in mano un candeliere inclinato, ed emette stridule grida d'allarme.) Redentore beato che cosa gli hanno fatto! I sali! i sali! (Si alza un lembo della gonna e fruga ansiosamente nella tasca della sottoveste grezza a strisce. Ne cadono fuori una fialetta, un Agnus Dei, una patata raggrinzita e un bambolotto di celluloide.) Sacro cuore di Maria, dove sei stato dove mai? 

(Bloom, mugugnando, con occhi abbassati, comincia a distribuire i pacchi nelle tasche già piene ma desiste, brontolando.)

UNA VOCE

(Acuta.) Poldy!

BLOOM

Chi? (Si china e schiva goffamente un colpo) Per servirla. 

(Alza gli occhi. Accanto a un suo miraggio di palme da dattero, una bella donna in costume turco è in piedi davanti a lui. Curve opulente riempiono i suoi pantaloni scarlatti e una giacca con laminette d'oro. Un'ampia fascia gialla le fa da cintura. Uno yashmak bianco, violetto nell'oscurità, le copre il viso, lasciando liberi solo i suoi grandi occhi scuri e i capelli corvini.)

BLOOM

Molly!

MARION

Be'? D'ora in poi tanto di Mrs Marion, caro mio, quando mi rivolgi la parola. (Satiricamente.) Ha i piedi ghiacci il mio maritino a forza di aspettare?

BLOOM

(Saltella su un piede e poi sull'altro.) No, no. Neanche un pochino. (Respira con profonda agitazione, deglutendo grosse sorsate d'aria, domande, speranze, zampetti di porco per la cena di lei, cose da dirle, scuse, desiderio,    magato. Una moneta le riluce in fronte. Ha le dita dei piedi ingioiellate d'anelli. Le caviglie sono unite da una catenella. Accanto a lei un cammello, incappucciato con un turbante  torreggiante, attende. Una scala di seta dagli innumerevoli scalini sale al suo ondeggiante baldacchino. Le ambia intorno col posteriore corrucciato. Rabbiosamente essa lo percuote su un'anca e i suoi braccialetti frendorati stizzinnano, rimbrottando in lingua moresca.)

MARION

Nebrakada! Femininum! 

(Il cammello, alzando una delle zampe anteriori, coglie da un albero un grosso mango, lo offre alla padrona, ammiccando, con lo zoccolo fesso, poi abbassa la testa e, grugnendo, col collo eretto, s'inginocchia a tentoni. Bloom china la schiena come per giocare a saltamontone.)

BLOOM

Posso benissimo darle... voglio dire come suo impresario... Mrs Marion... se lei...

MARION

Così, ti accorgi che qualcosa è cambiato? (Passa lentamente le mani sopra il pettorale ingioiellato, una lenta amichevole espressione beffarda nei suoi occhi.) Oh, Poldy, Poldy sei proprio un pulcino bagnato! Va' a imparare a vivere. Vedi un po' di mondo.

BLOOM

Stavo proprio per tornare per quella lozione, cera bianca e acqua di fiori d'arancio. La bottega chiude presto il giovedì. Ma la prima cosa domattina. (Si batte con la mano varie tasche.) Questo rene mobile. Ah! 

(Punta il dito a sud, poi a est. Un panetto d sapone al limone nuovo e pulito sorge, diffondendo luce e profumo.)

SAPONE

Io e Bloom, bella coppia davvero.
Egli illustra la terra. Io vi lustro il cielo.

(Il viso lentigginoso di Sweny, il farmacista, appare nel disco del saponsole.)

SWENY

Tre scellini e un penny. Prego.

BLOOM

Sì. Per mia moglie. Mrs Marion. Ricetta speciale.

MARION

(A bassa voce.) Poldy!

BLOOM

Sissignora?

MARION

Ti trema un poco il cuore? 

(Con disprezzo si allontana ancheggiando, canticchiando il duetto del Don Giovanni, paffuta come una piccioncina benpasciuta.)

BLOOM

Sei sicura di quel Voglio? Voglio dire la pronun... 

(La segue, seguito dal fox terrier annusante. La ruffiana annosa gli afferra la manica, le setole del porro che ha sul mento scintillano.)

LA RUFFIANA

Dieci scellini una verginità. Freschissima mai toccata prima. Quindici anni. Non c'è nessuno, solo il suo vecchio che è ubriaco fradicio. 

(Addita. Nell'apertura  della  sua  tana  buia,  furtiva,  grondante di  pioggia, Bridie Kelly attende in piedi.)

BRIDIE

Hatch street. Hai buone intenzioni? 

(Con uno strilletto sbatte le ali del suo scialle da pipistrello e corre via. Un rosso teppista la insegue a passi stivaluti. Inciampa sui gradini, si riprende, sprofonda nel buio. Si sentono deboli strilli di riso, più deboli.)

LA RUFFIANA

(Le brillano gli occhi di lupo.) Si prende un po' di piacere. Non ce la trovi una vergine in quelli di lusso. Dieci scellini. Non ci pensar su tutta la notte sennò i questurini in borghese ci vedranno. Il sessantasette è un figlio di puttana. 

(Sogghignante, Gerty MacDowell si fa avanti zoppicando. Occhieggiando tira fuori da dietro le spalle e mostra, ritrosa, la biancheria insanguinata.)

GERTY

Tutto quello che ho al mondo ti dono e ti abbandono. (Mormora.) Sei stato tu. Mi fai orrore.

BLOOM

Io? Quando? Tu sogni. Non ti ho mai vista.

LA RUFFIANA

Non seccare il signore, imbrogliona. Scrivi false lettere al signore. Batti la strada e adeschi la gente. Tua madre dovrebbe attaccarti al piè del letto e dartele di santa ragione, sgualdrinella.

GERTY

(A Bloom.) Quando hai visto tutti i segreti del mio cassetto di fondo. (Gli accarezza la manica piagnucolando.) Sudicione di un ammogliato! Ti amo proprio per quello che mi hai fatto. 

(Scivola via di traverso. Mrs Breen, in un soprabito da uomo di lana grossa con tasche a soffietto, è ferma in mezzo alla strada, gli occhi sbarazzini sbarrati, col sorriso di tutti i suoi erbivori denti da daino.)

MRS BREEN

Mr...

BLOOM

(Tossisce gravemente.) Signora, quando abbiamo avuto il piacere con la nostra ultima del sedici del corrente mese...

MRS BREEN

Mr Bloom! Lei qui, in questi luoghi di perdizione! L'ho colto! Briccone!

BLOOM

(A precipizio.) Non mi nomini così ad alta voce. Per chi mi prende? Non mi scopra gli altarini. I muri hanno orecchie. Come sta? È un secolo che non la. Ha una splendida cera. Davvero. È un tempo di stagione quello che abbiamo ora. Il nero rifrange il calore. C'è una scorciatoia per tornare a casa da queste parti. Quartiere interessante. Riabilitazione delle donne perdute, ospizio Magdalen. Io sono il segretario...

MRS BREEN

(Alza un dito.) Via, non conti balle! So di qualcuno che non sarebbe contento. Aspetti che veda Molly! (Furbesca.) Si giustifichi immediatamente o guai a lei!

BLOOM

(Guarda dietro di sé.) Ha detto spesso che le piacerebbe visitarli. Quartieri malfamati. Esotismo, vede. Anche servi negri in livrea se avesse quattrini. Otello il bruto nero. Eugene Stratton. Anche quello che suona la castagnola, l'uomo di spalla dei cantanti negri Livermore. I fratelli Bohee. Anche lo spazzacamino, quanto a questo. 

(Saltano fuori Tom e Sam Bohee, canterini di colore vestiti di tela da marinai bianca, calze scarlatte, colletti Sambo inamidatissimi, e grandi aster scarlatti all'occhiello. Tutti e due hanno un banjo appeso al collo. Le loro mani negroidi, più pallide, più bianche, fan vibrare le corde tintinnanti. Facendo brillare bianchi occhi da cafri e zanne d'elefante si lanciano in una danza folle coi loro grossi zoccoli, strimpellando, cantando, spalla a spalla, punta e tacco, tacco e punta, con labbra da negri grassoschioccanti.)

TOM E SAM


(Fan saltar via le maschere nere dalle facce grassocce, patatose: poi, ridacchiando, gracchiando tambureggiando, pizzicando van via ballonzolando tra la la la il cakewalk.)

BLOOM

(Con un sorriso tra l'acido e il dolciastro.) La facciamo qualche sciocchezzuola, se non le dispiace? Non le garberebbe se l'abbracciassi per una frazione di secondo?

MRS BREEN

(Grida allegramente.) Che sfacciato! Ma si è mai guardato allo specchio?

BLOOM

Per amor dell'amore d'un tempo. Intendevo una partita a quattro, matrimonio misto, un composto di tutti i nostri vari congiungimenti. Lei sa che ho sempre avuto del tenero per lei. (Cupamente.) Son io che le ho mandato quella letterina della cara gazzella il giorno di San Valentino.

MRS BREEN

Santi numi, è proprio un bel vedere! Da rimanerci. (Alza una mano inquisitoria.) Cosa nasconde dietro la schiena? Lo dica, su, da bravo bambino.

BLOOM

(Le afferra il polso con la mano libera.) Josie Powell dei bei tempi, la più adorabile fanciulla di tutta Dublino. Come vola il tempo! Si ricorda, risalendo ll tempo in un'inquadratura retrospettiva, quella sera di Natale, l'inaugurazione della casa di Georgina Simpson mentre giocavamo a quel gioco di Irving Bishop, a trovare lo spillo con una benda sugli occhi e la lettura del pensiero? Problema: cosa c'è in questa tabacchiera?

MRS BREEN

Lei fu l'eroe della serata con la sua declamazione seriocomica e la parte sembrava le andasse a pennello. Lei è sempre stato l'idolo delle donne.

BLOOM

(Cavalier servente, in giacca da sera, con risvolti di seta marezzata, distintivo massonico azzurro all'occhiello, cravattino nero e bottoncini di madreperla, brandendo un bicchiere prismatico da spumante.) Signore e signori, brindo all'Irlanda, alla casa e alla beltà.

MRS BREEN

I cari vecchi giorni passati ormai senza rimedio. D'amor la vecchia dolce canzone.

BLOOM

(Abbassando la voce, con tono allusivo.) Confesso che bollo dalla voglia di sapere se una certa cosa di una certa persona sta bollendo o no.

MRS BREEN

(Espansiva. ) Bolle terribilmente! Londra bolle e io sono tutta un bollore. (Gli si strofina al fianco ) Dopo gli indovinelli da salotto e i dolci col botto sull'albero ci sedemmo sull'ottomana delle scale. Sotto il vischio. In due è la migliore compagnia.

BLOOM

(Porta un cappello a tricorno violetto con mezzaluna d'ambra, le dita e i pollici gli scorrono lentamente sul palmo della mano di lei, liscia, umida e carnosa, che ella gli abbandona mollemente.) L'ora maliosa della notte. Levai una scheggia da questa mano, con molta cura, lentamente. (Con tenerezza mentre le infila al dito un anello con rubino.) Là ci darem la mano.

MRS BREEN

(In abito da ballo d'un solo pezzo, eseguito in color azzurro-chiardiluna, con diadema da silfide di orpello sulla fronte e il carnet di ballo caduto accanto alle pantofole di raso azzurro-luna, curva dolcemente la palma della mano, col respiro frequente.) Voglio e non. Ma lei scotta! Mi brucia! La sinistra è la mano del cuore.

BLOOM

Quando lei scelse colui che oggi è il suo compagno, dissero che era il caso della bella e la bestia. Non gliela perdonerò mai. (Porta alla fronte il pugno chiuso.) Pensi a quello che vuol dire. A tutto quel che lei voleva dire allora per me. (Rauco.) Donna, ciò mi distrugge! 

(Denis Breen, alto e bianco il cappello, uomo-sandwich di Wisdom Hely, ciabatta passando accanto a loro, barba smorta protesa in avanti, borbottando a destra e a sinistra. Il piccolo Alf Bergan infagottato nel manto dell'asso di picche, lo tallona a destra e a sinistra, piegato in due dal gran ridere.)


(Indica, schernendo, i cartelloni.) S. u.: su.

MRS BREEN

(A Bloom.) Baldoria alla chetichella. (Gli strizza l'occhio.) Perché non baciò la ferita per guarirla? Ne aveva voglia.

BLOOM

(Scandalizzato.) La migliore amica di Molly! E come poteva?

MRS BREEN

(La lingua carnosa tra le labbra, offre un bacio colombino.) Hnhn. Risposta: picche. Non ha un regaluccio per me ?

BLOOM

(Sbadatamente.) Kosher. Qualche cosina per rompere il digiuno. Una casa dove pasta di carne non c'è è incompleta. Sono stato a vedere Leah. Mrs Bandmann Palmer. Incisiva interprete di Shakespeare. Disgraziatamente ho buttato via il programma. Da quelle parti c'è un locale di prim'ordine per i piedi di porco. Tocchi qua. 

(Richie Goulding, tre cappelli da donna calcati in testa, appare inclinato da una parte per il peso della borsa nera d'ufficio Collis e Ward, su cui sono dipinti un teschio e due ossa incrociate, bianco di calce. La apre e fa vedere che è piena di salsicciotti, aringhe affumicate, merluzzi Findon e pillole impacchettate.)

RICHIE

Il più conveniente di Dub. 

(Pat il calvo, scarafaggio tribolato, fermo sull'orlo del marciapiede, piega la salvietta, cameriere attento in attesa.)

PAT

Avanza con un piatto sbandato d'intingolo gocciosgocciolante.) Pasticcio di carne e rognone. Bottiglia di birra. Ih, ih, ih. Attenda finché io attenda a lei.

RICHIE

Buondìo. Nonòmai mangia tinvìta... 

(A testa bassa, avanza ostinatamente. Lo stradino, che barcolla lì vicino, lo trafigge coi denti arroventati della sua torcia a forca.)

RICHIE

(Con un grido di dolore, la mano alla schiena.) Ahi! Morbo di Bright! Infiammazione alle rigaglie!

BLOOM

(Indica lo stradino.) Una spia. Non attiri l'attenzione. La folla stupida mi dà ai nervi. Non sono qui per mio piacere. M'incombe un dovere grave assai.

MRS BREEN

Sempre a chiacchierare e a buscherar la gente con le solite balle.

BLOOM

La metterò a parte di un piccolo segreto sul perché sono venuto a finire qui. Però non lo dica a nessuno. Neanche a Molly. Ho una ragione particolarissima.

MRS BREEN

(Tutta eccitata.) Per nulla al mondo.

BLOOM

Camminiamo un po'. Le spiace?

MRS BREEN

E perché no?

(La ruffiana fa un cenno non accolto. Bloom va avanti con Mrs Breen. Il fox terrier li segue, guaendo pietosamente, dimenando la coda.)

LA RUFFIANA

Giudeo scavezzato!

BLOOM

(In abito sportivo color avana, ramoscello di caprifoglio all'occhiello, camicia color isabella molto chic, cravatta scozzese a croce di S. Andrea, ghette bianche, spolverina fulva al braccio, scarpette sportive rosso fulvo, binocolo a tracolla e bombetta grigia.) Si ricorda che molto tempo fa, devono essere parecchi anni, subito dopo che Milly, si chiamava Marionette allora, fu svezzata, andammo tutti insieme alle corse a Fairyhouse, se non mi sbaglio?

MRS BREEN

(In un elegante tailleur azzurro, cappello di felpa bianco e veletta finissima.) A Leopardstown.

BLOOM

Ma sì, a Leopardstown. E Molly vinse sette scellini su un cavallo di tre anni chiamato Non-lo-dire e al ritorno passando per Foxrock in quello sganghero di carrozzino a cinque posti lei era in piena fioritura allora e aveva quel cappello nuovo di felpa bianco con guarnizioni di talpa che Mrs Hayes le consigliò di comprare perché era ridotto a diciannove e undici, un po' di fil di ferro e uno straccetto di flanella di cotone, e io ci scommetterei qualsiasi cosa che lo fece apposta...

MRS BREEN

Ma sì, certo, quella bertuccia! Non me lo dica! bei consigli!

BLOOM

E poi non le stava per niente bene quanto quell'altro berrettino tanto carino con sopra un'ala d'uccello del paradiso che mi piaceva tanto su di lei, ed era veramente irresistibile, sa, solo che era stato un peccato ammazzarlo, brutta cattivona, quel povero esserino col cuore piccolo come un punto.

MRS BREEN

(Gli strizza un braccio, piagnucola.) Fui proprio cattivona, sì!

BLOOM

(Piano, in segreto, sempre più rapidamente.) E Molly mangiava un panino imbottito d'arrosto speziato tirato fuori dal paniere della moglie di Joe Gallaher. Francamente, per quanto avesse i suoi consulenti o pretendenti, le sue maniere non mi sono mai andata a genio. Era...

MRS BREEN

Troppo...

BLOOM

Sì. E Molly rideva perché perché Rogers e Maggot O'Reilly facevano il verso al gallo nel passare davanti a una fattoria e Marcus Tertius Moses, commerciante di tè e coloniali, ci sorpassò in un biroccino con la figlia, si chiamava Moses la ballerina, e il barboncino sulle sue ginocchia s'era tutto rabbuffato e lei mi chiese se avevo sentito dire o letto o sapevo o avevo incontrato...

MRS BREEN

(Ansiosamente.) Sì, sì, sì, sì, sì, sì, sì. 

(Gli svanisce di sotto gli occhi. Seguito dal cane guaente avanza verso le porte dell'inferno. In un androne una donna in piedi, china in avanti a piedi divaricati, piscia vaccinamente. Davanti a una mescita sprangata un gruppo di sfaccendati sta a sentire il racconto che un capomastro dal grugno spaccato gracchia con rauco umorismo. Due di loro, mutilati delle braccia, lottano, sbattendosi qua e là, ringhiando, per scherzo, cozzo ubriaco di membra stronche.)

IL CAPOMASTRO

(Si accoccola, la voce strozzata nel grugno.) E quando Cairns esce dal palco di Beaver street, dove stava per farla? Proprio nel secchio di birra, vi dico, che era là in mezzo ai trucioli per gli imbianchini di Derwan.

GLI SFACCENDATI

(Sghignazzano con palati fessi.) Oh, cribbio! 

(I loro cappelli schizzati di calcina ondeggiano. Tutti inzaccherati dalla colla e dalla calce delle loro impalcature gli saltellano intorno senza membra.)

BLOOM

Pura coincidenza. A loro sembra buffo. Tutto meno che questo. In pieno giorno. Quasi non riuscire a camminare. Fortuna non passava neanche una donna.

GLI SFACCENDATI

Cribbio, questa è buona. Sali purgativi. O cribbio, nella birra degli operai. 

(Bloom passa. Puttane da quattro soldi, sole, a coppie, insciallate, scarmigliate, chiamano da vicoli, porte, angoli.) 

LE PUTTANE

Dove vai, dove vai bel signorino?
Ma la gamba di mezzo ti funziona?
Ce l'avresti un fiammifero, per caso?
Vien qua, vien qua, te lo raddrizzo io.

(Arranca via, cavando i piedi da quel letamaio, verso la strada illuminata nel fondo. Dietro tendine gonfie di vento un grammofono drizza la sua tromba di bronzo ammaccata. Nell'ombra la tenutaria d'una bettola contratta con lo stradino e le due giubbe rosse.)
 
LO STRADINO

(Ruttando ) Dov'è sto fottuto locale?

LA TENUTARIA DELLA BETTOLA

Purdon street. Uno scellino la bottiglia di birra. Donna rispettabile.

LO STRADINO

(S'attacca alle due giubbe rosse e si trascina avanti barcollando.) Forza, esercito inglese!

IL SOLDATO CARR

(Dietro le sue spalle.) È scemo quello!

IL SOLDATO COMPTON

(Ride.) Dai, forza!

IL SOLDATO CARR

(Allo stradino.) Lo spaccio della caserma Portobello, non hai che da chiedere di Carr. Carr e basta.

LO STRADINO

(Bercia.) 

        Di Wexford gli arditi. Noi siamo.

IL SOLDATO COMPTON

Di' un po'! E del sergente maggiore, cosa ne pensi?

IL SOLDATO CARR

Bennett? Siam pane e cacio. Gli voglio bene al vecchio Bennett.

LO STRADINO

(Bercia)
  
     La grave catena.
     E la terra natia libereremo.

(Se li trascina dietro barcollando. Bloom si ferma, non sa che fare. Il cane si avvicina, la lingua penzoloni, ansimante.)

BLOOM

Caccia all'anitra selvatica, questa. Luoghi di perdizione. Dio sa dove sono andati. Gli ubriachi coprono le distanze a doppia velocità. Bella compagnia. Quella scena a Westland row. Saltare in una vettura di prima classe col biglietto di terza. E poi troppo lontani. Treno con la locomotiva in coda. Poteva anche andare a finire a Malahide o in un binario morto per tutta la notte o forse uno scontro. Non è il bere è il ribere. Una volta, non fa niente. Ma perché gli vo dietro? Però è il migliore di tutta la combriccola. Se non avessi saputo di Mrs Beaufoy Purefoy non sarei andato e non ci saremmo incontrati. Kismet. Perderà quei quattrini. Qui è l'ufficio scarico. Buona piazza per rivenduglioli e suonatori d'organetto, questa. Cosa vi occorre? Preso e perso. Avrei potuto rimetterci anche la vita con quelluomocampanellorotabinariopuleggiafaro giagghernaut, se non fosse stato per la mia presenza di spirito. Non la si scampa sempre, però. Se fossi passato davanti alla vetrina di Truelock quel giorno solo due minuti dopo, sarei stato impallinato. Assenza di corpo. Però se la pallottola mi avesse bucato appena la giacca avrei chiesto i danni per lo shock nervoso; cinquecento sterline. Chi era? Un elegantone da club di Kildare Street. Dio aiuti il suo guardaccaccia. 
(Guarda davanti a sé leggendo sul muro una scritta fatta col gesso, Sogno umido, e un disegno fallico.) Strano! Molly disegnava sul vetro appannato dello scompartimento a Kingstown. A cosa assomiglia questo? (Bambole agghindate si dondolano nei vani illuminati delle porte, negli strombi delle finestre, fumando sigarette Birdseye. L'odore delle foglioline dolciastre fluttua verso di lui in lente ghirlande tondo-ovali.)

LE GHIRLANDE

Dolci sono le dolcezze. Dolcezze del peccato.

BLOOM

Ho la schiena in pezzi. Andare o tornare? E questa roba da mangiare? Mangiala e ti imbratti di carne di maiale. Ma sono ben stupido. Denaro sprecato. Uno e otto pence di troppo. (Il cane da caccia gli striscia contro la mano il muso freddo e bavoso e dimena la coda.) Strano come me li tiro dietro. Anche quella bestia di oggi. Meglio rivolgergli la parola. Gli piace fare delle rencontres, come alle donne. Puzza come una puzzola. Chacun son goût. Potrebbe essere arrabbiato. Canicola. Incerto nei movimenti. Fido! Buono, buono! Garryowen! (Il cane lupo si stende sulla schiena, contorcendosi oscenamente con zampe imploranti, la lunga lingua nera pendente.) Influsso dell'ambiente. Daglieli e falla finita. Purché nessuno. (Con parole d'incoraggiamento, si trae indietro con passo furtivo da cacciatore di frodo, tallonato dal setter in un fetido angolino. Svolge un pacchetto e sta per far cadere piano lo zampetto di porco ma si trattiene e palpa lo zampino di pecora.) Abbondante, per tre pence. Sì, ma lo tengo nella mano sinistra. Richiede maggiore sforzo. Perché? Più piccola perché si usa meno. Oh lasciamo andare. Due e sei. 

(Con rimpianto, lascia andare gli zampetti di porco e di pecora. Il mastino grufola goffamente nel pacco e si ingozza con ringhiosa avidità, sgranocchiando le ossa. Due guardie con le mantelline impermeabili si accostano, silenziose, vigili. Mormorano insieme.)

LE GUARDIE

Bloom. Di Bloom. Per Bloom. Bloom.

(Ciascuno dei due mette la mano sulla spalla di Bloom)

PRIMA GUARDIA

Colto in flagrante. Vietato gettare rifiuti nella pubblica via.

BLOOM

(Balbetta.) Sto facendo del bene al prossimo. 

(Uno stormo di gabbiani, di procellarie, si alza famelico dalla fanghiglia della Liffey con panini dolci di Banbury nei becchi.)

I GABBIANI

Chi ha cato cachichi chi cancury.

BLOOM

L'amico dell'uomo. Allevato con le buone. 

(Indica il cane. Bob Doran, crollando giù da un alto panchetto di bar, barcolla sullo spaniel che rumina.)

BOB DORAN

Medoro. Da' qua la zampa. Da' la zampa. 

(Il bulldog ruglia, con i peli del collo irti, un'articolazione del piede di porco tra i molari da cui scola una rabida salivaschiuma. Bob Doran scompare silenziosamente giù in un seminterrato.)

SECONDA GUARDIA

Protezione degli animali.

BLOOM

(Entusiasticamente.) Nobile istituzione! Ho rimproverato quel manovratore del tram al ponte Harold's cross che maltrattava quel povero cavallo, con la piaga sotto la cavezza. Come ricompensa, me ne ha dette di tutti i colori. Però c'era il ghiaccio ed era l'ultimo tram. Tutte quelle storie sulla vita del circo sono molto demoralizzanti. 

(Il signor Maffei, pallido di rabbia, in uniforme da domatore con bottoncini di diamanti sullo sparato si fa avanti, tenendo in mano un cerchio di carta, una lunga frusta arricciolata e una pistola puntata sul botolo che si ingozza.)

IL SIGNOR MAFFEI

(Con un sorriso sinistro.) Signore e signori, il mio levriero ammaestrato. Fui io che domai Aiace, il feroce stallone della pampa, con la mia sella a punte brevettata per i carnivori. Frustare sotto la pancia con una correggia a nodi. Un paranco con puleggia e sistema d'imbracamento vi farà inginocchiare davanti il leone, per bizzoso che sia, anche il Leo ferox, il divoratore d'uomini libico. Una sbarra rovente e un po' di pomata spalmata sulla parte dolorante hanno prodotto Fritz di Amsterdam, la iena pensante. (I suoi occhi mandano bagliori.) Posseggo il segno indiano. Il bagliore che ho negli occhi e questi scintillii che ho sul petto, sono il segreto di tutto. (Con un sorriso malioso.) Ora vado a presentare Mademoiselle Ruby, l'orgoglio del circo.
PRIMA GUARDIA

Venga. Nome e indirizzo.

BLOOM

Non me lo ricordo in questo momento. Ah, sì! (Si leva il migliore dei cappelli, salutando.) Dr Bloom, Leopold, chirurgo dentista. Avete certo sentito nominare von Bloom Pascià. Milioni e milioni. Donnerwetter! Mezza Austria è sua. L'Egitto. Cugini.

PRIMA GUARDIA

Le prove. 

(Un biglietto cade dal nastro di cuoio interno del cappello di Bloom.)

BLOOM

(Col fez rosso, abito di cerimonia da cadì, fascia verde alla vita e distintivo falso della Legion d'Onore, raccoglie in fretta il biglietto e lo porge.) Permettete. Il mio club è il Junior Army and Navy. Procuratori: John Henry Menton e socio, 27 Bachelor's Walk.

PRIMA GUARDIA

(Legge.) Henry Flower. Senza fissa dimora. Stazionamento abusivo e curiosità morbosa.

SECONDA GUARDIA

Un alibi. Siete avvertito.

BLOOM

(Estrae dal taschino un fiore giallo gualcito.) Questo è il fiore in questione. Me l'ha dato un tale non so come si chiami. ( Plausibilmente.) Conoscete quel vecchio scherzo, la Semiramide. Bloom.  Cambiamento del nome. Virag. (Mormora in privato e in confidenza.) Siamo fidanzati, vede, sergente. C'è di mezzo una signora. Complicazioni sentimentali. (Dà una spallata cordiale alla seconda guardia.) Al diavolo tutto. È il nostro modo di fare, noi della marina. È colpa dell'uniforme. (Si volge gravemente alla prima guardia.) Però, naturalmente, ci sono anche delle Waterloo, qualche volta. Fate una capatina un giorno o l'altro, si berrà un bicchiere di vecchio borgogna. (Alla seconda guardia allegramente.) Gliela presenterò, ispettore. È accessibile. E le fa quel servizio in un batter di coda.

(Uno scuro volto mercurizzato appare, guidando una figura velata.)

IL MERCURIO SCURO

È ricercato dal governo. È stato sbattuto fuori dell'esercito.

MARTHA

(Con un velo spesso, uno scapolare cremisi attorno al collo, una copia dell'Irish Times in mano, in tono di rimprovero, indicandolo con un dito.) Henry! Leopold! Leopold! Lionel, tu sparisti! Lava il mio onore.

PRIMA GUARDIA

(Severamente ) Venga al commissariato.

BLOOM

(Impaurito si mette il cappello, arretra, e poi, con la mano sul cuore, il gomito ad angolo retto fa il segno massonico di difesa e di riconoscimento.) No, no, venerabile maestro, luce d'amore. Errore di persona. Il corriere di Lione. Lesurques e Dubosc. Lei ricorda il caso dei fratelli Childs. Noi studenti di medicina. Steso a terra esanime con un colpo d'accetta. Sono accusato ingiustamente. Meglio che sfugga un reo piuttosto che novantanove siano condannati ingiustatamente.

MARTHA

(Singhiozzando dietro il velo.) Rottura di promessa di matrimonio. Il mio vero nome è Peggy Griffin. Mi aveva scritto d'essere infelice. Lo dirò a mio fratello, terzino della squadra di rugby di Bective, seduttore senza cuore che non è altro.

BLOOM

(Coprendosi la bocca con una mano.) È ubriaca. Costei è ebbra. (Mormora vagamente la parola d'ordine di Efraim.) Scibbrodet.

SECONDA GUARDIA

(Con le lagrime agli occhi, a Bloom.) Lei dovrebbe assolutamente vergognarsi.

BLOOM

Signori della giuria, permettetemi di spiegare. È una vera e propria montatura.. Sono un incompreso. Hanno fatto di me un capro espiatorio. Sono un uomo sposato e rispettabile senza una macchia sulla reputazione. Abito a Eccles street. Mia moglie, sono figlia di un valoroso ufficiale superiore, un prode ed eminente uomo d'onore, come si chiama, il maggiore generale Brian Tweedy, uno dei combattenti di Britannia che hanno validamente coadiuvato alle nostre vittorie. Si è guadagnato il grado per l'eroica difesa di Rorke's Drift.

PRIMA GUARDIA

Reggimento.

BLOOM

(Si volta verso la galleria.) Il Royal Dublin, ragazzi miei, il sale della terra, noto in tutto il mondo. Mi sembra di veder lì tra voi qualche vecchio compagno d'armi. R. D. F. Insieme con la nostra polizia metropolitana, custode dei nostri focolari, i ragazzi più valorosi e il più bel corpo militare, quanto a fisico, che ci sia al servizio del nostro sovrano.

UNA VOCE

Voltagabbana! Via i Boeri! Chi ha fischiato Joe Chamberlain?

BLOOM

(Una mano sulla spalla della prima guardia.) Anche il mio vecchio era giudice di pace. Sono un inglese per la pelle come lei, signore. Ho combattuto sotto la bandiera per il re e per la patria nella guerra dei distratti agli ordini del generale Gough nel parco e fui messo fuori combattimento a Spion Kop e a Bloemfontein, fui citato nei comunicati speciali. Ho fatto tutto ciò che poteva fare un uomo bianco. (Con emozione trattenuta.) Jim Bludso. Tenere la prua contro la riva.

PRIMA GUARDIA

Professione o mestiere.

BLOOM

Be', mi occupo di letteratura. Letterato e giornalista. A dire il vero stiamo per pubblicare una raccolta di racconti a premio di cui sono l'ideatore, qualcosa che rappresenta un indirizzo del tutto nuovo. Ho rapporti con la stampa britannica e irlandese. Se lei fa una telefonata... 

(Viene avanti a scatti Myles Crawford, penna d'oca tra i denti. Il suo becco scarlatto riluce entro l'aureola della paglietta. Dondola con una mano una resta di cipolle spagnole e tiene con l'altra mano un ricevitore telefonico all'orecchio.)

MYLES CRAWFORD

(Coi bargigli frementi.) Pronto, settantasette ottoquattro. Pronto. Urinale del cittadino e Nettaculo settimanale. Paralizzare l'Europa. Chi parla? Blu come? Chi scrive? È Bloom? 

(Mr Philip Beaufoy, pallido in viso, nel banco dei testimoni, in un impeccabile abito da mattina, taschino con punta di fazzoletto in evidenza, pantaloni color lavanda con la piega e scarpe di coppale. Porta una gran borsa d'ufficio con scritto sopra I colpi da maestro di Matcham.)

BEAUFOY

(Voce strascicata.) No, lei non lo è, neanche da lontano, ve lo dico io. Non vedo come possa esserlo, ecco tutto. Nessun vero signore, nessuno che ne abbia sia pure i più rudimentali elementi si abbasserebbe ad azioni così peculiarmente ripugnanti. Uno di quelli signor presidente. Un plagiario. Un mellifluo ipocrita sotto vesti di letterato. È evidentissimo che con la bassezza che gli è propria ha saccheggiato alcuni dei miei libri di gran successo, materia davvero ricchissima, un gioiello perfetto, le cui scene d'amore sono al di sotto di ogni sospetto. I libri di Beaufoy, romanzi d'amore e del bel mondo, che a Vostro Onore son certanente familiari, sono popolari in tutto il Regno.

BLOOM

(Mormora con cupa mitezza da cane bastonato.) A quel brano sulla strega ridente, la mano nella mano, io farei obiezione, se è lecito...

BEAUFOY

(Labbro arricciato, sorride alla corte, con aria di sufficienza.) Asino ridicolo che non è altro! Lei è troppo bestialmente assurdo perché io possa trovar parole per definirla! Non è il caso davvero che Lei si dia pena a questo riguardo. È qui presente il mio rappresentante letterario Mr J. B. Pinker. Voglio sperare, signor presidente, che avremo la consueta indennità dovuta ai testimoni, vero? Siamo in considerevoli difficoltà economiche per questo scombinato giornalastro, questa cornacchia di Rheims che non è stato neppureall'università.

BLOOM

(Indistamente.) L'università della vita. Cattiva letteratura.

BEAUFOY

(Grida.) È una vergognosa, ignobile menzogna che dimostra il marciume morale di questo individuo! (Porge la cartella dei documenti.) Abbiamo qui prove schiaccianti, il corpus delicti, signor presidente, un esempio della mia opera più matura sfigurato dal marchio della bestia.

UNA VOCE DALLA GALLERIA

        Mosè, Mosè, dei giudei il re,
        Col Daily News, pulito il culo s'è.

BLOOM

(Coraggiosamente) Conto esagerato.

BEAUFOY

Volgare cialtrone! Dovrebbero tuffarlo in un letamaio, farabutto che non è altro! (Alla corte.) Orbene, considerate un po' la vita privata di quest'uomo! Conduce una quadruplice esistenza! Angiolo per la strada e diavolo in casa. Non sta bene parlarne in presenza di signore! Il più gran furfante dell'epoca.

BLOOM

(Alla corte.) E lui, che è celibe, com'è che...

PRIMA GUARDIA

Procedimento d'ufficio contro Bloom. Chiamate la teste Driscoll.

L'USCIERE

Mary Driscoll, sguattera! 

(Mary Driscoll, sciatta servetta, si fa avanti. Ha una secchia infilata al braccio e uno spazzolone in mano.)

SECONDA GUARDIA

Un'altra! Appartiene a quella classe d'infelici?

MARY DRISCOLL

(Indignata.) Non sono una di quelle. Ho una buona reputazione e sono stata quattro mesi di seguito nel mio ultimo servizio. Era una posizione coi fiocchi, sei sterline all'anno, le gratifiche, e il venerdì di libertà e sono stata costretta a licenziarmi per il suo modo di comportarsi.

PRIMA GUARDIA

Di che cosa lo accusa?

MARY DRISCOLL

Mi ha fatto una certa proposta ma io ho rispetto di me stessa, per povera che sia.

BLOOM

(In giacca da casa di pettinato, pantaloni di flanella, pantofole senza tacco, barba lunga, capelli un po' scarmigliati: a bassa voce.) Ti ho trattata in guanti bianchi. Ti ho dato dei ricordini, belle giarrettiere verde smeraldo, molto al di sopra della tua condizione. Incautamente ho preso le tue difese quando fosti accusata di rubacchiare. A tutto c'è un limite. Gioca senza barare.

MARY DRISCOLL

(Eccitata.) Quant'è vero che Dio mi vede in questo momento, non ho mai toccato una di quelle ostriche!

PRIMA GUARDIA

Di quale infrazione si tratta? È successo qualcosa?

MARY DRISCOLL

Mi sorprese sul retro del domicilio, vostro onore, mentre la padrona la mattina era fuori a far compere, per chiedermi uno spillo di sicurezza. Mi tenne stretta e di conseguenza ne risultai illividita in quattro punti. E per due volte manomise articoli del mio abbigliamento.

BLOOM

Lei reagì con vie di fatto.

MARY DRISCOLL

(Sprezzante. ) Avevo più rispetto per lo spazzolone, avevo. Gli feci delle rimostranze, signor presidente e lui disse: non lo andare a raccontare!

(Risata generale.)

GEORGES FOTTRELL

(Usciere di tribunale, con voce sonante.) Silenzio nell'aula! L'imputato farà ora una dichiarazione fasulla. 

(Bloom, dichiarandosi innocente, con una ninfea in piena fioritura in mano, comincia un lungo discorso inintelligibile. Avrebbero sentito quel che aveva da dire l'avvocato nella sua commovente arringa ai giurati. Era finita per lui ma, per quanto marchiato come una pecora nera, se cosi poteva esprimersi, egli intendeva emendarsi, riscattare il ricordo del passato in un modo puramente sororale e ritornare alla natura come animale puramente domestico. Nato di sette mesi, era stato allevato con sollecitudine e tirato su da un genitore anziano malato cronico. C'erano forse state le debolezze di un padre sconsigliato ma egli voleva ora voltar pagina e, adesso che alla fin fine si  trovava di fronte alla gogna, fare vita di casa, giunto ormai alla sera dei suoi giorni, permeata dall'ambiente affettuoso del palpitante seno della sua famiglia. Acclimatato britanno, aveva avuto, in quelle ore serotine d'estate dal predellino d'una locomotiva delle ferrovie della Circonvallazione mentre la pioggia stava lì lì per cadere, dei barlumi, per cosi dire, attraverso le finestre di famigliole amorose nella città e nel distretto urbano di Dublino di scene veramente rustiche di felicità della terra promessa con carta da parati Dockrell a uno e nove la dozzina, innocenti marmocchi britannici che balbettavano preghiere al Bambino Gesù, studiosi giovinetti alle prese coi loro compiti o, giovinette modello che suonavano il pianoforte oppur tutti che recitavano con fervore il rosario in famiglia attorno al ceppo di Natale scoppiettante mentre nei vicoletti e nei verdi sentieri, le ragazzette coi loro belli passeggiavano al suono melodioso della fisarmonica da bocca Britannia, a risonanza d'organo, armatura metallica con quattro tasti reali, dodici soffietti, svenduta, la miglior occasione che mai...

Nuove risate. Barbuglia incoerentemente. I cronisti reclamano perché non sentono.)

CALLIGRAFO E STENOGRAFO

(Senza alzar gli occhi dai taccuini.) Slacciategli le scarpe.

IL PROFESSOR MACHUGH

(Dal tavolo della stampa tossisce e dice a voce alta.) Sputala fuori, amico. Cacciala fuori, un pezzetto dopo l'altro. 

Il contraddittorio prosegue riguardo a Bloom e alla secchia. Una gran secchia. Bloom in persona. Mal di pancia. In Beaver street. Strizzoni, sì. E forti. Una secchia da imbianchino. A forza di camminare irrigidito. Sofferto pene indicibili. Angoscia mortale. Verso mezzogiorno. Amore o borgogna. Sì, un po' di spinaci. Momento cruciale. Non aveva guardato nella secchia. Nessuno. Un gran minestrone. Non del tutto. Un numero arretrato di Titbits. Clamori e fischi. Bloom in una marsina a brandelli macchiata di tempera, il tubino ammaccato a sghimbescio sulla testa, una striscia di cerotto sul naso, parla in modo inudibile.)

(Con parrucca grigia e toga da avvocato, con accenti di addolorata protesta.) Non è questa la sede per indecenti leggerezze alle spalle di un infelice che ha errato, fuorviato da Bacco. Non siamo nell'arena degli orsi né a una mascherata studentesca, né questa è una parodia della giustizia. Il mio cliente è un infante, un povero immigrato straniero che ha cominciato da zero come clandestino e ora cerca onestamente di guadagnarsi l'esistenza. Il preteso reato fu dovuto a una aberrazione ereditaria momentanea, provocata da allucinazione, le familiarità colpevoli del genere di quella incriminata a torto nel caso specifico essendo del tutto lecite nel paese natale del mio cliente, la terra dei Faraoni. Prima facie, io sostengo che non vi fu nessun tentativo di commercio carnale. Non vi fu intimità, e il reato contestato dalla Driscoll, cioè il fatto che sarebbe stata sollecitata la sua virtù, non ebbe a ripetersi. Mi permettano di insistere sulla questione dell'atavismo. Ci sono stati casi di naufragio e di sonnambulismo nella famiglia del mio cliente. Se l'imputato potesse parlare potrebbe svelare una storia tra le più strane fra quante sian mai state racchiuse tra le copertine di un libro. Egli stesso, signor presidente, è un relitto umano affetto dalla tubercolosi dei calzolai. La sua scusa sta nel fatto di essere di origine mongolica e quindi irresponsabile delle sue azioni. Non è sempre presente a se stesso, in effetti.

BLOOM

(Scalzo, con petto sporgente, in giacchetta e pantaloni da marinaio indiano, alluci in dentro a mo' di scusa, apre gli occhietti di talpa e si guarda intorno abbacinato, passandosi lentamente una mano sulla fronte. Poi si tira su la cintura come fanno i marinai e con una spallata di deferenza alla orientale saluta la corte alzando il pollice al cielo.) Lui fale molto buona notte. (Comincia a canticchiare semplicemente.)

Lì lì povelo bambino
Polta zampetto tutte le sele
L'ha pagato due scelli...

(Lo subissano di fischi.)

J. J. O'MOLLOY
(Con calore alla folla.) Questa è una lotta troppo impari. Per gli dèi inferi, non tollererò che un mio cliente sia imbavagliato e punzecchiato in questo modo da una torma di mastini e di iene beffarde. Il codice mosaico ha sostituito la legge della giungla. Lo dico e lo ripeto senza neppur pensare di ostacolare il corso della giustizia, che l'imputato non fu complice e che la querelante non è stata molestata. La giovane fu trattata dal convenuto come fosse stata sua figlia. (Bloom prende la mano di J. J. O'Molloy e se la porta alle labbra.) Invocherò testimoni di difesa per provare irrefutabilmente che la mano nascosta ha ricominciato il vecchio gioco. Se avete qualche dubbio date pure addosso a Bloom. Il mio cliente, uomo timidissimo per natura, sarebbe l'ultima persona al mondo a far qualcosa di men che onesto cui la modestia offesa potesse obiettare o a tirar la prima pietra addosso a una ragazza che fu traviata allorché un farabutto, responsabile del suo stato, abusò di lei a suo piacimento. Egli vuole rigar diritto. Io lo considero l'uomo più immacolato che ci sia. Ora è in bassa fortuna a cagione delle ipoteche accese sulla sua estesa proprietà ad Agendath Netaim nella lontana Asia Minore, della quale vi saran presentate ora alcune diapositive. (A Bloom.) Le consiglio di fare un'offerta ragionevole.

BLOOM

Un penny a sterlina. 

(Viene proiettato sul muro il miraggio del lago di Kinnereth con bestiame sfocato brucante in un alone argenteo. Moses Dlugacz, albino dagli occhi di furetto, con una tuta azzurra, si alza in piedi nella galleria tenendo in una mano un cedro arancio e nell'altra un rognone di maiale.)

DLUGACZ

(Con voce roca.) Bleibtreustrasse, Berlin, W. 13. 

(J. J. O'Molloy sale su un plinto basso e rialza solennemente un risvolto della         giacca. La faccia gli si allunga, diventa pallida e barbuta, con gli occhi infossati, le chiazze di tubercolosi e gli zigomi da tisico di John F. Taylor. Si preme il fazzoletto sulla bocca e scruta attentamente la marea galoppante del sangue color di rosa.)

J. J. O'MOLLOY

(Quasi senza voce.) Mi scusino, sono afflitto da una forte infreddatura, mi sono alzato ora da letto. Poche parole ben scelte. (Assume la testa da uccello, i baffi volpini, e l'eloquenza proboscidale di Seymour Bushe.) Quando il libro degli angeli verrà a essere aperto se mai cosa spiritualmente trasfigurata o trasfigurante dal seno pensoso intrapresa meriti di vivere io vi dico allora di accordare al prigioniero che vi è davanti il sacro beneficio del dubbio. (Un foglio con qualcosa scritto sopra viene presentato alla corte.)

BLOOM

(In abito da cerimonia.) Posso fornire le migliori referenze. I signori Callan, Coleman. Mr Wisdom Hely giudice di pace. Il mio vecchio padrone Joe Cuffe. Mr V. B. Dillon, ex sindaco di Dublino. Ho frequentato il circolo incantato delle più alte... Regine della società di Dublino. (Negligentemente.) Ero proprio oggi a chiacchierare alla loggia dei viceré coi miei vecchi amici, Sir Robert e Lady Ball, l'astronomo del re, alla levée. Sir Bob, dicevo...

MRS YELVERTON BARRY

(In un vestito da ballo color opale con la scollatura profonda e guanti avorio lunghi fino al gomito, con una cappa color mattone imbottita e guarnita di zibellino, un pettine di brillanti e una penna di struzzo tra i capelli.) Lo arresti, vigile. Mi ha scritto una lettera anonima con grafia goffamente contraffatta, quando mio marito era nel distretto settentrionale del Tipperary per la sessione di Munster, firmata James Lovebirch. Diceva di aver visto dalla piccionaia le mie due sfere impareggiabili quando sedevo in un palco del Teatro Regio a una rappresentazione di gala di La Cigale. Gli avevo messo il fuoco addosso, diceva. Mi faceva delle proposte sconvenienti perché mi comportassi come non dovevo alle quattro e mezzo pomeridiane del giovedì seguente, ora di Dunsink. Offriva di mandarmi per posta un libro di amena lettura di Monsieur Paul de Kock, intitolato La ragazza con tre busti.

MRS BELLINGHAM

(Con un cappello a calotta e un mantello di falsa foca chiuso fino al naso, scende dalla sua carrozza e scruta attraverso l'occhialetto di tartaruga che estrae dal gran manicotto di opossum.) Anche a me. Sì, credo che sia la stessa deplorevole persona. Infatti mi chiuse la portiera davanti alla casa di Sir Thornley Stoker in un giorno di nevischio durante il periodo freddo del febbraio del novantatré quando anche il tubo di scarico e le valvole del serbatoio del bagno erano otturati per il gelo. In seguito mi mandò in una busta un fiore di edelweiss colto sulle più alte vette in onor mio, diceva. Lo feci esaminare da un esperto botanico e ne ottenni l'assicurazione che era un fior di patata di specie casalinga sottratto a una serra della fattoria modello.

MRS YELVERTON BARRY

Si vergogni!

(Una turba di ciane e straccioni avanza mareggiando.)

LE SGUALDRINE E GLI STRACCIONI

(Urlando.) Al ladro! Urrà, Barbablù! Tre applausi per Abramuccio !

SECONDA GUARDIA

(Tira fuori le manette.) Ecco i braccialetti.

MRS BELLINGHAM

Mi si è rivolto con svariate calligrafie e complimenti stomachevoli quali Venere in pelliccia e asseriva di avere una profonda compassione per il mio cocchiere Palmer assiderato dal freddo, e al tempo stesso si dichiarava invidioso del suo berrettone, della sua pelliccia di pecora pelosa e del suo fortunato starmi vicino, in piedi dietro alla sedia indossando la mia livrea con le armi dei Bellingham, testa di cerbiatto trapunta d'oro in campo nero. Faceva elogi quasi stravaganti delle mie estremità inferiori, dei miei polpacci sodi in calze di seta tese fino al limite e innalzava infiammati peana agli altri miei tesori nascosti tra pizzi impagabili che, diceva, egli poteva raffigurarsi. Mi supplicava, affermando che era sua missione nella vita quella di supplicarmi, di profanare il talamo nuziale, di commettere adulterio alla prima occasione che si presentasse.

L'ONOREVOLE MRS MERVYN TALBOYS

(In costume da amazzone, cappello duro, stivali con speroni, giubbetto vermiglio, guanti alla moschettiera color avana con bacchette ricamate, coda del vestito sul braccio e frustino con cui si batte costantemente gli stivali.) Anche a me. Perché mi aveva visto al campo di polo di Phoenix park alla partita della Nazionale Irlandese contro il resto dell'Irlanda. I miei occhi lo so, brillavano di luce divina vedendo il capitano battitore Dennehy, dei dragoni di Innis, vincere la mezza partita finale sul suo puledro favorito Centaur. Questo Don Giovanni plebeo mi osservava da dietro una vettura da nolo e mi mandò poi in doppia busta una fotografia oscena, come ne vendono quando fa buio sui boulevards parigini, un vero e proprio insulto per una signora. Ce l'ho ancora. Rappresenta una señorita parzialmente nuda, esile e graziosa esile e graziosa (sua moglie, come mi assicurava solennemente, ripresa da lui dal vivo), in illecito commercio carnale con un torero muscoloso, chiaramente un teppista. Mi supplicava di agire in pari modo, di comportarmi male, di peccare con gli ufficiali della guarnigione. Mi implorava di insozzare la sua lettera in modo innominabile, di punirlo come ben si meritava, di saltargli addosso e cavalcarlo, di flagellarlo violentemente con uno scudiscio.

MRS BELLINGHAM

Anche a me.

MRS YELVERTON BARRY

Anche a me. 

(Diverse rispettabilissime signore di Dublino mostrano lettere sconvenienti ricevute da Bloom.)

L'ONOREVOLE MRS MERVYN TALBOYS

(Fa risuonare gli speroni in preda a un accesso subitaneo di furia subitanea.) Lo farò, quanto è vero Dio. Sferzerò questo cagnaccio codardo finché riesco a stargli sopra. Lo scorticherò vivo.

BLOOM

(Chiudendo gli occhi, si raggomitola nell'attesa.) Qui? (Si contorce.) Ancora! (Ansima accucciandosi.) Amo il pericolo.

L'ONOREVOLE MRS MERVYN TALBOYS

Ah sì, davvero! Ora lo servo io. Gliela farò ballare io la furlana, non si preoccupi.

MRS BELLINGHAM

Conciagli le brache, a questo villan rifatto! Con le stelle e le strisce sopra!

MRS YELVERTON BARRY

Turpe! Non ha nessuna scusa! Un uomo sposato!

BLOOM

Tutta questa gente. Io pensavo solo a qualche sculaccione. Una calda sensazione di prurito senza effusione. Vergate sapienti come stimolante della circolazione.

L'ONOREVOLE MRS MERVYN TALBOYS

(Ride di scherno.) Davvero, bel signorino? Ebbene, per il Dio vivente, avrà ora la più gran sorpresa della sua vita, creda a me, la scuoiatura più spietata che mai si sia sognato. Lei ha risvegliato a colpi di frusta la tigre furibonda sopita in me.

MRS BELLINGHAM

(Scuote con aria vendicativa il manicotto e l'occhialetto.)
Fagliele bruciare, cara Hanna. Mettigli il pepe di dietro. Legna questo bastardo finché non ha la lingua di fuori. Il gatto a nove code. Castralo. Vivisezionalo.

BLOOM

(Rabbrividendo, raggrinzito, congiunge le mani con contegno da cane bastonato.) Che freddo! Che brividi! Fu la sua ambrosiale bellezza. Dimentichi, perdoni. Kismet. Mi lasci andare per questa volta (Offre l'altra guancia )

MRS YELVERTON BARRY

(Severamente.) Non ci pensi neppure, Mrs Talboys! Bisognerebbe dargli una bella strigliata!

L'ONOREVOLE MRS MERVYN TALBOYS

(Sbottonandosi un guanto violentemente.) Non me lo sogno neanche. Brutto porco che non è altro e che è sempre stato fin da quando l'hanno slattato! Osare di rivolgersi a me! Lo frusterò sulla pubblica strada fino a coprirlo di lividi. Infilerò in lui gli speroni fino alla molletta. È un becco notorio. (Fa fischiare selvaggiamente per aria il frustino.) Tirategli giù i pantaloni senza perder tempo. Qua, signor mio! Presto! Pronto?

BLOOM

(Tremando, sta per obbedire.) Ha mai fatto tanto caldo.

(Davy Stephens, riccioluto, passa con uno sciame di strilloni scalzi.)

DAVY STEPHENS

Messaggero del Sacro Cuore e Evening Telegraph col supplemento del giorno di S. Patrizio. I nuovi indirizzi di tutti i becchi di Dublino. 

(Il reverendissimo canonico O'Hanlon in pianeta dorata, eleva e presenta all'adorazione un orologio da tavolo di marmo. Davanti a lui Padre Conroy e il reverendo John Hughes S.J., s'inchinano fino a terra.)

L'OROLOGIO

(Spalancando la porticina.)

Cucù.
Cucu.
Cucù.

(Si sentono tintinnare gli anelli d'ottone di un letto.)

GLI ANELLI
Dinden. Dindendan. Dinden. 

(Un pannello di nebbia scivola rapidamente all'indietro, rivelando rapidamente nel banco dei giurati i volti di Martin Cunningham, capo della giuria col tubino, Jack Power, Simon Dedalus, Tom Kernan, Ned Lambert, John Henry Menton, Myles Crawford, Lenehan, Paddy Leonard, Nosey Flynn, M'Coy e il volto senza lineamenti di un Innominato.)

L'INNOMINATO

Cavalcare senza sella. Peso a seconda delle età. Perdiana, se l'era organizzata bene.

I GIURATI

(Tutte le teste voltate verso l'lnnominato.) Davvero?

L'INNOMINATO

(Ringhia.) A buco ritto. Cento scellini contro cinque.

I GIURATI

(Tutte le teste abbassate affermativamente.) La maggior parte di noi era di questo parere.

PRIMA GUARDIA

È già schedato. Ancora una volta una treccia tagliata a una ragazza. Ricercato: Jack lo sventratore. Ricompensa di mille sterline.

SECONDA GUARDIA

(Con una certa apprensione, mormora.) Tutto in nero.  È un mormone. Anarchico.

L'USCIERE

(Ad alta voce.) Attesoché Leopold Bloom, senza fissa dimora, è un notorio dinamitardo, falsario, bigamo, ruffiano e becco e un pericolo pubblico per i cittadini di Dublino e attesoché in questa sessione delle assise l'onorevole... 

(Suo Onore sir Frederick Falkiner, presidente delle sessioni trimestrali di Dublino, con manto tribunalizio di pietra grigia, si alza dal banco, con la barba di pietra. Porta in braccio uno scettro a ombrello. Sulla fronte si ergono rigide le mosaiche corna di caprone.)

IL PRESIDENTE

Porrò ben io fine a questa tratta delle bianche e libererò Dublino da questa peste bubbonica. È uno scandalo! (Si mette il tocco nero.) Che lo si prelevi, signor sottosceriffo, dal banco dove ora si trova e lo si detenga sotto sorveglianza nella prigione di Mountjoy fino a quando piacerà a Sua Maestà e ivi lo si impicchi per il collo fino a morte avvenuta e l'ordine sia eseguito sotto la vostra responsabilità altrimenti abbia Dio misericordia dell'anima vostra. Portatelo via. 

(Una calotta nera gli cala sulla testa. Appare il sottosceriffo Long John Fanning fumando un aromatico sigaro Henry Clay.)

(Si acciglia e urla sonoramente con l'erre in gola.) Chi vuole impiccare Giuda Iscariota? 

(H. Rumbold, barbiere diplomato, col giubbotto color sangue e un grembiule da conciatore, una fune arrotolata sulla spalla, monta sul palco. Un bastone piombato e una mazza chiodata infilati alla cintura. Si strofina ferocemente le mani pronte ad afferrare la vittima, tutte bozzolose per i salvanocche.)

RUMBOLD

(All'alto magistrato, con familiarità sinistra.) Harry il Forcaiolo, vostra Maestà, il terrore della Mersey. Cinque ghinee per giugulare. Il collo o nulla. 


LE CAMPANE

Ehio! Ehio!

BLOOM

(Disperatamente.) Aspetti. Fermo. Gabbiani. Buon cuore. Ho visto. Innocenza. La ragazza davanti alla gabbia delle scimmie. Zoo. Scimpanzè sudicioni. (Senza fiato.) Bacino pelvico. Il suo rossore ingenuo ha ucciso l'uomo in me. (Sopraffatto dall'emozione.) Ho abbandonato il posto. (Si rivolge verso un volto tra la folla, appellandosi.) Hynes, posso rivolgermi a lei? Mi conosce. Quei tre scellini può tenerseli. Se ne vuole ancora degli altri...

HYNES

(Freddamente.) Mai visto né conosciuto.

SECONDA GUARDIA

(Indica un angolo.) Ecco la bomba.

PRIMA GUARDIA

Macchina infernale a orologeria.

BLOOM

No, no. Zampetto di porco. Sono stato a un funerale.

PRIMA GUARDIA

(Tira fuori il manganello.) Bugiardo! 

(Il bassotto alza il muso mostrando la grigia faccia scorbutica di Paddy Dignam. Ha rosicchiato tutto. Esala un fiato putrido nutrito di carogna. Cresce, fino ad assumere forma e dimensioni umane. Il suo manto di bassotto tedesco diventa un vestito mortuario marrone. L'occhio verde gli lampeggia iniettato di sangue. Metà di un orecchio, tutto il naso e i due pollici sono stati divorati da vampiri.)

PADDY DIGNAM

(Con voce cavernosa.) È vero. Era il mio funerale. Il Dottor Finucane constatò l'avvenuto decesso quando ebbi a soccombere alla malattia per cause naturali. 

(Alza il cinereo viso mutilato verso la luna e abbaia lugubremente.)

BLOOM

(Trionfante.) Sentite?

PADDY DIGNAM

Bloom, sono lo spirito di Paddy Dignam. Odi, odi, o odi!

BLOOM

La voce è la voce di Esaù.

SECONDA GUARDIA

(Si fa il segno della croce.) Com'è possibile?

PRIMA GUARDIA

Questo non c'è nel catechismo a prezzo popolare.

PADDY DIGNAM

Per via di metempsicosi. Larve.

UNA VOCE

Oh, sorbe.

PADDY DIGNAM

(Seriamente.) Una volta ero impiegato da John Henry Menton, procuratore delegato per giuramenti e rogiti, al 27 di Bachelor's Walk. Ora sono defunto, tessuti del cuore ipertrofizzati. Scalogna. La povera moglie ne è rimasta spaventosamente scossa. Come lo sopporta? Tenetela lontana dalla bottiglia di sherry. (Si guarda intorno.) Un lampione. Devo soddisfare a un bisogno naturale. Quel latte acido mi ha fatto male. 

(La figura corpulenta di John O'Connell, il custode, si fa avanti con un mazzo di chiavi legate con un nastro di crespo. Accanto a lui Padre Coffey, cappellano, pancia di rospo, collo torto, con la cotta, un fazzoletto di seta a mo' di berretto da notte, tiene in una mano sonnacchiosa un bastone di papaveri intrecciati.)

PADRE COFFEY

(Sbadiglia, indi salmodia gracchiando rauco.) Namine. Jacobs. Vobiscotti. Amen.

JOHN O'CONNELL

(Tempestosamente ulula a mo' di sirena d'allarme, nel suo megafono.) Dignam, Patrick T., deceduto.

PADDY DIGNAM

(Rizza le orecchie, si ritrae.) Armoniche. (Striscia avanti, un orecchio a terra.) La voce del padrone!

JOHN O'CONNELL

Registro d'inumazione scheda numero S. U. Ottantacinquemila. Settore diciassette. Ditta Chiavi. Lotto centouno. 

(Paddy Dignam ascolta con visibile sforzo, meditabondo, coda ritta, orecchie tese.)

PADDY DIGNAM

Pregate per la pace dell'anima sua. 

(S'infila giù per una botola del carbone col vestito marrone che strascica la pastoia sull'acciottolato fragoroso. Dietro a lui trotterella un obeso nonno sorcio su zampe fungoidi da tartaruga sotto il guscio grigio. La voce di Dignam, soffocata, si sente abbaiare di sotto terra: Dignam è morto e disceso di sotto. Tom Rochford, petto di pettirosso, con berretto e calzoncini, salta su dal suo apparecchio a due colonne.)

TOM ROCHFORD

(Mano sul petto s'inchina.) Reuben J. Un fiorino che lo trovo. (Fissa la botola con sguardo risoluto.) È in corso il mio numero. Seguitemi fino a Carlow. 

(Esegue un salto mortale d'eccezione e viene inghiottito dalla botola. Due dischi sulle colonne vibrano, arrotondando occhi zeroidali. Tutto svanisce. Bloom avanza con passo pesante. Attraverso il pantano. Baci cinguettano negli spiragli della nebbia. Si ode un pianoforte. Si ferma davanti a una casa illuminata, in ascolto. I baci, aleggiando dai loro recessi, gli svolazzano intorno squittendo, cinguettando, tubando.)

I BACI

(Cinguettando.) Leo. (Squittendo.) Mucci, mucci leccuzzi baciuzzi per Leo! (Tubando.) Cu cucuuuu! Iamiam, Uomuom! (Cinguettando.) Tuttomio tuttomio! Piroetta! Leopopold! (Squittendo.) Leolé! (Cinguettando.) O Leo! 

(Frusciano, volteggiano sui suoi abiti, si posano, lucenti pulviscoli impazziti, argentei lustrini.)

BLOOM

Tocco maschile. Musica triste. Musica di chiesa. Forse qui. 

(Zoe Higgins, giovane puttana in combinazione color zaffiro, chiusa da tre fibbie di bronzo, un esile nastro di velluto nero al collo, fa un cenno, saltella giù per gli scalini e lo avvicina.)

ZOE

Stai cercando qualcuno? È dentro col suo amico.

BLOOM

È qui Mrs Mack?

ZOE

No, l'ottantuno. Qui è Mrs Cohen. A andar più avanti potresti rimetterci. Mamma ciabattona. (Familiarmente.) Stasera lavora anche lei col suo veterinario, che le suggerisce su chi puntare e le dà tutti i vincenti e le mantiene il figlio a Oxford. È lavoro straordinario, ma la fortuna è cambiata. (Sospettosamente.) Non sei mica il padre, tu?

BLOOM

Io no!

ZOE

Tutti e due in nero. E il topolino non ti pizzica stasera? 

(La sua pelle, risvegliata, sente avvicinarsi i polpastrelli di lei. Una mano gli scivola sulla coscia sinistra. )

ZOE

E i corbelli?

BLOOM

Son da quell'altra parte. Strano che siano a destra. Forse il più pesante. Uno su mille dice Mesias, il mio sarto.

ZOE

(Con allarme improvviso.) E hai una papula indurita.

BLOOM

Neanche per idea.

ZOE

La sento. 

(La mano scivola nella tasca sinistra dei pantaloni e tira fuori una dura patata nera raggrinzita. Con umide labbra mute la donna fissa quella e Bloom.)

BLOOM

Un talismano. Retaggio.

ZOE

Per Zoe? Me la dai? Perché sono così brava, eh? 

(Si mette avidamente la patata in tasca, poi lo prende a braccetto, stringendosi a lui con elastico calore. Egli sorride goffamente. Lentamente, nota a nota, si sente un'aria orientale. Egli guarda nel cristallo fulvo degli occhi di lei cerchiati di kohol. Il sorriso gli si fa più dolce.)

ZOE

Così mi riconoscerai la prossima volta.

BLOOM

(Abbandonato.) Non ho mai amato una dolce gazzella senza poi… 

(Gazzelle che saltano, brucano sulle montagne. Intorno sono dei laghi. Sulle rive sfilano ombre nere di boschetti di cedri. Ascende un aroma, una acre chiomata fioritura di resina. Accende, l'oriente, un cielo di zaffiro, solcato dal volo bronzeo delle aquile. Sotto si stende la femminicittà, nuda, bianca, quieta, fresca, lussureggiante. Una fontana mormora tra le rose di Damasco. Rose giganti mormorano di uve scarlatte. Un vino di vergogna, di lussuria, di sangue trasuda, stranamente murmure.)

ZOE 

(Mormorando una cantilena al ritmo della musica, le labbra da odalisca voluttuosamente spalmate di grasso di maiale e acqua di rose.) Schorach ani wenowach, benoith Hierushaloim.

BLOOM

(Affascinato.) Avevo pensato dal tuo accento che tu fossi di buona estrazione.

ZOE

E lo sai cosa ci si guadagna a pensare? 

(Gli morde leggermente l'orecchio coi piccoli denti otturati d'oro mandando fino a lui un nauseabondo alito d'aglio stantio. Le rose si aprono, rivelano un sepolcro dell'oro dei re e le loro ossa in polvere.)

BLOOM

(Si tira indietro, accarezzandole meccanicamente il capezzolo destro con il palmo della mano impacciata.) Sei di Dublino?

ZOE

(Affina destramente un capello fuori posto e lo avvolge in una ciocca.) Non c'è pericolo. Sono Inglese. Hai uno zampirone?

BLOOM

(Come prima.) Fumo poco, cara. Un sigaro ogni tanto. Gioco da bambini. (Sconciamente.) Ci sono modi migliori di riempir la bocca, che con un cilindro d'erba pestifera.

ZOE

Forza, arringa la folla sull'argomento.

BLOOM

(Con una tuta di fustagno grezzo, jersey nero, cravatta rossa al vento, e berretto da apache.) L'umanità è incorreggibile. Sir Walter Raleigh portò dal nuovo mondo la patata e quell'erba, l'una che stermina la pestilenza per assorbimento, l'altra che avvelena l'orecchio, l'occhio, il cuore, la memoria, la volontà, l'intelletto, tutto. Ciò è a dire, egli portò il veleno cento anni prima che un altro di cui non ricordo il nome portasse il cibo. Suicidio. Bugie. Tutte le nostre usanze. Guardate un po' la nostra vita pubblica! 

(Rintocchi di mezzanotte da campanili lontani.)

I RINTOCCHI

Ritorna, Leopold! Sindaco di Dublino!

BLOOM

(In costume di assessore municipale con la catena.) Elettori della Riva Arran, della Riva Inns, di Rotunda, di Mountjoy e del North Dock, sarebbe opportuno, dico, far correre una linea tranviaria dal mercato del bestiame al fiume. Ecco la musica dell'avvenire. Ecco il mio programma. Cui bono? Ma i nostri Vanderdecken bucanieri nel loro vascello fantasma finanziario…

UN ELETTORE

Nove urrà per il futuro primo cittadino!

(Balza su nel cielo l'aurora boreale della fiaccolata)

I PORTATORI DI TORCE

Urrà! 

(Parecchi notabili della città, magnati e cittadini, stringono la mano a Bloom e si congratulano con lui. Timothy Harrington, già tre volte sindaco di Dublino, imponente nel suo manto scarlatto, catena d'oro e cravatta bianca di seta, conferisce col consigliere Lorcan Sherlock, locum tenens. Tutti e due approvano energicamente.)

IL SINDACO USCENTE HARRINGTON

(In veste scarlatta, con mazza, catena d'oro e gran cravatta bianca di seta.) Che il discorso dell'assessore sir Leo Bloom sia stampato a spese dei contribuenti. Che la casa dove è nato sia ornata d'una targa commemorativa e la strada nota fino a oggi come Ca' della Vacca laterale di Cork street sia d'ora in poi designata come Boulevard Bloom.

IL CONSIGLIERE LORCAN SHERLOCK

Approvato all'unanimità.

BLOOM

(Con passione.) Cosa importa a questi olandesi volanti o posanti sdraiati sulla poppa imbottita, a giocare a dadi? Macchine, questo è il loro grido di guerra, la loro chimera, la loro panacea. Apparecchi che risparmiano lavoro, usurpatori, spauracchi, mostri manufatti per il mutuo massacro, ignominiosi gnomi, generati da un'orda di libidini capitaliste sul nostro lavoro prostituito. Il povero muore di fame mentre loro pasciono i loro cervi reali o cacciano baggiani e fernici nella loro cieca burbanza di beni e potenza. Ma il loro regno è finito per sempre e sempre e sem… 

(Applausi prolungati. Spuntano dalla terra alberi di nave veneziani, alberi della cuccagna e archi di trionfo. Un festone con le iscrizioni Cead Mille Failte e Mah Ttob Melek Israel attraversa la strada da parte a parte. Tutte le finestre sono affollate di spettatori, soprattutto signore. Lungo il percorso reggimenti del Royal Dublin Fusiliers, degli Scozzesi del Re, dei Cameron Highlanders e dei Welsh Fusiliers, tutti sull'attenti, trattengono la folla. Ragazzi delle scuole superiori stanno appollaiati su lampioni, pali del telegrafo, davanzali, cornicioni, grondaie, comignoli, cancellate, garguglie, fischiando e applaudendo. Appare la colonna della nuvola. Si sente in lontananza una banda di pifferi e tamburi che suona il Kol Nidre. I battistrada si avvicinano issando aquile imperiali, gagliardetti al vento e palme orientali ondeggianti. Lo stendardo papale criselefantino si leva alto, circondato dai gonfaloni del municipio. La testa del corteo appare con John Howard Parnell, Maestro delle cerimonie, in un tabarro a scacchi, il Pretendente di Athlone, e il Maestro d'Armi dell'Ulster. Seguono il molto onorevole Joseph Hutchinson, sindaco di Dublino, sua signoria il sindaco di Cork e le loro eccellenze i sindaci di Limerick, Galway, Sligo e Waterford, una rappresentanza di ventotto pari d'Irlanda, i sirdar, grandi e maragià che recano il manto da cerimonia, il corpo dei pompieri metropolitani di Dublino, il capitolo dei santi della finanza nel loro ordine plutocratico di precedenza, il vescovo di Down e Connor, Sua Eminenza Michael cardinale Logue arcivescovo di Armagh, primate di tutta l'Irlanda, Sua Grazia il reverendo Dr William Alexander, arcivescovo di Armagh, primate d'Irlanda, il rabbino capo, il oderatore presbiteriano, i capi delle chiese battista, anabattista, metodista e Morava e il segretario onorario della Società degli Amici. Dopo di loro marciano le corporazioni, i sindacati, le milizie, con bandiere al vento: bottai, uccellatori, costruttori di mulini, agenti di pubblicità, giovani di studio legale, massaggiatori, vinai, fabbricanti di cinti erniari, spazzacamini, produttori di grassi alimentari, tessitori di popeline e stoffe di lana e seta, maniscalchi, magazzinieri italiani, decoratori di chiese, fabbricanti di calzatori per stivali, impresari di pompe funebri, merciai, lapidari, venditori all'incanto, tagliatori di turaccioli, controllori delle assicurazioni, tintori e lavatori a secco, esportatori di birra imbottigliata, pellettieri, stampatori di etichette, incisori di sigilli e stemmi, garzoni di maneggio, mediatori di metalli preziosi, venditori di articoli per il cricket e il tiro all'arco, fabbricanti di crivelli, rappresentanti di uova e patate, calzettai e guantai, appaltatori di impianti idraulici. Dopo di loro marciano i gentiluomini della Camera, della Verga Nera, della Giarrettiera, del Bastone d'oro, il Gran Scudiere, il Gran Ciambellano, il Gran Maresciallo, il Gran Connestabile con la spada di giustizia, la corona di ferro di Santo Stefano, il calice e la bibbia. Quattro trombettieri appiedati lanciano uno squillo. Rispondono i Territoriali del Re dando fiato ai corni di benvenuto. Sotto un arco di trionfo appare Bloom a capo scoperto in un manto di velluto cremisi guarnito di ermellino, col bastone di S. Edoardo, il globo e lo scettro con la colomba, la spada curtana. È seduto su un cavallo bianco latte con una lunga coda color cremisi fluente, riccamente ingualdrappato, col frontale dorato. Entusiasmo sfrenato. Le signore dai balconi lanciano giù petali di rosa. L'aria è impregnata di essenze odorose. Gli uomini applaudono. I paggi di Bloom corrono tra gli spettatori con rami di biancospino e di giunco.)
I PAGGI Dl BLOOM

Assiuolo, assiuolo,
Re di tutti gli uccellini
Nel dì di Santo Stefano
L'han preso tra le ginestre.

UN FABBRO

(Mormora.) Dio sia lodato! È quello Bloom? Dimostra appena trentun anni.

UN PAVIMENTATORE LASTRICATORE

Eccolo il famoso Bloom, il più grande riformatore del mondo. Giù il cappello!

(Tutti si scoprono. Le donne sussurrano intensamente.)

UNA MILIONARIA

(Riccamente.) Non è proprio meraviglioso?

UNA NOBILDONNA

(Nobilmente.) Che cosa non ha visto quell'uomo!

UNA FEMMINISTA

(Mascolinamente). E fatto!

UN CAMPANARO

Un viso classico! Ha una fronte da pensatore.


IL VESCOVO Dl DOWN E CONNOR

Qui vi presento il vostro autentico imperatore dei presidenti e re dei dirigenti, il serenissimo e potentissimo e illuminatissimo reggitore di questo regno. Dio salvi Leopoldo Primo!

TUTTI

Dio salvi Leopoldo Primo!

BLOOM

(In una dalmatica e manto violaceo, al vescovo di Down e Connor, dignitosamente.) Grazie, alquanto eminente messere.

WILLIAM, ARCIVESCOVO Dl ARMAGH

(In stola violacea e mitria.) Farai quanto sta in te affinché la giustizia e la misericordia ispirino tutte le tue sentenze in Irlanda e territori dipendenti?

BLOOM

(Mettendosi la mano destra sui testicoli, giura.) Che il Creatore faccia altrettanto con me. Tutto questo prometto di fare.

MICHAEL, ARCIVESCOVO Dl ARMAGH

(Versa un'ampolla di brillantina sulla testa di Bloom.) Gaudium magnum annuntio vobis. Habemus carneficem. Leopoldo, Patrizio, Andrea, Davide, Giorgio, che tu sia unto! 

(Bloom indossa un manto di tessuto d'oro e s'infila un anello con un rubino. Ascende e rimane in piedi sulla pietra del destino. I pari si mettono in testa contemporaneamente le loro ventotto corone. Campane festose suonano nella chiesa del Redentore, in S. Patrizio, in S. Giorgio e nella gaia Malahide. I fuochi artificiali della vendita di beneficenza Mirus balzano nel cielo da tutte le parti con disegni simbolici fallopirotecnici. I pari rendono omaggio, a uno a uno, avvicinandosi e genuflettendosi.)

I PARI

Qui mi dichiaro a voi soggetto nella vita e nelle membra su questa terra.


(Bloom alza la mano destra su cui riluce il diamante Koh-i-Noor. Il suo palafreno nitrisce. Silenzio istantaneo. Trasmettitori intercontinentali e interplanetari son pronti per la ricezione del messaggio.)

BLOOM

Miei sudditi! Col presente nominiamo il nostro fedele destriero Copula Felix Gran Visir ereditario e annunciamo che abbiamo quest'oggi ripudiato la nostra ex sposa e abbiamo concesso la nostra mano regale alla principessa Selene, splendore della notte. 

(L'ex sposa morganatica di Bloom è frettolosamente portata via nel furgone carcerario. La principessa Selene, in abito azzurro-luna, una mezzaluna d'argento sul capo, scende da una portantina, sorretta da due giganti. Fragore di applausi.)

JOHN HOWARD PARNELL

(Alza lo stendardo reale.) Illustre Bloom! Successore del mio famoso fratello!

BLOOM

(Abbraccia John Howard Parnell.) Ti ringraziamo di tutto cuore, John, per questo benvenuto veramente regale nella verde Erin, la terra promessa dei nostri comuni antenati. 

(La cittadinanza onoraria gli viene presentata sotto forma di diploma. Gli vengono consegnate le chiavi di Dublino, incrociate su un cuscino color cremisi. Fa vedere a tutti che porta calze verdi.)

TOM KERNAN

Lo meritate, vostro onore.

BLOOM

In questo giorno venti anni or sono, noi sopraffacemmo il nemico ereditario a Ladysmith. I nostri obici e le mitragliatrici montate su cammello stambureggiarono sulle sue linee con effetto impressionante. Mezza lega ancora avanti! Caricano loro! Tutto è sciolto! Cediamo forse? No! Li cacciamo davanti a noi a briglia sciolta! Ecco! Carichiamo noi! Spiegata sulla sinistra la nostra cavalleria leggera spazzò le alture di Plevna e, lanciando il grido di guerra, Bonafide Sabaoth, sciabolò gli artiglieri saracini fino all'ultimo uomo.

LA CAPPELLA DEl TIPOGRAFI DEL FREEMAN

Udite! Udite!

JOHN WYSE NOLAN


UN RAGAZZO DELL'OSPIZIO

Bravo!

UN VECCHIO CITTADINO

Siete l'orgoglio del vostro paese, signore, ecco che cosa siete.

LA VECCHIETTA DELLE MELE

Questo è l'uomo che ci vuole per l'Irlanda.

BLOOM

Miei amati sudditi. Una nuova era sta per spuntare. Io, Bloom, in verità vi dico che è oggimai prossima. Oh, sì, parola di un Bloom, voi entrerete tra non molto nell'aurea città da venire ancora, la nuova Bloomusalemme nella Nova Hibernia del futuro. 

(Trentadue operai decorati di rosette, da tutte le contee d'Irlanda, sotto la guida di Derwan il costruttore, erigono la nuova Bloomusalemme. È un edificio colossale, col tetto di cristallo, della forma di un immenso rognone di maiale, contenente quarantamila stanze. Man mano che si estende si demoliscono parecchi edifici e monumenti. Si trasferiscono temporaneamente gli uffici governativi nei depositi delle ferrovie. Si radono al suolo numerose case. Gli abitanti sono alloggiati in botti e casse, tutte segnate in rosso con le lettere: L. B. Diversi indigenti precipitano da una scala a pioli. Parte delle mura di Dublino, affollate da fedeli spettatori, crolla.

GLI SPETTATORI

(Morendo.) Morituri te salutant. (Muoiono.) 

(Un uomo con un macintosh marrone salta su da una botola. Punta un dito proteso verso Bloom.)

L'UOMO DAL MACINTOSH

Non credete una sola parola di quello che dice. Quell'uomo è Leopold M'Intosh, il famigerato incendiario. Il suo vero nome è Higgins.

BLOOM

Fucilatelo! Cane di un cristiano! Basta con M'Intosh! 

(Un colpo di cannone. L'uomo del macintosh sparisce. Bloom col suo scettro abbatte papaveri. Si segnala la morte istantanea di molti potenti nemici, allevatori, deputati al parlamento, membri di comitati permanenti. La guardia del corpo di Bloom distribuisce le elemosine del Giovedì Santo, medaglie commemorative, pani e pesci, distintivi della società di temperanza, costosi sigari Henry Clay, ossi di manzo per il brodo gratis, preservativi di gomma, in involucri sigillati legati con filo d'oro, caramelline, zucchero filato all'ananas, billets doux a forma di tricorno, abiti confezionati, padellate di frittate con salsiccia, bottiglie di disinfettante Jeyes, marche di quietanza, indulgenze di quaranta giorni, monete spurie, salsicce di maiale ingrassato in fattoria, biglietti di favore, abbonamenti per tutta la rete tranviaria, tagliandi della lotteria reale ungherese autorizzata, buoni per pasti da un soldo, ristampe popolari dei Dodici Peggiori Libri del Mondo: Marianna e Mangiasego (politico), Come allevare il bambino (infantilico), 50 pasti a 7/6 (culinico), Gesù era un mito solare? (storico), Liberatevi di quel dolore (medico), Compendio dell'Universo per infanti (cosmico),  Ridacchiamo tutti (ilarico), Vade Mecum dell'agente di pubblicità (giornalico), Lettere d'amore della madre assistente (erotico), Il Chi è nello spazio (astrico), Le canzoni che parlano al cuore (melodico), La maniera di arricchire del signor Quattrosoldi (parsimonico). Parapiglia generale. Donne si fanno avanti per toccare l'orlo del manto di Bloom. La nobildonna Gwendolen Dubedat emerge dalla folla, salta sul cavallo e lo bacia su ambo le guance fra clamori entusiastici. Si prende una fotografia al lampo di magnesio. Gli porgono a braccia tese infanti e poppanti.)

LE DONNE

Piccolo padre! Piccolo padre!


Batti le manine che Poldino a casa viene,
Dolci nelle tasche per Leo che li tiene.

(Bloom chinandosi fa gentilmente il pizzicorino sulla pancia a bebè Boardman.)
  
BEBÈ BOARDMAN

(Fa il ruttino col latte cagliato che gli cola dalla bocca.) Agiagiagia.

BLOOM

(Stringendo la mano a un giovanotto cieco.) O mio più che Fratello! (Mettendo il braccio attorno alle spalle d'una vecchia coppia.) Cari vecchi amici! (Gioca ai quattro cantoni con bambini e bambine cenciosi.) Cucù! Cucù ! (Spinge due gemelli in una carrozzina.) Mamma mia, mamma mia, della mamma o della zia? (Fa giochi di prestigio, si tira fuori dalla bocca fazzoletti rossi, arancione, gialli, verdi, azzurri, indaco e violetti.) Ragvaiv. 32 piedi al secondo. (Consola una vedova.) L'assenza fa ringiovanire il cuore. (Danza la giga scozzese con contorcimenti grotteschi. ) Su colle gambe, diavoli che non siete altro! (Bacia le piaghe di decubito di un vecchio grande invalido paralitico.) Ferite gloriose! (Fa lo sgambetto a un poliziotto grasso.) S. u.: su. S. u.: su. (Mormora qualcosa all'orecchio d'una cameriera arrossente e ride affabilmente.) Birichina birichina! (Mangia una rapa cruda offertagli da Maurice Butterly, colono.) Buona! Squisita! (Rifiuta di accettare i tre scellini offertigli da Joseph Hynes, giornalista.) Ma no, ma no, caro collega! (Dà il suo soprabito a un povero.) La prego di accettare. (Prende parte a una corsa ventre a terra di vecchi storpi, maschi e femmine.) Forza, ragazzi! Scontorcetevi, figliole!

IL CITTADINO

(Soffocato dall'emozione si spazza via una lacrima colla sciarpa verde smeraldo.) Che il buon Dio lo benedica!

(I corni d'ariete suonano per imporre il silenzio. Si issa lo stendardo di Sion.)

BLOOM

(Si toglie il manto maestosamente, rivelando obesità, srotola un cartiglio e legge solennemente.) Aleph Beth Ghimel Daleth Hagadah Tephilim Kosher Yom Kippur Hanukah Roschaschana Beni Brith Bar Mitzvah Mazzoth Askenazim Meshuggah Talith. 

(Una traduzione ufficiale viene letta da Jimmy Henry, vice segretario comunale.)
JIMMY HENRY

La Corte di Coscienza è aperta. Sua Maestà Cattolicissima amministrerà ora la giustizia all'aria aperta. Consigli medici e legali gratuiti, soluzioni di rebus e altri problemi. Tutti sono cordialmente invitati. Dato nella nostra fedele città di Dublino nell'anno I dell'Era Paradisiaca.

PADDY LEONARD

Che devo fare per le mie tasse e imposte?

BLOOM

Pagale, amico mio.

PADDY LEONARD

Grazie.

NOSEY FLYNN

Posso accendere un'ipoteca sulla mia assicurazione contro gli incendi?

BLOOM

(Inflessibilmente.) Signore, piacciavi osservare che in virtù della legge dei torti siete condannato con proroga di sei mesi sotto cauzione a pagare la somma di cinque sterline.

J. J. O'MOLLOY


NOSEY FLYNN

Da dove le cavo cinque sterline?

PISSER BURKE

Per un disturbo alla vescica?

BLOOM 

Acid. nit. hydrochlor dil., 20 gocce 

Tinct. mix. Vom., 4 gocce 
Extr. Taraxel. iig., 30 gocce. 
Aq. dis. ter in die.

CHRIS CALLINAN

Qual è la parallasse dell'eclittica subsolare di Aldebaran?

BLOOM

Lieto di aver sue notizie, Chris. K. II.

JOE HYNES

Perché non è in uniforme?

BLOOM

Quando il mio progenitore di santa memoria portava l'uniforme del despota austriaco nell'umida cella dov'era la sua?

BEN DOLLARD

E le viole del pensiero?

BLOOM

Abbelliscono (bellificano) i giardini di periferia.

BEN DOLLARD

E quando nascono gemelli?

BLOOM

Il padre (pater, babbino) si gratta la testa.

LARRY O'ROURKE

Una licenza di otto giorni per il mio nuovo locale. Si ricorda di me, sir Leo, quando stava al numero sette. Mando subito una dozzina di bottiglie di birra per la padrona.

BLOOM

(Freddamente.) Non so chi siate. Lady Bloom non accetta regali.

CROFTON

Questa è davvero una festa.

BLOOM

(Solennemente.) Lei la chiama festa. Io la chiamo sacramento.

ALEXANDER KEYES

E quando avremo la nostra ditta delle chiavi?

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